capra
. Ricorre alcune volte nella Commedia, quasi sempre in senso proprio. In If XIX 132 D. vuol mettere in risalto l'asprezza del paesaggio di Malebolge, parlando di uno scoglio sconcio ed erto / che sarebbe a le capre duro varco. In Pg XXVII 77 e 86 c. ricorre due volte, nell'ambito di uno stesso ampio paragone: Quali si stanno ruminando manse / le capre... / e quale il mandrïan... / lungo il pecuglio suo queto pernotta f ... tali eravamo tutti e tre [D., Virgilio e Stazio] allotta, / io come capra, ed ei come pastori: " lo nostro autore finge come, posti in su li scaloni, elli stava in mezzo tra du' guardiani... e fa due similitudine, a mostrare com'elli era da loro guardato " (Buti). Nella similitudine, che Benvenuto definisce ‛ subtilissima ', " il disegno non è da Virgilio ma da Michelangelo. Lo scenario è solenne... gravi sono così le capre come i pastori; e l'atteggiamento di questi ha qualche cosa di sacro e come di biblico " (Momigliano). Anche per il Sapegno " Le sue immagini... non hanno nulla di bucolico in senso decorativo: servono a suggerire un'idea di vasta solitudine e di indefinita sospensione ".
La capra del ciel (Pd XXVII 69) è la costellazione del Capricorno, e tutto il contesto - quando 'l corno / de la capra del ciel col sol si tocca - sta a indicare il periodo invernale (21 dicembre - 21 gennaio) in cui il sole si trova appunto in quella costellazione.