CARISTO (Καρυστός; Carystus)
Antica città, fondata dai Driopi o dagli Abanti, ricordata da Omero (Il., II, 539); situata presso l'estrema punta meridionale dell'isola di Eubea, in vista della baia omonima, aperta a mezzogiorno, presso il promontorio Geraestus (a est). Stefano di Bisanzio deriva il nome di Caristo dall'omonimo figlio del centauro Chirone. La città moderna, capoluogo dell'Eubea meridionale, sorge presso le ultime propaggini del M. Ocha, il più alto dell'isola (m. 1604). La città antica sorgeva però alquanto più all'interno del paese, in località oggi detta Paleochora. Caristo nel 500 a. C. era sottomessa a Eretria e nel 490 fu occupata dai Persiani. Fu l'unica città dell'Eubea, che si guardò dall'entrare nella prima alleanza marittima ateniese, e che però venne costretta a entrarvi, pagando un tributo annuo di cinque talenti. Atene vi spedì inoltre una colonia. Nel 178-77 Caristo prende parte alla seconda alleanza marittima ateniese. Subisce l'influsso beotico prima, macedonico poi. Nell'ultima sollevazione dell'Eubea contro Atene, le rimase fedele. Le sorti di Caristo sono quindi identiche a quelle delle altre città dell'isola.
L'attività monetaria, con interessanti e artistici conî, coincide con i periodi di maggior fioritura della città (550-445; 411-336; 197-146 a. C.). Tra le iscrizioni provenienti da Caristo è un rendiconto degli amministratori (ταμίαι) della città (della metà circa del sec. IV), e un lungo elenco dei magistrati del sec. II a. C. Caristo è patria di Antigono, biografo e artista del sec. III a. C. La città era nota anche per le prossime cave di marmo detto appunto caristio (oggi cipollino).
Bibl.: C. Bursian, Geographie von Griechenland, II, Lipsia 1872, p. 432 segg.; Geisau, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., X, coll. 2256-59; Baedeker, Grèce, Lipsia 1910, p. 240; J.B. Head, Hist. Num., 2ª ed., Oxford 1911, p. 302; E. Babelon, Traité des monn. gr. et rom., II, i, Parigi 1907, p. 691 segg.; Inscr. Graec., XII, fasc. 9°, 1-52.