CARBONATI
. Generalità. - Sono i sali dell'acido carbonico H2CO3; si hanno quelli formati per sostituzione di un solo atomo d'idrogeno, come p. es. NaHCO3, e quelli formati per sostituzione di entrambi gli atomi d'idrogeno; come p. es. Na2CO3.
Ai primi si dà il nome di bicarbonati o carbonati acidi, o carbonati primarî, ai secondi di carbonati normali o caroonali neutri, o carbonati secondarî o semplicemente carbonati.
Esistono poi anche carbonati basici nei quali l'ossido metallico non è completamente salificato dall'acido carbonico. Così, mentre con la reazione Me(OH)2 + H2CO = MeCO3 + 2H2O si arriva al carbonato neutro del metallo bivalente Me, con la reazione 2Me(OH)2 + H2CO3 = Me(OH)2•MeCO3 + 2H2O si ottiene il carbonato basico. Dal composto Me(OH)2•MeCO3, per eliminazione di una molecola di acqua si può passare a MeO•MeCO3. Appare da questo che un carbonato basico stechiometricamente risulta costituito da ossido e da carbonato metallico o da idrato e da carbonato metallico. Si presenta dunque assai di frequente, per precipitati aventi la composizione di un carbonato basico, la questione di stabilire se si è in presenza di veri e proprî individui chimici o in presenza di miscugli di carbonato neutro con ossidi o idrati metallici. Poiché un carbonato basico può anche avere acqua di cristallizzazione, il problema può complicarsi: non è l'analisi, né la determinazione dei rapporti stechiometrici quella che può risolver la questione: occorrono metodi chimico-fisici.
I carbonati possono formare sali doppî (v. sotto); talvolta dànno cristalli misti. Il bicarbonato ione può formare anioni complessi con ioni di metalli pesanti (Cu, Fe, UO2, più raramente Cr, Co, Ni, ecc.). Per es. CuH(CO3)2.
Le denominazioni sopra definite di carbonato neutro, carbonato acido (o bicarbonato), carbonato basico, si riferiscono soltanto ai rapporti stechiometrici: ma trattandosi di sali, in cui uno almeno dei costituenti, l'acido, è estremamente debole, si hanno fatti idrolitici e quindi la reazione agl'indicatori non corrisponde ai rapporti stechiometrici. Così i carbonati alcalini neutri reagiscono alcalini ai comuni indicatori, mentre i bicarbonati alcalini reagiscono neutri al tornasole, alla curcuma e alla fenolftaleina (a bassa temperatura).
È molto importante l'esame dell'idrolisi dei carbonati poiché essa ci rende conto di molti aspetti del loro comportamento. L'idrolisi, per esempio, di Na2CO3 si può rappresentare nel modo seguente: Na2CO3 + H2O ⇄ NaHCO3 + NaOH e poi NaHCO3 + H2O ⇄ H2CO3 + NaOH: infine H2CO3 ⇄ CO2 + H2O.
Le tre reazioni sono in equilibrio l'una con l'altra e quindi dipenderà dalla pressione della CO2 sulla soluzione se questa a una certa temperatura cederà o assorbirà CO2 dall'atmosfera a essa sovrastante. Dal punto di vista della dissociazione elettrolitica, le reazioni sopra indicate sono esprimibili nel modo seguente (notando dissociati gli elettroliti forti e non dissociati i deboli): Na• + Na• + CO″3 + H2O ⇄ Na• + HCO′3 + Na• + OH′ ossia: (1) CO″3 + H2O ⇄ HCO3′ + OH′ e poi: (2) HCO′3 + H2O ⇄ H2CO3 + OH′ (e infine H2CO3 ⇄ CO2 + H2O). Poiché sussiste anche l'equilibrio di dissociazione elettrolitica di H2CO3 e l'altro H2O ⇄ H• + OH′, un aumento di H• (per aggiunta di un acido) tende in definitiva per tutte le reazioni su indicate, che sono connesse e in equilibrio l'una con l'altra, a un aumento di H2CO3 che poi si dissocia in CO2 + H2O, e la CO2 si svolge dalla soluzione. Per questo i carbonati sono attaccati dagli acidi anche diluiti e deboli, con sviluppo di CO2.
