CAPPELLA
. Per cappella s'intende una piccola costruzione religiosa annessa a una chiesa, a un palazzo, a un castello, a una villa, a un cimitero: può essere incorporata all'edificio, di cui fa parte, o del tutto isolata.
Il nome di cappella trae origine dal luogo ove i re merovingi Lonservavano la cappa di S. Martino.
Le cappelle isolate spesso non sono che piccole chiese e non se ne può indicare qui lo sviluppo attraverso i secoli, giacché seguono passo per passo le vicende della chiesa (v. questa voce). Ricordiamo soltanto che in Italia i primi esempî di piccoli edifici religiosi isolati, sia dedicati a una divinità, sia alla memoria di un defunto, sia alla commemorazione di un avvenimento civile o sacro, hanno la loro prima origine nelle aediculae romane (da aedes), di cui rimangono avanzi in Roma (lungo la via Appia) e a Pompei, a forma di tempietto (Clitunno), a pianta quadrata o rettangolare, a croce greca o latina, a perimetro circolare, qualche volta ottagonale. Come le primitive basiliche cristiane presero il loro schema architettonico da quelle pagane, così i piccoli mausolei e le cappelle funebri dei primi secoli imitarono le esedre o sale delle ville romane (villa di Adriano, palazzo imperiale di Treviri) e delle terme pubbliche (Telepté in Tunisia).
Qualche volta i sacelli o cappelle ebbero la forma caratteristica a trifoglio costituita da tre piccoli absidi semicircolari (cella tricora, come nelle catacombe di S. Callisto a Roma).
Si possono rammentare qui come esempî di primitive cappelle isolate quella già annessa alla chiesa di S. Croce in Ravenna, fatta erigere da Galla Placidia nel sec. V, a croce greca, di rozza muratura esterna all'uso bizantino. Di grande forza architettonica romana, appena ingentilita da motivi di oreficeria siriaca, è la cappella o mausoleo fatta costruire da Teodorico pure a Ravenna per custodire la sua spoglia mortale. A semplice pianta rettangolare ma ricca internamente di finissimi stucchi, di lontano sapore ellenico, la cappella a tempietto di S. Maria in Valle a Cividale (sec. VIII).
Della citata forma a trifoglio è la cappella isolata funeraria di Montmajour (sec. XI): famosa quella della Sainte-Baume a Aix in Provenza.
Nei secoli XII e XIII sorsero molte cappelle isolate, spesso di dimensioni tanto grandiose da costituire vere chiese, dedicate alla Vergine, come Nostra Donna del Pilar a Saragozza.
Famosa è la S. Cappella di Parigi, gioiello d'arte gotica. dell'architetto Pietro di Montereaux (1245 c.), fondata da S. Luigi.
La forma circolare fu adottata per cappelle isolate più all'estero che in Italia: numerosi esempî del sec. XII si trovano in Austria.
Sono da ricordare due rozze costruzioni prive di bellezze artistiche, ma note a tutti per la devozione che ne hanno i fedeli: alludiamo alla Santa Casa di Loreto, che la tradizione vuole sia stata miracolosamente trasportata da mani angeliche nel 1291 dalla Palestina all'Italia, e alla piccola e rozza cappella detta della Porziuncola vicina ad Assisi, che S. Francesco cominciô a frequentare nel 1210.
Il Rinascimento ci ha dato un bellissimo esempio di cappella con antistante portico, di mirabile armonia e di somma eleganza: quella dei Pazzi a Firenze, che il Brunelleschi costruì nel 1430-36.
Pure elegantissimo è il tempietto di ordine dorico che il Bramante eresse a Roma a S. Pietro in Montorio. Caratteristiche sono alcune serie di cappellette collegate da portici e facenti capo a un santuario, come quelle del politico di S. Luca a Bologna (1674-1739) e del Monte Berico a Vicenza (1746-78).
Isolate e rappresentanti scene della storia sacra sono quelle del Sacro Monte di Varallo (sec. XVI-XVII).
