ARNO, Carlo
Nacque a Torino il 4 ott. 1868 da Valentino, matematico, e da Paola Sineo, figlia di Riccardo, uomo politico. Nel 1890 si laureò in giurisprudenza nell'università di quella città. Voltosi inizialmente alla professione forense, l'A. vinse per concorso una borsa di perfezionamento all'estero per lo studio del diritto romano, borsa che lo condusse negli anni 1894 e 1895 a Berlino e a Strasburgo. Nell'anno accademico 1896-97 intraprese l'insegnamento universitario a Camerino, quale straordinario di diritto romano e incaricato di istituzioni di diritto romano. Al principio del 1898 fu chiamato a Modena, alla cattedra di questa seconda materia, che lasciò dopo pochi anni per quella di diritto romano affiancata dall'incarico di istituzioni.
A Modena, dove il 1º febbr. 1902 conseguì l'ordinariato, l'A. insegnò per trent'anni e vi fu preside di facoltà (cfr. la miscellanea Scritti vari dedicati al prof. C. A. nel XXX anno di insegnamento del diritto romano nella R. Università di Modena 1898-1927, Modena 1928). Nel 1927-28 passò a Pavia, professore dapprima di istituzioni di diritto civile con l'incarico di istituzioni di diritto romano, infine di diritto romano con l'incarico di istituzioni di diritto civile. Gli ultimi anni della carriera universitaria l'A. li trascorse nella città natale essendo stato chiamato nel 1933-1934 nella università di Torino a insegnare istituzioni di diritto romano, passando poi a diritto romano.Collocato a riposo per limiti di età nel 1938, morì a Torino l'8 febbr. 1953.
L'A. fu membro di diverse istituzioni, tra cui l'Accademia delle scienze di Torino e quella di Modena, e membro fondatore della Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano.
Pregevoli studi monografici caratterizzarono il primo periodo dell'attività scientifica dell'A., tra i quali sono in particolare da ricordare: Della distinzione tra servitù rustiche e urbane (Torino 1895), Le obbligazioni divisibili e indivisibili (Modena 1901), La teorica del "periculum rei venditae" nel diritto romano classico (Torino 1897). In quest'ultimo studio e in altri minori ad esso collegati egli sviluppò, partendo dalla critica interpolazionistica, una tesi radicale - più tardi ripudiata - sul "periculum emptoris", che andò sotto il nome di "teoria dell'A." e che fu ripresa dal Haymann. Accanto ai numerosi altri contributi romanistici non mancarono, in questo primo periodo, i saggi dedicati al diritto vigente: Il contratto con sé medesimo (selbstcontrahiren)(Bologna 1896), L'articolo 462 del codice civile e l'attrazione reale (Torino 1915), ecc.
Una posizione ancor più spiccata - seppur isolata rispetto alle correnti ufficiali della ricerca romanistica - assunse l'A. nel secondo periodo della sua attività, in virtù di una sua teoria generale dello sviluppo storico del diritto romano, che egli venne elaborando in una serie ininterrotta di studi, oltre trenta dal 1921 al 1937, elencati in calce al volume di lezioni torinesi Introduzione allo studio delle Pandette (Torino 1937), che racchiude la sintesi del suo pensiero.
Lo sviluppo del diritto romano era per l'A. "il risultato della coesistenza delle due scuole di giureconsulti; ed i filoni di queste due scuole egli li riportava in su da Proculo e Labeone a Quinto Mucio, da Sabino a Capitone, a Servio Sulpicio Rufo; e poi giù giù questi filoni di muciani e serviani, anzi di un diritto muciano e di un diritto serviano, egli li vedeva protagonisti di un dialogo che continuava in Celso, Marcello, Ulpiano da una parte, in Giuliano, Africano, Venuleio, Paolo dall'altra parte; ed essi sarebbero ancora alla base delle masse della compilazione del Digesto; grandi isolati nella corsa, Pomponio, Scevola, Papiniano e Modestino. È un grande scenario storico in cui si muovono le figure dei giureconsulti, nella loro individualità, nei loro nessi e rapporti personali, nella loro umanità, e di cui per altro verso le due grandi correnti, assurte quasi a due complessi giuridici, formerebbero come due compatte masse corali di un dialogo continuo" (Grosso).
Muovendo dalla sua idea centrale l'A. ne intraprese la verificazione attraverso lo studio di numerosi istituti. Ma fu condotto fatalmente ad esasperare in modo unilaterale la sua tesi, che pure, nel nucleo essenziale, aveva servito, approfondendo il valore umano di giureconsulti e di scuole, in contrapposizione alle grandi masse storiche (diritto arcaico, diritto preclassico, diritto classico, diritto postclassico e giustinianeo) con cui operavano i fautori dell'interpolazionismo, al processo di sempre maggiore storicizzazione dello studio romanistico.
Fra gli scritti sulle due scuole si ricordano: Scuola muciana e scuola serviana (Modena 1922); La dottrina dell'"hereditas iacens" nella scuola serviana (ibid. 1924); La mia congettura sulle due scuole dei giureconsulti romani in relazione a quella del Bluhme sull'ordine tenuto dai compilatori delle Pandette (ibid. 1925); Cassio,"servianae scholae princeps"(ibid. 1925); Nuovi studi su Cassio (ibid. 1925); Cassio e la nuova legislazione augustea e postaugustea (Gand 1926); Le due grandi correnti della giurisprudenza romana (Modena 1926); La grande influenza del "liber de dotibus" di Servio (Roma 1929), ecc.
Non vanno infine dimenticati i corsi di lezioni. A Modena La teorica dei rapporti obbligatori (Modena 1911); Il diritto ereditario (ibid. 1912); Contratti speciali. Compravendita (ibid. 1913); Le cose e i diritti sulle cose (ibid. 1914); Le obbligazioni (ibid. 1915); a Pavia: Le obbligazioni. Parte generale (Pavia 1933); a Torino: Il possesso (Torino 1936); Il contratto di società (ibid. 1938); Diritto ereditario (ibid. 1938), oltre al corso, già citato, tenuto a Torino.
Accanto ai temi della scienza giuridica, l'A. toccò anche, con una numerosa serie di scritti, quelli della storia del Risorgimento, orientando le sue ricerche intorno alla figura del nonno, Riccardo Sineo. Videro così la luce numerosi opuscoli nei quali è conservata una preziosa documentazione: Il 1847 in Piemonte. Lettere inedite di contemporanei dirette a R. Sineo (Roma 1900); Nota sui ministeri Gioberti-Sineo e Chiodo-Rattazzi (ibid. 1906); R. Sineo e la proclamazione di Roma a capitale d'Italia (Tortona 1907); Alla vigilia della prima legislatura (Torino 1912); Per la biografia di R. Sineo. Presentazione di 60 e più documenti inediti (Napoli 1913); La prima legislatura ai tempi del ministero Balbo-Pareto (Porto Maurizio 1914); L'idea della guerra contro Toscana e Roma accolta e voluta dal Gioberti (Roma 1915) e altri.Nello spirito delle tradizioni familiari l'A. prese parte, nell'età giovanile e in quella matura, alla lotta politica e sostenne anche, senza successo, delle campagne elettorali (1904, collegio di Avigliana; 1913, collegio di Torino III).
Bibl.: A. De Gubernatis, Dict. international des écrivains du monde latin..., Rome-Florence 1905; G. Grosso, C. A., in Iura, IV(1953), pp. 553-555; Id., C. A., in Atti dell'Acc. delle Scienze di Torino, II, Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche, LXXXVIII (1953-1954), pp. 399-404.