È chiaro anche che un aumento di idrolisi, cioè uno spostamento verso destra delle due reazioni (1) e (2) - ciò che può ottenersi diluendo la soluzione o scaldando -, porta a un aumento di OH′ (ed anche, a seconda della pressione parziale sovraincombente, a sviluppo di CO2). Ne deriva che trattando con un carbonato alcalino (assai solubile e che fornisce una quantità rilevante di CO″3 e per idrolisi una certa quantità di OH′) la soluzione di un sale metallico, precipiterà o un carbonato neutro o un carbonato basico o un miscuglio di carbonato e d'idrato o anche soltanto (per es. coi sali di Al Cr, FeIII, Th, Zr, ecc.) quasi esclusivamente l'idrato del metallo, a seconda dei prodotti di solubilità relativi.
L'idrolisi dei bicarbonati (reazione 2 sopra indicata) è molto meno spinta di quella dei carbonati (reazione 1): ciò è mostrato anche dagl'indicatori. I bicarbonati in soluzione (e specialmente quando sono scaldati) tendono a decomporsi nel modo seguente: 2MeHCO3 ⇄ Me2CO3 + H2O + CO2, cioè (in notazione elettrolitica) 2HCO′3 ⇄ CO″3 + H2O + CO2. Come si vede, questa decomposizione è tanto minore quanto più la soluzione è diluita e ricca in CO2. Si vede anche come, trattando la soluzione di un sale metallico con un bicarbonato possa, per la presenza di CO″3, precipitare il carbonato neutro del metallo.
Stato naturale. - In natura si trovano come minerali ben definiti carbonati (anidri o idratati) neutri, basici, carbonati doppî, ecc. (v. oltre). Alcuni costituiscono grandi giacimenti. Si trovano anche i cosiddetti fluo- e cloro-carbonati. In tutte le acque del sottosuolo si hanno bicarbonati: poiché l'anidride carbonica può avere nel sottosuolo elevate pressioni, la quantità di bicarbonato in soluzione può essere notevole; giunta l'acqua alla superficie, la CO2 si libera e il bicarbonato per la massima parte si decompone. Anche l'acqua del mare contiene bicarbonato di calcio e CO2 in equilibrio con la CO2 dell'atmosfera.
Formazione e di preparazione - Proprietà generali. - 1. Le considerazioni precedenti dicono già che un modo generale di formazione e di preparazione dei carbonati (neutri o basici) dei metalli non alcalini è quello di trattare la soluzione di un sale del metallo con la soluzione di un carbonato (o di un bicarbonato) alcalino. Poiché i carbonati dei metalli non alcalini sono pochissimo solubili, si ha precipitazione del carbonato metallico (neutro o basico). Nel caso dei metalli alcalini, trattando un sale del metallo con la soluzione di un bicarbonato solubile, potrà aversi o no precipitazione del bicarbonato alcalino a seconda dei rapporti di solubilità. Così nel processo Solvay, dal cloruro sodico e bicarbonato ammonico si ha precipitazione del bicarbonato sodico, che, per riscaldamento, si trasforma in Na2CO3 + H2O + CO2.
2. I carbonati possono formarsi anche per azione della CO2 gassosa sugli ossidi o sugl'idrati dei metalli. Ciò accade in certi casi per azione della CO2 sull'ossido o sull'idrato solido (metalli alcalini o alcalino-terrosi): sono pochi gli ossidi asciutti che si combinano: occorre la presenza dell'umidità: gli ossidi asciutti che si combinano (soprattutto gli alcalini) lo fanno specialmente a temperatura elevata. Gl'idrati solidi si combinano più facilmente degli ossidi: la presenza di umidità accelera la reazione.
