BACCARO, Carlo
Nacque l'8 ott. 1766 a Grottaglie (Taranto). Studiò a Napoli, presso il Collegio del Gesù Vecchio, dove seguì, tra gli altri, corsi di geodesia e topografia. Contemporaneamente si esercitava nel disegno architettonico e apprendeva, da R. Le Boff, qualche nozione dì architettura militare. Diventato aiutante dell'architetto idraulico C. Pollio, partecipò, tra il 1790 e il 1792, a parecchi lavori, in varie parti del Regno: sistemazione dei regime del lago di Patria, scandagli marini e rilievo topografico dell'isola di Procida, completamento delle opere di riapertura, iniziate nel 1775 da A. Pigonati, del canale tra il porto esterno e il porto interno di Brindisi; nello stesso periodo fu incaricato del progetto di un nuovo acquedotto per la reggia di Caserta, e in questa occasione fu nominato architetto del "Tribunale di fortificazione, acqua e mattonata" del Regno di Napoli. Nel 1792 riprese lo studio dell'architettura civile, copiando monumenti antichi e cominciando a comporre sullo stile del Palladio; completava intanto i disegni della sua prima opera architettonica, il campanile di Oria: in questo, nei tre ordini classici, sono inserite colonne antiche. Dopo una breve collaborazione con l'architetto P. Schiantarella, portò a termine alcune opere edili: sistemazione del palazzo Albini, una villa sulle pendici dei monte S. Ermo e, nel 1800, un arco trionfale di stile classico in onore di Ferdinando IV (unita al progetto era una sua memoria sull'origine e l'importanza degli archi di trionfo). Nello stesso anno fu nominato professore di architettura civile e geometria pratica presso l'università di Napoli e, poco dopo, regio revisore di libri. Nel 1802, in occasione del ritorno del re dalla Sicilia, preparò con altri professori una decorazione trionfale con colonne corinzie e bassorilievi simboleggianti il rifiorire dei commerci. Nel 1803 fu approvato un suo progetto per l'acquedotto del Carmignano, già commissionato al Pollio; l'anno seguente cominciò a stendere le piante topografiche della Sicilia.
Durante la dominazione francese venne esentato dalle cariche accademiche, che riacquistò al ritorno dei Borboni, ottenendo anche l'incarico di "Architetto dell'amministrazione dei beni donati e reintegrati allo Stato". Per sua iniziativa fu istituito un laboratorio per lo studio della topografia, con apparecchi geodetici. Si dedicò in seguito all'arredamento e decorazione del palazzo reale al Gesù Nuovo e alla sistemazione del giardino e della villa del marchese di Genzano; in questa occasione inventò una pompa idraulica a doppio effetto. Va ricordata anche la sua invenzione di un apparecchio per misurare le distanze detto "monografometro". Non se ne conosce la data di morte.
Bibl.: N. Morelli, Biografia dei contemporanei del Regno di Napoli, Napoli 1826, pp. 154-161, C. Villani, Scrittori e artisti pugliesi...,Trani 1904, pp. 85 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II,p. 303.