CARCASSONNE
(lat. Carcaso)
Città della Francia meridionale, capoluogo del dip. Aude, situata presso il fiume omonimo nel punto in cui questo descrive un gomito e muta la direzione del suo corso, da S-N in O-E, per unirsi al canale del Midi. C. si sviluppa nei due nuclei ben distinti costituiti dalla città alta (cité), posta su una collina a destra dell'Aude, e dalla città bassa (bourg), sulla riva opposta, in pianura.Menzionata da Plinio (Nat. Hist., 3,4,4) come oppidum celtico, nel suo nucleo più antico, quello della cité, C. risale all'età augustea, quando la Colonia Iulia Carcaso costituiva una stazione piuttosto importante lungo la direttrice Narbona-Bordeaux. Dotata di un primo impianto fortificato probabilmente già intorno al 300 (l'Itinerarium Burdigalense, del 330, la qualifica come castellum), C. venne occupata nel 418 dai Visigoti, per i quali, dopo la perdita di Tolosa, costituì il più importante e avanzato nodo strategico della Septimania nella difesa contro i Franchi. Alla fine del sec. 6° risale la creazione della diocesi autonoma di C., che al concilio di Toledo del 589 era rappresentata dal vescovo Sergio. Dal 720-725 al 750 ca. la città subì la dominazione araba e successivamente fu annessa con tutta la Septimania al regno franco. Centro dell'omonima contea, dopo la disgregazione dell'impero carolingio passò per breve tempo sotto la giurisdizione dei conti di Barcellona, che infine la cedettero (1070 ca.) alla famiglia dei Trencavel, visconti di Albi, Nîmes e poi di Béziers. Nel corso del sec. 12° la città conobbe un periodo di relativa prosperità, grazie all'accorta politica di equilibrio, fra le due opposte dinastie di Barcellona e di Tolosa, perseguita dai Trencavel, circostanza che di fatto le assicurò una notevole autonomia. Oltre alla costruzione in forme romaniche della cattedrale di Saint-Nazaire, risalgono a questo periodo la creazione del castello comitale all'interno della cinta tardoantica e lo sviluppo, all'esterno, dei due borghi di Saint-Michel e Saint-Vincent, anch'essi fortificati e dotati ognuno di una propria chiesa officiante.Con il diffondersi dell'eresia catara, incentivata a C. dagli stessi Trencavel - probabilmente per contrastare il crescente potere del clero locale - la città fu coinvolta direttamente nella guerra contro gli albigesi. Dopo la distruzione di Béziers, le truppe crociate inviate dalla corona francese posero l'assedio alla città nell'agosto del 1209; Raymond Roger Trencavel fu fatto prigioniero e ucciso e i rappresentanti regi presero possesso della roccaforte. In virtù della sua posizione strategica, quest'ultima divenne sede di uno dei più importanti siniscalcati istituiti dalla corona in Linguadoca e punto di forza della politica d'espansione del potere regio nel Midi. Si collocano in questo contesto la completa ristrutturazione del complesso difensivo preesistente, compresa la residenza comitale, la creazione di una seconda poderosa cinta a racchiudere la prima, la costruzione del coro gotico della chiesa di Saint-Nazaire e la fondazione ex novo, sulla sponda opposta dell'Aude, della città bassa.Quest'ultimo episodio fece seguito al fallito assedio con cui i Trencavel tentarono di ritornare in possesso dei loro domini (1240). L'appoggio fornito in quel frangente alla famiglia comitale dalla popolazione stanziata nei borghi fortificati fu drasticamente punito con la distruzione dei due insediamenti e nel 1247, per volere di Luigi IX, venne disposta la creazione di un nuovo nucleo abitativo, destinato, negli intenti del sovrano, ad assumere il ruolo di vera e propria città, centro delle attività produttive e di commercio a medio e lungo raggio. Di fatto, lo sviluppo dell'industria drappiera in concorrenza con Narbona e l'intensificarsi degli scambi consentirono ben presto al nuovo nucleo urbano di conquistare un posto di primo piano nella realtà economica della regione, sostituendosi alla cité, ormai in declino, anche nelle funzioni di principale centro politico e amministrativo.Cinta da mura in terra battuta - tranne lungo il fiume, dove era stata adottata una cortina in pietra contro le piene -, la nuova città fu facile preda, durante la guerra dei Cento anni, delle truppe inglesi al seguito del Principe Nero, che la distrussero nel 1355. Già dall'anno seguente si provvide tuttavia alla ricostruzione, sia pure su scala ridotta, del nucleo urbano, con nuove mura interamente in pietra. Nel Tardo Medioevo C. fu scossa da frequenti sommosse che fra il sec. 13° e il 14° si diressero in particolare contro l'istituto dell'Inquisizione, mentre in seguito furono espressione dei reiterati tentativi di