Gl'idrati dei metalli in soluzione o in sospensione possono combinarsi con CO2. Ciò accade facilmente per i metalli alcalini e alcalino-terrosi: non comunemente per i metalli pesanti. Continuando a far passare CO2, i carbonati si trasformano in bicarbonati. Quelli alcalini sono meno solubili dei corrispondenti carbonati e quindi possono anche precipitare. I carbonati alcalino-terrosi sono pochissimo solubili e la formazione del precipitato di CaCO3, BaCO3, SrCO3, che si ha facendo passare CO2 per la soluzione di Ca(OH)2, Ba(OH)2, Sr(OH)2, serve anche a dimostrare qualitativamente la presenza di CO2: un eccesso di CO2 può ridisciogliere il precipitato suddetto, per formazione del bicarbonato. E inversamente la precipitazione di carbonato di calcio, di carbonato di magnesio, ecc., da soluzioni contenenti CO2, di mano in mano che la CO2 si elimina dalla soluzione, p. es. in acque minerali, è dovuta al fatto che il bicarbonato prima esistente passa a carbonato (neutro o basico). La formazione delle stalattiti e delle stalagmiti ha questa causa. Abbiamo già detto che i carbonati (eccetto gli alcalini) sono pochissimo solubili in acqua pura: sono invece di regola un poco più solubili in acqua contenente CO2; ciò si riporta alla formazione di bicarbonato in soluzione.
3. Altri modi di formazione e preparazione dei carbonati (specialmente alcalini) sono i seguenti: a) i solfuri alcalini possono reagire ad alta temperatura con carbonati alcalino-terrosi con formazione di carbonato alcalino (processo Le Blanc per la preparazione di Na2CO3). Lo stesso può aversi per calcinazione di nitrati alcalini con CaCO3; b) da soluzione di solfati alcalini in presenza di ossido di calcio per azione di CO2; c) da silicati alcalini e carbonato di calcio a conveniente temperatura si hanno miscele da cui si liscivia il carbonato alcalino; d) dalla criolite (Na3AlF6) per calcinazione con CaCO3 si ha Na3AlO3: dalla soluzione di questo, con CO2, si ha Na2CO3 e Al(OH)3; e) i sali alcalini di alcuni acidi organici (acetati, ossalati, ecc.) esposti all'azione di CO2 a temperatura conveniente si trasformano lentamente in carbonati: così l'acetato di piombo si trasforma in carbonato; f) per calcinazione dei sali alcalini di varî acidi organici si possono avere carbonati: per calcinazione di formiati (e ossalati) alcalini e alcali caustico si hanno carbonati e idrogeno; g) CS2 in soluzioni di alcali caustici dà carbonati e solfocarbonati: 3CS2 + 6KOH = K2CO3 + 2K2CS3 + 3H2O; h) COS in soluzioni di idrati alcalini e alcalino-terrosi dà carbonati e solfuri: COS + 4KOH = K2CO3 + K2S + 2H2O; i) per elettrolisi di cloruri, carbonatando con CO2 l'alcali caustico che si forma al catodo.
Riconoscimento e dosaggio dei carbonati. - Tutti i carbonati essendo attaccati dagli acidi anche diluiti, la ricerca qualitativa si compie facendo passare il gas che si sviluppa per questo attacco in una soluzione di calce o di barite, come è stato detto sopra.
Anche la determinazione quantitativa si basa di solito sul dosaggio dell'anidride carbonica (CO2) che si svolge per attacco con acidi. Si distinguono i carbonati dai bicarbonati (alcalini o alcalino-terrosi) generalmente per le diverse reazioni su varî indicatori; su ciò son basati anche metodi di dosaggio volumetrico.
