CARDINALE (VIII, p. 989; App. II, 1, p. 507)
Dal momento della prima creazione cardinalizia di Pio XII (18 febbraio 1946), che aveva portato il numero dei c. a 69, alla data della seconda creazione dello stesso pontefice (12 gennaio 1953) i vuoti si erano fatti numerosi nel Sacro Collegio, essendosi ridotti i c. a 46. Con la nomina di z4 nuovi c. Pio XII ristabilì il plenum tradizionale di 70 c., la scelta del pontefice rispondendo anche questa volta alla preoccupazione di dare al Sacro Collegio carattere di universalità con l'introdurvi uomini delle più diverse nazioni. Dei 24 neo c. 10 erano italiani, gli altri 14 essendo ripartiti fra le seguenti nazioni: Francia 2, Spagna 2, Stati Uniti 1, Canada 1, Germania 1, Brasile 1, Ecuador 1, Columbia 1, Irlanda 1, India 1, Polonia 1, Iugoslavia 1; venivano a trovarsi rappresentati per la prima volta nel Sacro Collegio: Colombia, Ecuador e Iugoslavia. Il 15 dicembre 1958 Giovanni XXIII procedeva alla nomina di 23 c. portando a 76 il numero dei membri del Sacro Collegio. Veniva così superato per la prima volta nella storia della Chiesa il massimo tradizionale di 70 c., che ha origine dalla Bolla Postquam verus ille di Sisto V del 3 dicembre 1586. Entravano a far parte del Sacro Collegio per la prima volta un messicano e un uruguyano. Giovanni XXIII creava poi altri otto c. il 14 dicembre 1959 e altri sette il 28 marzo 1960 (per la prima volta venivano fatti c. un giapponese, un filippino e un africano). Dopo queste creazioni cardinalizie il numero dei c. era di 85, ripartiti fra le seguenti nazioni: Italia 33, Francia 8, Stati Uniti 6, Spagna 5, Germania 4, Brasile 3, Inghilterra 2, Portogallo 2, Canada 2, Argentina 2 e un c. rispettivamente Africa (Tanganika), Armenia, Australia, Austria, Belgio, Cina, Cuba, Ecuador, Filippine, Giappone, India, Irlanda, Messico, Olanda, Polonia, Siria, Ungheria, Uruguay.