CARAJ ([pron. karažá] o Carayá)
Tribù indiana che abita sulle rive del Rio Araguaya nel Brasile orientale. Si divide in tre sottotribù: Šambioá, Yavahé e Carajá. I Carajá, secondo Krause, nel 1908 erano 815. Secondo altre fonti il numero degli Indiani appartenenti alle tre sottotribù sarebbe complessivamente di circa 2000. La lingua dei Caraiá non è, per quanto si sa, affine ad alcun'altra lingua indiana. Vi si trovano però certe somiglianze con le lingue dei Gēs. Gente che appartiene a questo gruppo linguistico è anche confinante coi Carajá in diversi punti.
Questa tribù indiana relativamente insignificante ha avuto una certa importanza per le ricerche etnografiche perché è più profondamente studiata di ogni altro popolo di questa parte del Biasile, specialmente per opera di P. Ehrenreich e di F. Krause. Quest'ultimo ha scritto sui Carajá una delle più complete monografie che si possièdano sulla civiltà materiale di qualsiasi tribù indiana dell'America del Sud. Notevoli sono le imponenti maschere per la danza di questi Indiani e la grande ricchezza dei loro ornamenti di ogni specie per il corpo. Essa è una delle poche tribù dell'America del Sud che adoperi ancora il propulsore (v. armi), un'arma che aveva in passato grande diffusione nell'America del Sud. Però anche qui sta per sparire. Secondo Krause i Carajá abitavano prima probabilmente più al sud, avendo alcuni elementi culturali in comune con gl'Indiani del Gran Chaco. La tribù è animata da sentimenti pacifici verso i Bianchi, ma visse almeno fino al 1908 in lotta contro tutti i suoi vicini Indiani. I Carajá stanno durante il tempo della siccità sui banchi di sabbia lungo le rive del fiume ove erigono delle capanne abbastanza ben fatte. Durante il tempo delle piogge si ritirano dal fiume nell'interno del paese, dove hanno villaggi abitati soltanto durante questa stagione.
Bibl.: P. Ehrenreich, Beiträge zur Völkerkunde Brasiliens, in Veröffentlichungen aus dem königlichen Mus. für Völkerk., II, Berlino 1891; F. Krause, In den Wildnissen Brasiliens, Lipsia 1911.
La lingua dei Carajá si stacca ben distintamente dalle grandi famiglie linguistiche Tupi-Guarani (v.), Gēs-Tapuya (v.) e Caribica (v.) che la contornano da ogni parte, e forma - per lo meno allo stato presente degli studî linguistici - un gruppo a sé stante; si distinguono tre varietà dialettali, una per ciascuna delle tre tribù: Šambioá, presso le rapide del fiume Araguaya; Yavahé (o Šunavajé) nella parte settentrionale dell'isola Bananal, e i Carajá propriamente detti, sulla riva sinistra del fiume Araguaya a sud e ad ovest della detta isola Bananal. Secondo il padre W. Schmidt si dovrebbero aggiungere anche gli Asurini sulla sponda destra del Xingú meridionale.
Bibl.: Specialmente notevoli sono: H. Kunike, Beiträge zur Phonetik der Karayá-Sprache, nell'Internat. Archiv für Ethnographie, Leida, XXIII (1916), pp. 147-182; Die Phonetik der Karaya-Sprache, in Journal de la Société des Américanistes de Paris, n. s., IX (1919), pagine 139-181. Cfr. Ehrenreich, in Zeitschr. f. Ethnol., XXVI (1894), pp. 26-37, 49-60; A. F. Chamberlain, in Science, XXXVI (1913), p. 344.