CAPPELLINI (Capellini), Gabriele, detto Calzolaretto
Mancano date biografiche precise di questo pittore ferrarese appartenente alle generazione immediatamente successiva a quella dei Dossi e del Garofalo, e precedente quella del Mazzuoli, detto il Bastarolo.
Attivo già nel 1522 e operoso forse anche oltre la metà del sec. XVI, può forse riconoscersi nel "M. Gabriele depintore" che nel 1540-41lavorava con Battista Dossi, con un "Benvegnù" e con altri pittori nella stanza della Torre Marchesana del castello di Ferrara (Venturi). Ciò concorderebbe con la tradizione riportata dai vecchi scrittori ferraresi, secondo la quale, dopo avere esercitato il mestiere del calzolaio nella bottega del padre, sarebbe stato avviato alla pittura nella scuola dei Dossi; se, inoltre, nel "Benvegnù" citato dai documenti si riconosce Benvenuto Tisi il Garofalo, la collaborazione in quel gruppo di pittori operante per gli Estensi troverebbe conferma ulteriore nell'arte del C., quale si può giudicare dalle poche opere rimaste. In queste, il palese dossismo degli impasti di denso e acceso colore si accompagna a piani e semplici impianti compositivi che, evitando le estrose e spregiudicate invenzioni dei Dossi, riflettono piuttosto la compostezza, i calibrati equilibri e le dignità formali del Garofalo; sono raffigurazioni solide e compatte dove santi paesani di corposa potenza sembrano risalire alla vena popolaresca ma genuina dell'Ortolano, mentre, nel rappresentare un'umanità grave ed ortodossa si adeguano senza voli e senza sbandamenti ai canoni restrittivi della Controriforma.
La naturale forza realistica trova piena espressione nei ritratti.
Non risultando reperibile l'Ultima Cena attribuita da M. Boschini (Descriz. di tutte le pubbliche pitture... di Venezia, Venezia 1733, pp. 71, 221) ad un pittore citato come "Calegarino ferrarese scolaro dei Dossi", rimane impossibile da valutare una sua presunta attività a Venezia. Anche opere attribuite al Caligarino a Bergamo non sembrano appartenenti al Cappellini.
Delle opere ferraresi del C. ricordate dagli scrittori locali rimangono: Ferrara, Pinacoteca nazionale, S. Lucia e due devoti oranti (giànella chiesa di S. Andrea, opera dubbia); S.Francesco riceve le stimmate,con s. Pietro,s. Giacomo e s. Luigi re di Francia (giànella chiesa di S. Francesco: vedi G. Raimondi, Idea del Guercino, in Arte antica e moderna, 1959, p. 303, fig. 130a); Ferrara, arcivescovado: Madonna e Bambino,con i ss. Giovanni Battista ed Evangelista e ritratti dei donatori Arivieri (già nell'oratorio di S. Giovannino e poi nella chiesa della Rosa; un recente restauro ha fatto riemergere la scritta citata nelle vecchie guide con il nome dei committenti e la data 1522; esiste incisione a tratto della seconda metà dell'Ottocento); Madonna col Bambino in gloria fra santi (già nella chiesa di S. Maria in Vado, con ampliamenti del Bastianino negli angoli superiori: attribuita al C. dal Frabetti). Sono di ubicazione ignota: Battesimo di Gesù (già conservato nella collezione Costabili di Ferrara, è ricomparso recentemente in antiquariato: vedi Bargellesi, fig. 34); S. Martino (già nella collezione Barbi-Cinti); ritratto di Camilla Varano (tav. 35 del catalogo; con il S. Martino era compreso nella vendita della collezione di G. Cavalieri di Ferrara presso Helbing: vedi Catalogue..., Munich 1914, p. 54, nn. 863 s.).
Fonti e Bibl.: A. Superbi, Apparato de gli huomini illustri della città di Ferrara..., Ferrara 1620, p. 125; M. A. Guarini, Compendio historico dell'origine,accrescimento delle chiese... di Ferrara, Ferrara 1621, p. 51; A. Borsetti, Suppl.al Compendio Hist., Ferrara 1670, p. 258; Ferrara, Bibl. Ariostea: Ms. cl. I, Antonelli 429: C. Brisighella, Descriz. delle pitture e sculture che adornano le chiese et oratori della città di Ferrara (ante 1704: trascrizione successivamente rimaneggiata con aggiunte di G. Baruffaldi e note di G. A. Barotti), pp. 58, 193; G. Baruffaldi, Vite de' pittori e scultori ferraresi [1697-1722], I, Ferrara 1844, pp. 296-302; F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, Ferrarae 1735, II, p. 438; C. Barotti, Pitture e sculture che si trovano nelle chiese... della città di Ferrara, Ferrara 1770, pp. 13, 58, 123, 176; G. A. Scalabrini, Mem. istor. delle chiese di Ferrara, Ferrara 1773, pp. 58, 179, 304; C. Cittadella, Catal. istorico de' pittori e scultori ferraresi, Ferrara 1782, II, pp. 80-86; A. Frizzi, Guida del forestiere per la città di Ferrara, Ferrara 1787, pp. 98, 117; Id., Mem. per la storia di Ferrara, Ferrara 1791, II, p. 163; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Pisa 1815, V, pp. 240 s.; F. Avventi, Il servitore di piazza. Guida per Ferrara, Ferrara 1838, pp. 108, 147, 168, C. C. Laderchi, Descrizione della Quadreria Costabili, Ferrara 1839, II, nn. 161 s.; N. L. C. [L. N. Cittadella), Indice delle cose più rimarcabili… di Ferrara, Ferrara 1844, pp. 66, 82, 156; C. C. Laderchi, La pittura ferrarese, Ferrara 1856, pp. 111 s.; A. Venturi, I due Dossi. Documenti, in Arch. stor. dell'arte, VI (1893), p. 219; G. Gruyer, L'art ferrarais à l'époque des princes d'Este, Paris 1897, ad Indicem; E.Jacobsen, Die Gemäldegalerie im Ateneo zu Ferrara, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXIII (1900), pp. 373 s.; G. Bargellesi, Notizie di opere d'arte ferrarese, Rovigo 1955, pp. 107-109; G. Zanotti, La basilica di S. Francesco in Ferrara, Genova 1958, p. 98; A. Mezzetti, Il Dossoe Battista ferraresi, Milano 1965, p. 67; G. Frabetti, Manierismo a Ferrara, Milano 1972, ad Indicem; U.Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 538.