ANTONGINI, Carlo
Nacque a Milano, in una agiata famiglia di commercianti, da Pasquale e da Rosa Gaggi, il 15 apr. 1797. Di sentimenti liberali, ebbe parte nelle congiure del 1821, ma in maggior misura si compromise nell'insurrezione antiasburgica del marzo 1848, sicché, al ritorno degli Austriaci, fu costretto a rifugiarsi in Piemonte. Si fermò dapprima ad Arona, con l'intenzione di passare in Svizzera, ma poi, cambiando progetto, scelse come residenza Borgosesia, dove, di lì a poco, fece venire anche la moglie Elisa Foulon e la figlia Erminia. La sua casa divenne un rifugio e un centro organizzativo per i profughi politici lombardi.
Nel 1849 l'A. pensò di impiantare presso Borgosesia, ad Aranco Sesia, uno stabilimento per la produzione industriale di lana a pettine. Si trattava della prima iniziativa del genere in Piemonte (in Lombardia, una analoga impresa dei fratelli moravi Preissl, un decennio prima, non aveva avuto fortuna). L'A. fece venire da Milano il più giovane fratello Alessandro (nato a Milano il 28 febbraio 1814 e morto a Borgosesia il 2 maggio 1889) e insieme misero a punto il progetto, al quale associarono Baldassarre Zucchetti e gli altri fratelli A., Tomaso e Gaetano, che però non ebbero mai un ruolo attivo nella conduzione dell'azienda.
Gli A. acquistarono i macchinari in disuso dei Preissl e altri ne importarono dall'Alsazia, donde fecero venire anche alcuni tecnici, che rimasero a lungo ad Aranco Sesia per addestrare gli operai reclutati in massima parte tra i contadini della zona. Lo stabilimento entrò parzialmente in funzione nel 1850 e nel 1852 cominciò la lavorazione a pieno ritmo, con centocinquanta operai e duemilatrecento fusi. L'iniziativa ebbe molta fortuna e già nel dicembre 1854 la Società "Fratelli Antongini & Comp." era costretta ad integrare col vapore la forza idraulica divenuta insufficiente ai bisogni aumentati della produzione: si costituì perciò la "Società per la lignite di Boca", nella quale gli A. si associarono le ditte dei fratelli Avondi di Serravalle e di Giovanni Bollati di Prato Sesia. Anche sul piano della qualità gli A. ottennero presto alcune significative affermazioni: un diploma dell'Esposizione di Torino del 1858 dichiarava i prodotti A. non inferiori a quelli di industrie molto più antiche e importanti, come quelle inglesi e francesi; altrettanto lusinghieri attestati gli A. ottennero negli anni successivi all'Esposizione Internazionale di Londra del 1862 e all'Esposizione Universale di Parigi del 1867.
Nel 1860 il patriottismo degli A. mise in pericolo le sorti dell'ancor giovane impresa: sia Carlo sia Alessandro erano tra i più entusiasti sostenitori del partito d'azione e quando, durante la preparazione della spedizione garibaldina del 1860, l'amministratore della compagnia di navigazione Rubattino, G. B. Fauché, pretese una solida garanzia per la consegna dei due piroscafi destinati al trasporto dei volontari, Agostino Bertani si rivolse agli A., i quali non esitarono a legare così le sorti della loro azienda a quelle della spedizione dei Mille. A questa, tuttavia, Carlo ed Alessandro non parteciparono personalmente, contrariamente a quanto dice il Fossati, che li confonde con due omonimi nipoti, figli del fratello Gaetano.
Dal 1º genn. 1865 entrarono nella ditta A. i fratelli Michele e Francesco Schiomacher e i nuovi capitali permisero un potente sviluppo dell'azienda. Fu così inaugurato nel 1870 un nuovo grande stabilimento, con cinquemila e poi settemila fusi e quattordici pettinatrici Heilmann Schlemberger. Lo stesso ingrandimento dell'azienda finì per imporre, di lì a poco, il 16 apr. 1873, la sua conversione in società anonima, con la denominazione di "Manifatture di Lane in Borgosesia" e un capitale di due milioni e mezzo di lire: fu questa, con la ditta Rossi di Schio, la prima società anonima italiana nel settore laniero.
Carlo A., che era stato l'instancabile animatore dell'impresa, abbandonò la direzione della società, affidata a solerti funzionari, pur rimanendo nel Consiglio di amministrazione sino alla morte, avvenuta in Borgosesia il 15 febbr. 1886. Anche il fratello Alessandro preferì rinunziare a una funzione direttiva nell'azienda e si dedicò alla vita politica, militando alla estrema sinistra e riuscendo eletto deputato nel IV collegio di Milano nel 1876.
Bibl.: R. Tremelloni, Storia dell'industria italiana contemporanea,Torino 1947, pp. 215-16; Primo centenario. Manifatture di lane in Borgosesia, a cura di M. Magni, Torino 1950, passim; A. Fossati, Lavoro e produzione in Italia dalla metà del sec. XVIII alla seconda guerra mondiale, Torino 1951, pp. 106, 230;G. Quazza, L'industria laniera e cotoniera in Piemonte..., Torino 1961, pp. 36, 55.