Passando alle cappelle unite a un qualche edificio sacro, è da notarsi che le antiche basiliche ne erano prive: ai fianchi dell'abside o del presbiterio spesso furono costruite due camere quadrate dette diaconico e protesi per le vestizioni e gli uffici sacri. E forse queste suggerirono di aggiungere alle chiese speciali ambienti per allegarvi altari in più di quello centrale posto nel presbiterio.
Per diverso tempo le navate delle chiese corrono non interrotte da alcuna cappella e bisogna arrivare ai secoli X e XI, quando cioè, per il cresciuto numero delle messe che si dovevano celebrare, si pensò di praticare nella parte absidale delle chiese insenature o piccole absidi semicircolari atte a contenere altari e reliquie, cui si poteva accedere senza invadere il presbiterio mediante un corridoio o ambulatorio, che, dapprima piccolo e modesto, fu poi sviluppato in modo grandioso dallo stile gotico (Vignory, S. Savino nel Poitou, S. Stefano di Nevers, Clairvaux, Pontigny, S. Antimo in Toscana, ecc.).
Contemporaneamente la scuola cisterciense affianca all'abside centrale ambienti o cappelle quadrate, facendo rivivere l'antica forma del diaconico e della protesi, raddoppiandole per lato e qualche volta triplicandole. Così in Italia a Fossanova, Casamari, a S. Maria di Arabona, S. Galgano e in quasi tutte le chiese domenicane e francescane della Toscana e dell'Italia centrale del sec. XIII: così a Précy, Varzy, Pont-sur-Yonne, ecc.
Ma l'aumentato fervore religioso dei secoli XIII e XIV, la maggiore devozione per le reliquie di santi importate dai pellegrinaggi d'oriente, il nuovo mecenatismo delle famiglie nobili che desideravano avere la loro sepoltura e ricchi monumenti funebri nelle chiese, la volontà delle corporazioni di avere un luogo distinto dagli altri per ognuna di esse, portarono a una novità nella pianta delle chiese gotiche, mai più abbandonata in seguito e cioè alla creazione di cappelle nei fianchi dei templi. Creazione questa, favorita anche dal sistema costruttivo dello stile gotico che, accentrando le spinte in alcuni punti, permetteva l'apertura di larghi spazî per vetrate o imbocchi di cappelle.
Questa trovata architettonica ebbe tale favore, che a moltissime chiese romaniche furono aggiunte due file di cappelle laterali.
In Italia, mentre S. Maria del Fiore si mantiene fedele all'antico sistema di distribuire le cappelle nel corpo absidale, alcune chiese di Napoli (S. Pietro a Maiella, S. Domenico, S. Restituta), di Pavia (Carmine), di Firenze (S. Trinità), come già alcuni templi francesi, hanno cappelle laterali nel fianco dell'edificio, per lo più a pianta quadrata, con vòlte cordonate; a Bologna, prima più timidamente in S. Maria dei Servi, poi in S. Petronio, con uno schema nitido e magnifico per armonia di masse e di proporzioni, le molteplici cappelle gentilizie si dispongono lungo i fianchi della chiesa, formando un museo d'opere d'arte. Dal sec. XIV in poi non è più possibile seguire partitamente lo sviluppo delle cappelle laterali. Varie nel Cinquecento più per le decorazioni che per la pianta, coperte spesso da cupolette, prendono un aspetto nuovo nel senso architettonico con i grandi artisti barocchi (Bernini, Borromini, Iuvara, ecc.), quando si giunse a una ricerca esasperata di effetti pittoreschi, favorita da ingegnosi movimenti dei muri perimetrali.
Ne ricordiamo alcune famose per le pitture che le adornano e per la loro ricchezza: la cappella Nuova del Duomo d'Orvieto, quella Brancacci al Carmine di Firenze, la cappella Corsini in San Giovanni in Laterano, le cappelle Sistina e Paolina nel Vaticano, quella dedicata a Pio IX in S. Lorenzo, ecc.