Elettrolisi dei carbonati alcalini - Percarbonati. - Per elettrolisi su catodi di metalli ad alta sovratensione d'idrogeno, si è constatata al catodo la riduzione dell'acido carbonico ad acido formico.
All'anodo, per elettrolisi di soluzioni diluite di carbonati alcalini si forma bicarbonato e si ha sviluppo di ossigeno: se le soluzioni sono concentrate e si opera con alta densità di corrente su anodo di platino liscio e a bassa temperatura (−10° e oltre) si formano i percarbonati della formula Me2C2O6. L'ossidazione va meglio in soluzione di carbonati che di bicarbonati. Si ottengono così (NH4)2C2O6 percarbonato ammonico, e K2C2O6, percarbonato potassico, polvere azzurrognola molto igroscopica. Sono sali poco stabili. L'acido percarbonico H2C2O6 da cui derivano si può liberare e far passare in etere; si scinde facilmente in H2O2 e CO2.
Si conoscono anche percarbonati di altra formula. Teoricamente si può considerare la possibilità di molti percarbonati e da questi, che non enumeriamo, sono stati preparati quelli sopraindicati (del tipo Me2C2O6) e poi Me2CO4, MeHCO4, Me2CO5. Così per azione di H2O2 sui carbonati e precipitazione con alcool si è ottenuto Na2CO4•1.5H2O; Na2CO4½H2O2•H2O; K2CO4•3H2O; K2CO4•2H2O2•½H2O; (NH4)2CO4• 2H2O; e, per azione di idrato di perossido di sodio su CO2 liquido o solido, si è avuto Na2CO4•8H2O e anche 4Na2CO4•H2CO3. Si può adoperare anche Na2O2 e CO2: inoltre da idrato di perossido di sodio e CO2 si può avere anche Na2CO5. Taluna di queste formule mostra H2O2 di cristallizzazione. Ora non sempre è facile stabilire per i varî percarbonati se si tratti di veri persali o di sali ordinarî con H2O2 di cristallizzazione. Tutti i percarbonati scaldati svolgono ossigeno: sono forti ossidanti: le soluzioni presentanoo le reazioni di H2O2, ma, a differenza di questa, separano rapidamente iodio da ioduro potassico.
Carbonati doppî e cristalli misti. - Esistono molti carbonati doppî specie fra carbonati di metalli pesanti e carbonati alcalini. Talora, dove si ha un carbonato basico o un carbonato neutro non molto netto, il carbonato doppio del metallo considerato con quello di un metallo alcalino è ben definito e assai spesso ben cristallizzato.
Esistono poi molti carbonati doppî fra i carbonati alcalini e gli alcalino-terrosi, fra i carbonati alcalini e il carbonato di magnesio, fra carbonati alcalino-terrosi, fra bicarbonati alcalini e taluni dei carbonati suddetti. Questi varî carbonati doppî sono ben definiti, di regola ben cristallizzati: assai spesso idratati. Sono stati descritti anche carbonati tripli e quadrupli fra carbonati alcalini e alcalino-terrosi, ma è dubbio che si tratti di veri individui chimici. Ricerche con metodi moderni hanno mostrato poi che in alcuni casi si hanno fra i carbonati serie di cristalli misti: p. es. nel caso di carbonati alcalino-terrosi. Carbonati doppî si hanno largamente anche in natura. Di questi varî gruppi di composti diamo alcuni esempî:
K2Mg(CO3)2•4H2O − 2MgCO3•FeCO3 (mesilite). Per le terre rare si hanno gli aggruppamenti Me2(CO3)3•K2CO3•12H2O; Me2(CO3)3•3Na2CO3•20-24H2O; Me2(CO3)3(NH4)2CO3•4-6H2O, dove Me è il metallo (trivalente).
