CARABELLI
. Scultori nativi di Obino presso Mendrisio (Canton Ticino), che portarono la loro attività anche molto lontano in Portogallo, in Germania, in Austria, in Inghilterra, come altri Luganesi. Ne ricordiamo i principali.
Antonio, nato a Obino nel 1648, morto nel 1694. Verso il 1678 eseguì gli stucchi per la vòlta della navata nella chiesa parrocchiale di Castel S. Pietro, presso Mendrisio, semplici, di stile corretto e d'ottima esecuzione. Dal 1686 al 1688, lavorò coi fratelli Brenni di Mendrisio a decorare di stucchi la chiesa dei Teatini in Salisburgo, e nel 1689 fece un contratto con gli stessi, per gli stucchi del Palazzo d'inverno a Salisburgo, che si ammirano ancora.
Donato, nacque nel 1760, morì nel 1839. Come lo zio Francesco Carabelli appartenne a quel gruppo di valenti statuarî che fra il sec. XVIII e il XIX contribuirono al compimento della facciata del duomo di Milano. Gli annali del duomo registrano la sua attività dal 1789 al 1839 con un'interruzione quando l'artista si recò in Inghilterra, dove eseguì le decorazioni di marmo e di stucchi nel castello Ickworth di lord Bristol nella contea di Suffolk. Per il duomo scolpì moltissime statue e opere decorative; fra le più importanti sono due cariatidi e il bassorilievo rappresentante la Lotta di Giacobbe con l'Angelo, nel pilone verso il Palazzo reale.
Francesco, nacque nel 1737, morì nel 1798. Avviato alla scultura prima dal padre, Giovanni Albino, poi a Milano da Carlo Maria Giudici, si riallacciò al rinnovamento classico dell'arte, come dimostrano il bassorilievo rappresentante la storia della Lega lombarda, sulla facciata del palazzo Serbelloni in Milano, opera di collaborazione col nipote Donato Carabelli, e le sue statue per la villa Olmo, in Como (cominciata a costruire nel 1782). Lavorò molto per il duomo di Milano, dove sono da ricordare i bassorilievi rappresentanti Gli esploratori che ritornano dalla terra promessa, Daniele nella fossa dei leoni, e le cariatidi, nel pilone angolare della facciata verso il Palazzo reale. Per il parco di Schwetzingen (Germania), eseguì 4 urne di marmo con bassorilievi rappresentanti i simboli delle arti, e la statua di Cerere nel Tempio della botanica. Fu anche apprezzato ritrattista.
Bibl.: U. Nebbia, La scultura del Duomo di Milano, Milano 1910; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, V, Lipsia 1911; Dict. hist. et biogr. de la Suisse, Neuchâtel 1924. Per Francesco: R. Sillib, Schloss u. Garten in Schwetzingen, Heidelberg 1907; C. Volpati, Villa Olmo, in Voltiana, 1916. Per Antonio M. Riesenhuber, Kirchliche Barockkunst in Österreich, Linz 1924.