carezza
. Dal latino caritia, che per chiaro passaggio semantico dal valore di " penuria ", " mancanza " (v. CARIZIA) assume il senso di " pregio " (v. l'aggettivo ʽ caro ' piuttosto frequente in D. nell'accezione di " prezioso "); il termine indica la lucentezza e preziosità delle anime, ricche di beatitudine (vedi la correlazione con ricchezza ' al v. 17 così quelle carole, differente- / mente danzando, de la sua ricchezza / mi facieno stimar), in Pd XXIV 19 Di quella ch'io notai di più carezza / vid'io uscire un foco sì felice, / che nullo vi lasciò di più chiarezza. Così leggono la '21 e il Petrocchi, mentre altre edizioni accettano la variante bellezza, diffusa soprattutto nel gruppo vaticano e nel gruppo del Cento.