TAVELLA, Carlo Antonio
Pittore, nato a Milano nel 1668, morì a Genova nel 1738. Allievo del pittore Giuseppe Merati e poi di G. Gruembroeck, il Solfarolo, dopo un lungo viaggio nelle città dell'Emilia, a Firenze e a Livorno, si stabilì a Genova. Ritornato a Milano nel '95 subì l'influsso di Pietro Mulier detto il Tempesta. Strinse a Bergamo amicizia con il Ghislandi. Il suo secondo soggiorno genovese s'inizia nel 1701 ed ha speciale importanza per l'influenza del Poussin e di Salvator Rosa, che doveva segnare nel pittore una profonda trasformazione; la sua prima maniera fredda, eccessiva per tonalità verde, ora si scalda e si perfeziona nel giuoco prospettico, portando nuovi elementi alla teatrale composizione fantasiosa e artificiosa del paesaggio tavelliano. Anche le figure nei suoi paesi, dipinti di maniera e con intendimenti prettamente decorativi, sembrano tolte (quando non sono dovute al Piola o al Magnasco) a quei maestri che egli copiò con amore.
Molte sue opere si trovano nelle quadrerie genovesi e il gabinetto civico dei disegni di Palazzo Rosso possiede una serie di suoi disegni.
Bibl.: C. G. Ratti, Vite de' pittori, ecc., II, Genova 1768; M. Bonzi, Il Tavella, in La Grande Genova, VI (1929); G. De Logu, Pittori minori liguri, lombardi, ... del '600 e '700, Venezia 1931; M. Bonzi, Un paesista preromantico: il Tavella, in Il Raccoglitore Ligure, 1932, n. 2; 1934, n. 3.