captive
<kä'ptiv> s. ingl., usato in it. al femm. – Azienda che produce per un solo cliente e che, quindi, si può considerare ‘prigioniera’ di questo e delle sue decisioni. Di particolare rilievo sono le compagnie c., imprese di assicurazioni fondate con l’esclusivo compito di dare copertura assicurativa ai rischi dell’azienda madre o di un insieme di aziende appartenenti a un gruppo ‘genitore’. La compagnia c. è in senso stretto un’impresa il cui capitale è detenuto integralmente, o in larghissima prevalenza, dalla società madre; il rischio della perdita, dunque, ricade, sia pure indirettamente, a carico dell’impresa che controlla la captive. Per diminuire tale rischio, l’azienda c. può ricorrere alla riassicurazione, mantenendo il duplice vantaggio di eliminare l’intermediazione assicurativa e di usufruire di eventuali arbitraggi fiscali per la disparità di trattamento con la società madre. Non è raro il caso di c. le quali, dopo un periodo di rodaggio, sfruttano le competenze acquisite e le relazioni dell’azienda da cui dipendono per estendere il proprio raggio d’azione. I nuovi clienti possono essere imprese appartenenti alla stessa filiera, oppure anche completamente estranee alle attività della casa madre. In questo modo l’impresa può sfruttare economie di scala e diversificare la rischiosità in capo al gruppo.