rivalsa dei ceti subalterni nei confronti dell'affermarsi sulla scena politica della classe imprenditoriale e mercantile.L'aspetto che oggi contraddistingue la città bassa è quello conferitole dalle trasformazioni dei secc. 17° e 18°, responsabili della scomparsa pressoché totale di ogni traccia di edilizia civile medievale come anche degli originari insediamenti degli ordini religiosi - Francescani, Predicatori, Carmelitani -, la cui presenza a C. è testimoniata fin dall'epoca di Luigi IX. Tuttavia le modifiche e le trasformazioni poco o nulla hanno influito sull'impianto urbano, ancora ben leggibile nelle linee ordinatrici del progetto duecentesco. Tale impianto, insieme con le chiese di Saint-Michel e Saint-Vincent, costituisce di fatto l'unica testimonianza di età medievale di questa parte di Carcassonne. Come per l'altra celebre fondazione di Luigi IX, Aigues Mortes, anche per la città nuova di C. l'impianto venne progettato in funzione di una razionale distribuzione dei lotti per le abitazioni civili entro un reticolo di strade, che in questo caso venne realizzato in forme geometriche regolari, con tracciati viari intersecantisi ad angolo retto e con al centro, all'incrocio degli assi principali, lo spazio libero della piazza. Nella ricostruzione seguita all'incendio del 1355 l'estensione della città si ridusse notevolmente rispetto all'impianto originario - che probabilmente doveva comprendere anche zone adibite a orti e giardini - e il nucleo urbano circondato di mura assunse il contorno esagonale, oggi segnato dai grandi boulevards del 18° secolo.Per effetto della contrazione degli spazi edificati, che coinvolse principalmente la zona meridionale, venne allora a trovarsi subito a ridosso delle mura la chiesa di Saint-Michel - cattedrale di C. dal 1803 - che fu tra i primi edifici eretti nella città nuova, probabilmente a partire dal 1283. A navata unica con cappelle laterali e terminazione orientale a tre absidi poligonali, essa subì notevoli trasformazioni nei secc. 17° e 18° e una radicale 'riedizione' con i lavori di restauro condotti da Viollet-le-Duc dal 1860 al 1869 ca.; in un'arbitraria lettura in senso unitario dell'invaso, gli interventi ottocenteschi comportarono di fatto una sostanziale alterazione dei rapporti originari, che trovavano un proprio tratto peculiare nella contrapposizione fra l'ampio corpo longitudinale a navata unica con copertura lignea su archi-diaframma - probabilmente mutuato dalla coeva architettura mendicante - e la conclusione orientale (coro e absidi) fin dal progetto concepita con copertura a volta.Analoga soluzione, a navata unica, fu adottata nella chiesa di Saint-Vincent, la cui costruzione venne avviata al principio del Trecento. Provvista di un portico e probabilmente fin dall'origine progettata con copertura a volta, essa ha mantenuto più di Saint-Michel l'aspetto originario, soprattutto nella forma e nella disposizione delle luci. La facciata, dominata dall'alta torre campanaria, portata a termine solo nel sec. 16°, è caratterizzata dal portale, coronato in alto da un gâble a decoro rayonnant, che accoglieva in origine quattro statue di santi, attualmente assai rovinate e conservate all'interno dell'edificio.Ai primi anni del Trecento risale anche il Pont-Vieux; con otto arcate a tutto sesto e una lunghezza di m. 210 ca., esso costituì, fino al sec. 19°, l'unico collegamento esistente fra la città nuova e la cité di Carcassonne.Anche l'imponente complesso della cité, insieme con l'antica cattedrale di Saint-Nazaire (originariamente dedicata ai ss. Nazario e Celso), fu oggetto dei restauri diretti a più riprese da Viollet-le-Duc, dal 1846 ca. al 1879, e proseguiti poi da Boeswillewald e Nodet. Celebrati fin dalle prime battute o per contro aspramente stigmatizzati e criticati per la disinvoltura delle proposte restitutive, i lavori ebbero comunque il merito di intervenire contro uno stato gravissimo di degrado che, nella rovina quasi completa delle coperture, minacciava ormai la statica stessa degli edifici e di fatto la sopravvivenza di un complesso fra i più significativi per la storia dell'architettura militare medievale.Fu infatti nel corso del Duecento che in tre distinte campagne costruttive promosse dai sovrani francesi la cité assunse l'estensione e l'assetto attuali: una doppia cerchia di mura, rafforzata da cinquantadue torri, a racchiudere il borgo con la chiesa di Saint-Nazaire e il castello comitale, a sua volta dotato di un proprio dispositivo difensivo.La prima campagna di lavori venne condotta dal 1228 al 1239 e comportò in primo luogo, intorno alla cinta gallo-romana, la costruzione di una