Bibl.: Non vi sono opere speciali intorno a questa parte dell'architettura religiosa. Si veda la bibliografia di chiesa, e specialmente Quatremère, Dizionario stor. d'architettura, Mantova 1842; C. Enlart, Origines françaises de l'architecture gothique en Italie, Parigi 1894; F. Cabrol e H. Leclercq, Dictionnaire d'archéologie chrétienne et de liturgie, III, Parigi 1913; J.A. Brutails, Précis d'archéologie du moyen-âge, Tolosa 1924.
Cappella pontificia. - È quella dove il Romano Pontefice compie o assiste alle sacre funzioni in luoghi o solennità determinate, e comprende tutte le persone che per la loro dignità, carica o ufficio hanno diritto di parteciparvi. Queste sono: il Sacro Collegio dei cardinali; i patriarchi, arcivescovi e vescovi assistenti al soglio; il vice-camerlengo di S. Romana Chiesa; i principi assistenti al soglio; l'uditore e il tesoriere generale della Camera apostolica; il maggiordomo di Sua Santità. Seguono tutti gli arcivescovi e vescovi non assistenti al soglio; i prelati protonotarî apostolici (distinti in partecipanti di numero e in soprannumerarî); il commendatore di S. Spirito; il reggente della Cancelleria; i prelati odierni della S. Rota; il maestro del S. Palazzo; i prelati votanti della Segnatura papale; il sacrista di Sua Santità; gli abati nullius dioeceseos; gli abati generali dei canonici regolari e degli ordini monastici; i generali, vicarî generali e procuratori generali degli ordini mendicanti; i camerieri segreti partecipanti distinti in soprannumerarî e d'onore; i cappellani segreti, partecipanti e d'onore, ecc. Informazioni più particolareggiate sull'argomento si trovano nell'Annuario pontificio edito dalla Tipografia vaticana per cura della Segreteria di stato, che comprende anche gli elenchi nominativi completi delle persone facenti parte della Cappella pontificia.
I membri della Cappella pontificia sommano così a qualche migliaio, residenti la massima parte fuori di Roma. Quelli che risiedono o sono di passaggio in Roma sono invitati alle funzioni solenni celebrate dal papa con l'assistenza della sua cappella (dette comunemente Cappelle papali) per mezzo di una intimatio per cursores facienda, che vien pubblicata nell'Osservatore Romano dal prefetto delle cerimonie pontificie.
Oltre agli ecclesiastici, fanno parte della Cappella pontificia parecchi laici, fra i quali: i principi assistenti al soglio; il ministro dell'Interno; il magistrato romano e il gran maestro del S. Ospizio; il collegio degli avvocati del Sacro Concistoro; il collegio dei procuratori del Ss. Palazzi apostolici; oltre ai cantori della cappella musicale pontificia, mazzieri, cursori apostolici, ecc.
Di tutte le dignità sopra enumerate la più cospicua è quella dei principi assistenti al soglio, che vengono subito dopo il vice-camerlengo di S. R. C., e la cui istituzione data dal sec. V. Nel 1503 Giulio II conferì questa dignità, come prerogativa ereditaria, alla famiglia Colonna, e nel 1536 Pio IV la volle condivisa con la famiglia Orsini.
I due principi assistenti al soglio fanno servizio per turno. Nei cortei pontifici cavalcano , immediatamente dopo il papa; gli presentano la staffa e tengono per breve tratto la briglia quando monta a cavallo; reggono il lembo del manto (piviale) all'ingresso e all'uscita della Cappella. Fra altri privilegi loro accordati vi era pure quello di andare incontro all'imperatore fuori delle mura quando veniva a Roma.
L'origine della Cappella pontificia si fa risalire al 1305 quando i papi andarono ad Avignone. Nicola V aveva costruito in Vaticano una speciale cappella per tenervi le cerimonie solenni, fatta demolire da Paolo IV per costruirvi quella da lui chiamata Paolina. Nel 1473 Sisto IV, pur conservando la cappella Paolina per le funzioni dei palazzi apostolici, fece costruire la cappella Sistina.