Fra i carbonati doppî naturali ha una speciale importanza la dolomite CaCO3•MgCO3 (ritenuta dapprima un miscuglio isomorfo) romboedrica, tetartoedrica che costituisce immense rocce (dolomie). Se ne conoscono molte sorta di vario colore, struttura e aspetto; si hanno poi tutti i passaggi dai calcari puri ai calcari dolomitici, alle dolomiti. La sua origine è la più varia; fu riprodotta in laboratorio. La densità oscilla intorno a 2,87 (calcolata come miscuglio dei componenti sarebbe circa 2,84); quasi insolubile in acqua, solubile (0,11 gr. per litro) in acqua satura di CO2. Le soluzioni evaporate non dànno di nuovo il carbonato doppio. Si decompone rapidamente verso 730°-745°: prima si decompone MgCO3, poi CaCO3. È attaccata dagli acidi minerali diluiti.
Solubilità - Decomposizione col calore - Notizie intorno ad alcuni principali carbonati. - A eccezione dei carbonati alcalini e di Tl2CO3, tutti i carbonati sono pochissimo solubili in acqua pura: più solubili in acqua con CO2, per formazione del bicarbonato corrispondente e tanto più quanto più alta è la pressione di CO2. Per es. la solubilità di CaCO3 in acqua pura è 0,001% a 18°; 0,0017% a 100°; in acqua contenente CO2 è 0,1066% a 25° quando la pressione di CO2 è 762 mm., è 0,42% quando la pressione di CO2 è 56 atm.
La decomponibilità dei carbonati per azione del calore è la più diversa: i carbonati degli alcali fissi possono essere scaldati anche al di là del loro punto di fusione senza che si abbia praticamente decomposizione: la tensione di dissociazione di Na2CO3 è infatti 4 mm. a 880°, 41 mm. a 1200°; quella di K2CO3 è 3 mm. a 890°, 17 mm. a 1090°: quella di Li2CO3, invece, è 300 mm. a 1200°; per Rb2CO3 si hanno 33 mm. a 1080°; per Cs2CO3 157 mm. a 1180°.
Degli alcalino-terrosi, BaCO3 raggiunge 735 mm. di tensione di dissociazione a 1350°, CaCO3 i 773 mm. a 900°: perciò per fondere questi carbonati occorre mantenerli sotto altissime pressioni di CO2 (CaCO3 fonde a 1289°, a 110 atm.; SrCO3 a 1497°, a 60 atm.; BaCO3 a 1740°, a 90 atm.). Il carbonato di magnesio, a 230°, raggiunge la tensione di 1 atm., e l'ossido che si forma dà col carbonato residuo una serie di soluzioni solide. Gli altri carbonati si decompongono in modo relativamente facile col calore, e in generale si ha che la decomposizione è tanto più spinta a una certa temperatura quanto minore è il calore di formazione del carbonato. Ag2CO3 raggiunge la tensione di dissociazione di 1 atmosfera a 275°, PbCO3 a 347°, MnCO3 a 327°, FeCO3 a 405°. Normalmente si stabilisce in tutti questi casi l'equilibrio MeCO31•MeO + CO2, e quindi la dissociazione, a una certa temperatura, si può far procedere asportando CO2.
Fra i carbonati più importanti citiamo: fra gli alcalini Na2CO3•10H2O, Na2CO3•7H2O, Na2CO3•H2O, Na2CO3 anidro. Il primo costituisce la soda cristallizzata del commercio. In natura si ha la termonatrite (trimetrica) Na2CO3•H2O; il natron (monoclino) Na2CO3•10H2O; il trona o urao (monoclino) Na2CO3•NaHCO3•2H2O (detto anche sesquicarbonato sodico). Di K2CO3 sono stati descritti varî idrati; il più sicuramente noto è K2CO3•2H2O. Il punto di fusione dei varî carbonati alcalini è il seguente: Li2CO3, 730°: Na2CO3, 853°: K2CO3, 894°; Rb2CO3, 850°: Cs2CO3 al rosso. Li2CO3, 0,152% è solvibile a 0°; 0,071% a 100°; Na2CO3,6,63% a 0°; 31,5% a 31°,9; 31,1% a 104°,8; K2CO3, 51,3% a 0°, 66,2% a 130° (questi dati sono riferiti a 100 p. di soluzione). Rb2CO3 e Cs2CO3 sono solubilissimi in acqua.