seconda cerchia di mura, con torri aperte sul fronte di gola, e di almeno tre barbacani; fra l'una e l'altra cinta un'opera di terrazzamento, che interessò anche le strutture preesistenti, consentì la sistemazione dell'area di rispetto, ad ampio spazio percorribile. Durante il regno di Luigi IX, dopo l'assedio del 1240 da parte dei Trencavel, i lavori si indirizzarono alla ristrutturazione dell'area dei borghi rasi al suolo, con la costruzione della Tour de la Vade e la riparazione delle strutture danneggiate nell'assedio, come il barbacane della Porte Narbonnaise o la Tour Bénazet e alcuni tratti a N e a S-O della cinta esterna. La terza campagna, sotto i regni di Filippo l'Ardito e di Filippo il Bello, comportò una ristrutturazione della cinta interna che, a eccezione della zona a N-E del castello, venne completamente rimodellata. Risalgono a questa fase, caratterizzata dall'impiego di un'apparecchiatura muraria a bugnato, lo châtelet della Porte Narbonnaise, la Tour du Trésau, la Porte Saint-Nazaire.Malgrado gli interventi di restauro abbiano inciso profondamente sulla leggibilità dell'intero complesso, quanto ancora la cité conserva di autentico è sufficiente a restituire una visione di sintesi del domaine royal fra le più complete mai realizzate nell'ambito dell'architettura militare, un'architettura allora all'avanguardia, aggiornata alle più recenti acquisizioni della tecnica costruttiva e ai progressi della poliorcetica; maturatasi nel corso delle crociate, gli ingegneri di corte ebbero il compito di imporla rapidamente in tutti i territori di nuova conquista.Anche il castello comitale, sorto fra il 1125 e il 1150 a ridosso delle mura tardoantiche, su preesistenti strutture romane, già a partire dal 1226 venne ampliato e fornito di una cinta difensiva autonoma in grado di isolarlo dal resto del borgo fortificato.I corpi di fabbrica romanici vennero sopraelevati e sotto Luigi IX, cui si deve la costruzione del barbacane antistante il castello, venne creata un'ampia sala di rappresentanza, che si estendeva a coprire tutta l'area della od. Cour du Midi, improntata al nuovo lessico architettonico della Francia settentrionale.Nello stile di corte di Luigi IX venne inoltre realizzato anche il coro della chiesa di Saint-Nazaire. L'antica cattedrale di C. era stata ricostruita in forme romaniche alla fine del sec. 11°; nel 1267 il vescovo e il Capitolo di Saint-Nazaire chiesero a Luigi IX l'autorizzazione ad ampliare il coro dell'edificio. Demolito il capocroce romanico, il nuovo impianto - un largo transetto su cui si aprono, a ciascun lato di un'abside poligonale poco profonda, tre cappelle orientate intercomunicanti - venne costruito a partire dal 1269 e completato poi sotto i vescovi Pierre de Rochefort (1300-1321) e Pierre Rodier (1323-1330).A contrasto con le severe forme della navata romanica, la terminazione orientale gotica accoglieva, sul modello della Sainte-Chapelle di Parigi, le nuove istanze estetiche, nell'assenza di cesure fra cappelle e transetto, che quasi ricreava lo spazio di una chiesa 'a sala', e nella smaterializzazione parietale, accentuata dalla presenza delle grandi vetrate. Restaurato arbitrariamente dall'architetto Jean Sargine Champagne e, sempre nel corso del sec. 19°, oggetto degli interventi radicali di Viollet-le-Duc, l'edificio conserva al suo interno le ventidue grandi statue dei pilastri del capocroce, realizzate tra la fine del Duecento e i primi del Trecento. Degni di nota sono anche la cappella del vescovo Guillaume Radulphe (1263-1266 ca.) - un esempio fra i più precoci della ricezione in Linguadoca di formule settentrionali, anche per quanto concerne il monumento funebre del vescovo, che per la prima volta accoglie il tema delle esequie - e inoltre, esemplato su quest'ultimo monumento, il sepolcro di Pierre de Rochefort.Il Dépôt Lapidaire du Château Comtal custodisce un'importante raccolta di sculture medievali: oltre a reperti archeologici d'età gallo-romana, sarcofagi paleocristiani, visigoti e frammenti scolpiti d'epoca carolingia, vi si conservano numerosi capitelli, lastre tombali e statue di epoca romanica e gotica, una fontana per abluzioni della seconda metà del sec. 12° e affreschi rinvenuti in situ, con scene di combattimento, risalenti alla fine dello stesso secolo o agli inizi del successivo.Nella città bassa, un edificio attiguo alla chiesa di Saint-Michel ne conserva il tesoro (Mus. Cathédrale), cui appartengono, per quanto riguarda l'epoca medievale, tessuti dei secc. 8° e 9°, un ciborio in rame dorato e smaltato e una pisside del 13° secolo.
Bibl.:
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