Cappelletti
. La famiglia C. è nominata da D. nell'accorata apostrofe ad Alberto Tedesco: Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, / Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura: / color già tristi, e questi con sospetti! (Pg VI 106-108). La giustapposizione dei C. ai Montecchi in evidente rapporto con l'altra coppia di nomi, fuorviò quasi tutti i commentatori antichi, i quali ritennero i C. una famiglia veronese (Benvenuto fu il primo ad affermare che i C. e i Montecchi erano due famiglie veronesi, e il Buti, che li dice di Cremona, insinuò l'idea di una loro rivalità politica); solo Pietro, parlando della negligenza degl'imperatori germanici verso 'l giardin de lo 'mperio (v. 105), scrisse: " secutum est quod in Verona est facta pars Montechia et pars Comitum; in Cremona Cappelletti et Troncaciuffi ". Ciò nonostante, fino ai primi dell'Ottocento i C. furono creduti famiglia veronese avversaria dei Montecchi: la leggenda di Giulietta e Romeo, scritta dal Da Porto e resa celeberrima dallo Shakespeare, servì ad alimentare tale credenza.
Le prime indagini storiche a riguardo furono compiute dal Todeschini e approfondite, sul finire del secolo scorso e gl'inizi del nostro, dal Brognoligo e dal Davidsohn. Dallo spoglio dei codici anagrafici del comune di Verona risultò che nessuna famiglia medievale della città o del contado portava il cognome C. o sia pure Capuleti. Si accertò anche, avvalorando quanto aveva già scritto Pietro, che col nome di C. venne designato nel 1249 un gruppo di famiglie cremonesi, di fazione guelfa (e non ghibellina, come si è a lungo creduto), che furono espulse dalla città da Umberto Pelavicino. Dopo il 1267 tale fazione politica non ebbe più peso nella vita cittadina (ciò spiega storicamente il dantesco già tristi come " ridotti a mal partito "). Compaiono ancora negli statuti del 1313: in essi, infatti, la ‛ pars ecclesiae ' veniva denominata " pars Capellatorum " o dei C., in contrapposizione alla fazione ghibellina che, già dal 1200, veniva detta dei Barbarasi o Troncaciuffi.
Incerta l'origine del nome C.: secondo alcuni derivante da ‛ cappello '; secondo altri, fra cui il Ghisalberti, da ‛ capello ', cosa per cui C. (ma son riscontrabili anche le lezioni Capelletti e Capelleti) equivarrebbe a ‛ Capelluti ', avendo gli uomini della fazione così denominata portato lunghe zazzere. La spiegazione resta convincente se si tien conto della denominazione (Barbarasi o Troncaciuffi) che aveva la fazione avversaria.
Bibl. - F. Arrivabene, Il secolo di D., Udine 1827; G. Brognoligo, Montecchi e C. nella D.C., in " Il Propugnatore " VI (1893) 262; ID., Studi di storia letteraria, Roma-Milano 1904, 157-181; R. Davidsohn, Die Freindschaft der Montecchi und C. ein Irrtum!, in " Deutsche Rundschau " XXX (1903) 419-428; A. Astegiano, Codex dipl. Cremonae, II, Torino 1895-1898; O.H. Moore, The Origins of the Legend of Romeo and Juliet, in " Speculum " V (1930) 264-277; F. Ghisalberti, Monticoli e Capelleti, in " Giorn. d. " XXXVI (1935) 25-69.