CAPSULISMO (fr. pompe rotative; sp. bomba rotativa; ted. Kapselpumpe; ingl. rotary pump)
È stato così chiamato da Reuleaux un meccanismo comprendente fra i suoi elementi un recipiente detto capsula, in cui si può produrre una variazione di capacità, e un fluido che può essere motore o resistente. Vi sono molti tipi di capsulismi, di cui Reuleaux ha fatto uno studio cinematicamente molto interessante; possono dividersi in due gruppi, a seconda che le variazioni di capacità si ottengono con un solo elemento, detto stantuffo, ovvero con due rotoidi.
Fra quelli del primo gruppo sono notevoli: 1. il capsulismo costituito da un cilindro dentro il quale ha moto alternativo uno stantuffo a tenuta; 2. il capsulismo (fig. 1) nel quale lo stantuffo è costituito da una ruota cilindrica A che gira eccentricamente intorno all'asse; il pattino B, accoppiato forzatamente mediante una molla con lo stantuffo, fa da elemento separatore delle due camere C e D della capsula; 3. analogo al precedente è il capsulismo (fig. 2) in cui lo stantuffo è costituito da una ruota A di sezione triangolare, con angoli smussati, munita di tre cilindretti B di guarnizione e ruotante intorno al suo centro O; 4. il capsulismo (fig. 3) costituito da una ruota cilindrica A che gira intorno al proprio asse O non coincidente con quello della capsula, e con la quale è accoppiato prismaticamente un pattino B diviso in due parti, che mediante l'azione d'una molla sono spinte in maniera da rimanere sempre a contatto con la capsula. Invece d'un pattino, con lo stantuffo ne possono essere accoppiati due (fig. 4).
Nei capsulini del secondo gruppo, i due rotoidi, convenientemente sagomati, ruotano senza giuoco entro la capsula che è costituita da due semicilindri raccordati; fra questi meccanismi sono da annoverarsi: 1. il capsulismo formato da due ruote dentate uguali (fig. 5); 2. il capsulismo (fig. 6 e 7) comprendente le due ruote A e B che hanno due lobi uguali ed opportunamente sagomati.
I diversi capsulismi, se si esclude il 1 del primo gruppo, che ha largo impiego nelle macchine motrici e operatrici a fluido sia compressibile sia incompressibile, possono essere utilizzati nelle pompe dette rotative che hanno il vantaggio di evitare gli urti fra le masse di fluido e lo stantuffo, non essendo questo, come nelle pompe alternative, soggetto a variazioni di velocità. Fra le pompe ottenute dai capsulismi del primo gruppo è ancora oggi usata la pompa Ramelli, realizzata con i capsulismi delle figg. 3 e 4; si presta bene per i liquidi, specialmente per ottenere la circolazione dell'olio lubrificante in alcune macchine: a e b sono rispettivamente i tubi aspirante e premente; lo stantuffo ruotando, intorno al proprio asse, aspira, imprigiona, e spinge fuori della capsula una certa quantità di fluido. Può anche servire come compressore d'aria. Molto più usate sono le pompe ottenute dai capsulismi del secondo gruppo. Così col capsulismo della fig. 5, girando le due ruote nel verso della freccia, il fluido che proviene dal condotto c resta imprigionato nelle cavità comprese fra la capsula e i denti e viene trasportato verso il condotto D; sono usate tanto per i liquidi quanto per i gas, ma specialmente per l'acqua e l'olio lubrificante. La trasmissione del moto si fa direttamente fra le due ruote contenute nella capsula, o meglio, per evitare il consumo dei denti, si applicano esternamente alla capsula altre due ruote uguali. Quest'ultimo capsulismo può anche essere usato come motore a fluido. Il capsulismo della fig. 6 fu applicato da Root ai ventilatori; il funzionamento è identico a quello del meccanismo precedente; però, non prestandosi il profilo dei due rotoidi per una trasmissione diretta del moto, questo viene comunicato fra due alberi che portano i due rotoidi mediante due ruote dentate uguali, esterne alla capsula.
Bibl.: F. Reuleaux, Throetische Kinematik, Brunswick 1875.