Fino al 1870 le cappelle papali erano 32 ogni anno, descritte dal Moroni con le relative processioni e cerimonie. Oggi esse sono ridotte a 6, oltre a quelle straordinarie per i concistori, la canonizzazione dei beati, ecc.
Bibl.: La migliore fonte di notizie sull'origine, le vicende storiche, le cerimonie della Cappella Pontificia è sempre il Dizionario di erudizione ecclesiastica di G. Moroni, quantunque opera di compilazione non critica. Oltre a questo, cfr. il già citato Annuario pontificio, l'Annuaire pontifical del Battandier, specialmente il volume del 1890.
Cappella musicale. - Durante i secoli ebbe significati lievemente diversi, ma in generale designò una riunione di musicisti al servizio d'una chiesa, d'un sovrano o di un nobile signore. Il nome deriva dalla consuetudine dei musicisti di ritrovarsi, per l'esercitazione e per l'esecuzione, in una determinata cappella di una chiesa. Moltissime cappelle con lo svolgimento delle vicende artistiche raggiunsero l'importanza di vere, e proprie istituzioni musicali, centri di educazione e focolai d'intensa attività artistica. Le più antiche cappelle furono esclusivamente vocali e cioè costituite da cantori, per lo più professionisti, a cui veniva affidato il compito dei servizî liturgici e delle più solenni celebrazioni religiose. La più antica cappella, che servì di modello a tutte le altre, è quella pontificia in Roma, derivata dall'antica Schola cantorum, le cui origini si fanno risalire a papa Gregorio I Magno (m. nel 604). Mancano molte notizie per ricostruire la sua storia attraverso i secoli; nel sec. XIV fu riorganizzata, durante il soggiorno del papato in Avignone, sotto l'influenza della musica francese del tempo, assai fiorente a Parigi e in altre regioni. La scuola dei cantori pontifici ricevette poi il nome di Cappella Sistina quando da papa Sisto IV, che occupò il soglio pontificio dal 1471 al 1484, venne fatta edificare la famosa cappella. Lo stesso papa formò il 1° gennaio 1480 il nucleo di una nuova cappella di dodici cantori presso S. Pietro che prese poi il nome di Cappella Giulia quando il papa Giulio II ne sancì la definitiva costituzione. Tanto la Sistina (di recente ordinata) quanto la Giulia hanno poi partecipato fino ad oggi alle funzioni.
Fra le più importanti cappelle che si resero celebri per le loro tradizioni musicali sono quelle di S. Marco a Venezia, quelle di Monaco, di Vienna, di Berlino (Domchor), la King's Chapel (Chapel Royal) di Londra, e infine la Sainte-Chapelle di Parigi, che fu un vero centro di studî musicali, perché costituita da cantori di professione.
Già nel sec. XIV Carlo V re di Francia aveva una souveraine chapelle regolarmente costituita per le consuete celebrazioni domenicali e festive; Carlo VII e Luigi XI non trascurarono la loro cappella musicale e la posero sotto la direzione di Ockeghem (morto nel 1495), uno dei grandi contrappuntisti fiamminghi del sec. XV, il quale raggruppò una dozzina di cantori scelti con cura minuziosa: analogamente costituite furono quasi tutte le cappelle musicali della Francia del nord e del Belgio. A provare l'interesse che allora convergeva su queste istituzioni, basterà ricordare le gare che la cappella del re di Francia sostenne nel 1515 a Bologna, nel 1520 al campo del Drap-d'Or, nel 1532 a Boulogne con quelle di papa Leone X e di Enrico VIII. Durante il sec. XVI la cappella del re di Francia si distinse nettamente da quella a cui era affidata l'esecuzione, per l'umcio liturgico, del canto gregoriano, e fu composta normalmente di almeno venti canonici cantori e numerosi altri ecclesiastici, posti sotto la direzione dei più illustri musicisti del tempo come, per es., nel 1532, Claudin de Sermisy. Sotto il regno di Luigi XIII la cappella reale si ridusse a un'istituzione unica di 24 cantori, più alcuni suonatori di cornetto e due maestri di liuto per i ragazzi e parecchi cappellani. Nel 1683 Luigi XIV riorganizzò la cappella e, oltre all'organo, la arricchì di un'orchestra: essa doveva eseguire ogni giorno un "grande mottetto" alla messa del re e a quella della regina. Con varia fortuna l'attività della cappella durò sino alla Rivoluzione Francese; fu ricostituita da Napoleone I e fu soppressa definitivamente nel 1830.
