cardinale (sost.)
Il Cardinale dannato fra gli eretici (If X 120) è Ottaviano degli Ubaldini (v.), " un mondano uomo, lo quale ebbe tanta cura di queste mondane cose, che non par ch'elli credesse che altra vita fosse che questa " (Lana). In altri due luoghi della Commedia si trova un riferimento generico ai c. quali tipici rappresentanti del peccato di avarizia: Questi fuor cherci... e papi e cardinali, / in cui usa avarizia il suo coperchio (If VII 47), " quod avaricia istorum excedit avariciam ceterorum " (Benvenuto).
Assieme al papa i c. (cfr. anche Papato) sono ricordati da Folchetto (Pd IX 136), nella sua invettiva contro Firenze, la città che produce e spande il maledetto fiore (v. 130), distogliendo gli ecclesiastici dalle cure che dovrebbero essere loro proprie. A questo [cioè, a procurarsi ricchezze] intende il papa e ' cardinali; / non vanno i lor pensieri a Nazarette, / là dove Gabriello aperse l'ali.