BERTINAZZI, Carlo Antonio (detto Carlino)
Nacque a Torino il 2 dic. 1713 da Felice, ufficiale sabaudo, e da Giovanna Maria Gli. Giovanissimo, entrò al servizio, come paggio, del duca di Modena Rinaldo d'Este. A quattordici anni fu accolto nel reggimento paterno come portainsegna, ma si stancò presto della vita militare e si dette alla ventura: stabilitosi a Nizza per darvi lezioni di danza, se ne allontanò poco dopo passando per varie città italiane, finché si fermò a Bologna, dove aprì una scuola di danza e scherma frequentata dalla migliore società. Qui ebbe luogo il suo primo incontro con il teatro che segnò la maturazione di un'autentica vocazione di attore.
Entrato definitivamente in arte, il B. viaggiò per tutta la penisola, acquistando, con i successi, una grande notorietà: per un certo tempo si stabilì a Venezia, dove venne disputato dai maggiori teatri. Secondo la testimonianza del Casanova, che lo conobbe a Padova, dal 1735 al 1737 soggiornò a Pietroburgo, e al rientro in Italia recitò in varie città insieme con Giovanna Casanova (Zanetta), madre del celebre avventuriero. La sua fama giunse al Théâtre Italien di Parigi, privo dal 1739 di un valido Arlecchino per la morte del famoso Thomassin (T. A. Visentini), sostituito da A. Costantini, un buon acrobata e nient'altro. Chiamato a Parigi, il B. vi arrivò nei primi mesi del 1741: il 10 aprile debuttò con un canovaccio italiano, Arlequin muet par crainte.
Il pezzo era stato scelto appositamente per il B., in considerazione della sua scarsa conoscenza del francese; l'attore si affidò alla mimica e il successo fu entusiastico: il B. seppe vincere la difficile prova, costituita dall'interpretazione di un tipico testo dei repertorio di Thomassin, rivelandosi artista di primissimo ordine. I canovacci di Thomassin furono così ripresi e altri furono creati appositamente per il B., come Les dépits d'Arlequin et de Scapin (19 apr. 1741), Le divorce d'Arlequin et d'Argentine (13 maggio 1741), ArIequin et Scapin voleurs (20 maggio 1741).
Benché il Teatro italiano attraversasse a Parigi un periodo particolarmente difficile per la concorrenza sempre più vittoriosa della Comédie française, il B. sembrava rinverdime i tradizionali successi, cosicché nel 1742 fu accolto ufficialmente nella compagnia. Le commedie con le quali brillò particolarmente nel corso del suo lungo soggiorno parigino furono:
Coraline magicienne di C. A. Veronese, Coraline ésprit follet e Lajoute d'Arlequin et de Scapin anonime, Les fées rivales, Le prince de Salerne, Les vingt-six infortunes d'Arlequin ancora del Veronese. Ebbe anche occasione di recitare senza maschera come in La soirée des boulevards di Ch. S. Favart, nella quale sostenne. valorosamente la parte di Gobe-Mouche. Il 13 giugno 1758 rappresentò per la prima volta quello che sarebbe stato il suo cavallo di battaglia, Le fils d'Arlequin perdu et retrouvé,canovaccio del Goldoni. Dello stesso Goldoni, che fu suo convinto ammiratore, interpretò una commedia interamente scritta, L'amour paternel, rappresentata a Parigi il 4 febbr. 1763 con grande successo. Il B. seppe subito adeguarsi all'evoluzione del gusto del pubblico, mostrandosi provetto ballerino o abilissimo mistificatore nel gioco delle metamorfosi secondo le circostanze. Egli stesso scrisse Les nouvelles métamorphoses d'Arlequin, in cui riuscì a cambiare costume per ben dodici volte.
La posizione raggiunta - Luigi XV e la futura regina Maria Antonietta lo tenevano in grande considerazione - gli valse l'ingresso nella Comédie française, allorché nel 1779 il Teatro italiano venne chiuso, soggiacendo alla schiacciante concorrenza del teatro francese, sapientemente accreditata dalla campagna illuministica contro la tradizione della commedia dell'arte. Il suo primo successo alla Comédie franiçaise ebbe luogo con la commedia di J.- P. Claris de Florian, Arlequin roi, dame et valet. Nonostante la comprensibile riluttanza del B. a recitare un copione interamente scritto, il Florian scrisse per lui una trilogia di Arlecchino, Les deux billets, Le bon ménage ou la suite des deux billets e Le bon père ou la suite du bon ménage.Con Le bon ménage rappresentato il 17 genn. 1783 il B. ebbe il suo ultimo grande successo recitando ancora con la maschera. Morì alcuni mesi più tardi, il 6 sett. 1783.
Con lui scomparve l'ultimo grande rappresentante della commedia dell'arte sopravvissuto, oltre che allo scioglimento della compagnia italiana di Parigi, al suo repertorio. Neanche i sostenitori più fervidi di un teatro impegnato sul piano letterario e civile, come gli illuministi, riuscirono a sottrarsi al fascino della sua arte raffinata. Il B. godé infatti dell'amicizia di D'Alembert, al quale si deve con tutta probabilità il conunosso elogio funebre del Journal de Paris del 17 ott. 1783; il Grimm non esitò a tributargli i più alti riconoscimenti. Un eccezionale talento mimetico costituiva lo strumento principale della sua arte, come attestano gli osservatori contemporanei più avveduti dal Grimm, al Garrick che del B. fu amico e ammiratore.
La sua leggendaria amicizia con Clemente XIV ebbe ripercussioni letterarie di qualche rilievo. Il tema di una fantastica corrispondenza del papa infelice con l'attore felice interessò già il Galiani, ma fu realizzato solo nell'Ottocento da H. de Latouche, Clément XIV et Carlo Bertinazzi: correspondance inédite, Paris 1827.
Il 14 giugno 1760 il B. aveva sposato una giovane attrice e ballerina della Comédie italienne, Franoçoise-Suzanne Foulquier, detta Suzette, dalla quale ebbe vari figli. La maggiore, Barbe-Susanne, nata il 7 genn. 1762, studiò canto e debuttò a Parigi nel settembre del 1780.Non fece una gran carriera. Sposò un ballerino della Comédie française, Alban-Louis Bacquoy-Guédon, e visse a lungo in Inghilterra. Morì a Parigi il 27 ag. 1843. In memoria del padre le era stata assegnata una pensione.
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