caramente
. Avverbio usato due volte nella Commedia, la prima per indicare il modo di un gesto di Virgilio che prende per mano D. mentre si apprestano a discendere nel nono cerchio (caramente mi prese per mano, If XXXI 28), e vale quindi " amorevolmente ", " affettuosamente "; la seconda per qualificare il modo di amare di D. le cose più amabili (patria, famiglia, parenti, amici, ecc.) che egli, secondo la profezia del trisavolo Cacciaguida, dovrà lasciare andando in esilio e dal cui distacco sarà cagionato all'esule il primo e più acuto dolore: Tu lascerai ogne cosa diletta / più caramente; e questo è quello strale / che l'arco de lo essilio pria saetta (Pd XVII 56), dove l'espressione diletta più caramente equivale ad " amata più teneramente ".