Nel sec. XV grandissima fu l'importanza delle cappelle per lo sviluppo della musica polifonica, cantori e musicisti, specialmente fiamminghi, si diffondono in tutte le regioni europee. Anche l'Italia vede a capo delle sue maggiori cappelle illustri compositori fiamminghi come Guglielmo Dufay al servizio di Amedeo VIII di Savoia fra il 1442 e il 1449, Jacob Obrecht a Ferrara (il quale vi muore nel 1515), Josquin des Près, prima cantore alla corte degli Sforza a Milano, dal 1486 al 1494 nella Cappella pontificia a Roma, a Modena nel 1499, a Ferrara nel 1513, Adriano Willaert, prima a Roma e a Ferrara, poi maestro di cappella a Venezia sino all'anno della sua morte, avvenuta nel 1562, e altri moltissimi.
Ancora oggi la designazione "a cappella" significa l'esecuzione di musica vocale polifonica senza accompagnamento strumentale: l'origine storica risale appunto al periodo del massimo splendore della musica polifonica, quando i principali compositori erano cantori o maestri di cappella. Sebbene sin dal sec. XV, per le esigenze dell'esecuzione mista, cominciassero a entrare nelle cappelle gruppi di strumentisti, pure bisogna giungere al sec. XVI per vedere occupare il primo posto dagli organisti, non di rado celebri compositori e insigni virtuosi insieme. La storia delle cappelle italiane nel sec. XVI, sistematicamente condotta, mostrerebbe quanto debbano le gloriose vicende della musica italiana ed europea al fervore che s'irradia da questi centri di attività artistica, sotto lo speciale impulso di principi mecenati, come gli Estensi a Ferrara e i Gonzaga a Mantova. La cappella musicale di S. Marco a Venezia fornisce, insieme a quella pontificia di Roma, le pagine più splendide della storia musicale italiana del sec. XVI; essa divenne la sede naturale della scuola polifonica veneziana che culmina nei grandi nomi di Andrea (1501-1586) e Giovanni Gabrieli (1557-1612), ambedue organisti della cappella ducale. A S. Marco cominciò a svilupparsi la nuova concezione musicale che associava alle voci umane i timbri strumentali; a poco a poco l'importanza di questa fusione aumenta, specialmente in Germania, dove lo stile concertante chiesastico, essenzialmente poggiato sulle due masse, corale e strumentale, raggiunge grandissimo splendore. Mentre in Italia dopo il sec. XVI le cappelle non progrediscono più per la mutata tendenza degli spiriti musicali, principalmente indirizzati alle esecuzioni teatrali e di musica strumentale da camera e sinfonica, in Germania esse si costituiscono in vere istituzioni d'importanza fondamentale per lo sviluppo dell'arte nazionale. Gli imperatori d'Austria avevano sempre volta speciale cura alla formazione della loro cappelle; si ricordino i sovrani da Massimiliano in poi, che si procurarono i servizî di tanti musicisti e virtuosi celebri. Lo stesso si dica dei duchi di Baviera; Orlando di Lasso dette rinomanza europea a quella di Monaco. Dal sec. XVII in poi il significato e la funzione della cappella musicale in Germania si allarga sino a comprendere un complesso di esecutori anche puramente strumentale: infatti il nome tedesco di Kapellmeister venne col tempo a corrispondere a quello di direttore d'orchestra. Per la storia delle maggiori cappelle musicali di Germania, occorre riferirsi alla storia delle principali città tedesche (v. dresda; monaco; stoccarda; vienna, ecc.).
V. tavv. CCXI a CCXIV