I soli bicarbonati che sono stati isolati sono quelli dei metalli alcalini. La solubilità dei bicarbonati di sodio e di potassio è inferiore a quelle dei corrispondenti carbonati (NaHCO3, 6,45% a 0°; 14,09% a 60°; KHCO3, 18,3% a o°; 37,5% a 60°). Le soluzioni dei bicarbonati scaldate perdono CO2.
Dei carbonati di ammonio i meglio conosciuti sono (NH4)2 CO3•H2O; NH4•HCO3 (bicarbonato). Il carbonato ammonico commerciale è un miscuglio di NH4•HCO3 con carbammato ammonico NH2•CO2•NH4. Poiché i tre sali (carbonato neutro, carbonato acido e carbammato) si trasformano facilmente l'uno nell'altro, tutti e tre si decompongono a una stessa temperatura. Già verso 60° si ha decomposizione in NH2 + CO2. Dei carbonati alcalino-terrosi in natura si trovano la whiterite BaCO3, trimetrica, la stronzianite SrCO3, trimetrica: il CaCO3 si trova sotto forma di aragonite trimetrica e di calcite romboedrica. La calcite presenta il fenomeno della doppia rifrazione ed è adoprata per preparare i nicols. Il CaCO3 costituisce le più svariate rocce dette calcari (v.). I carbonati alcalino-terrosi si preparano tutti facilmente (p. es. CaCO3 precipitato delle farmacie). I bicarbonati corrispondenti esistono in soluzione e non sono stati isolati: però il corpo di fondo delle soluzioni, ottenute sotto alte pressioni di CO2, è costituito da bicarbonato.
Del magnesio si conosce in natura la magnesite MgCO3, romboedrica. Si sono preparati varî idrati: p. es. MgCO3•3H2O. Si preparano artificialmente varî carbonati basici: la cosiddetta magnesia alba delle farmacie, leggiera e pesante, risponde approssimativamente alla composizione Mg(OH)2•3MgCO3•3H2O. Dei metalli pesanti si hanno in natura carbonati neutri, carbonati doppî e carbonati basici. P. es. PbCO3, cerussite (trimetrica), 2PbCO3•Pb(OH)2, idrocerussite; FeCO3, siderite (romboedrica), MnCO3, rodocrosite (romboedriea), ZnCO3, smithsonite (romboedrica); 2CuO•CO2, misorina; CuO•CuCO3, aq., malachite (verde); 3CuO•2CO2•H2O, azzurrite (azzurra). Per i carbonati doppî, v. sopra. Coi mezzi comuni di precipitazione (trattamento di una soluzione del sale del metallo con la soluzione di un carbonato o di un bicarbonato alcalino o di carbonato ammonico) si ottengono generalmente carbonati basici o miscugli di carbonato e d'idrato (v. sopra). Per riscaldamento del carbonato basico del metallo pesante con soluzione di bicarbonato alcalino si può ottenere il carbonato normale. La cosiddetta biacca di piombo è costituita da carbonato basico con un eccesso di Pb(OH)2 e di PbCO3 a seconda dei modi di preparazione, che consistono generalmente nell'ossidazione di Pb all'aria in presenza di acido acetico e reazione di CO2 sull'acetato. Mentre i carbonati alcalini, alcalino-terrosi, di magnesio, di piombo, sono costituiti da cristalli o polveri bianche, i carbonati dei metalli pesanti che dànno sali colorati, sono anche essi colorati (quelli di rame in azzurrastro, di nichel in verde, di cobalto in rosa, ecc.).