BERGAMINI, Carlo
Nato a San Felice sul Panaro (Modena) il 24 ott. 1888 da Paolo e da Agnese Costa Giani, entrò all'Accadernia navale di Livorno nel 1905, uscendone guardiamarina nel 1908. Dopo la guerra contro la Turchia, nello Ionio, e il servizio nelle acque della Cirenaica col grado di tenente di vascello, prese parte al primo conflitto mondiale, imbarcato sull'incrociatore "Pisa", e si distinse nell'organizzare la difesa navale di Valona (1916) e - il 2 ott. 1918 - nel bombardamento di Durazzo, guadagnandosi una medaglia d'argento al V.M.
Dopo aver alternato comandi di unità a incarichi al ministero, il B. fu promosso contrammiraglio il 1° genn. 1938 e ammiraglio di divisione l'anno successivo. Il 1° ag. 1939 assunse il comando della V divisione, che lasciò alla vigilia della guerra, il 7 maggio 1940, per quello della IX divisione - che comprendeva le grandi navi da battaglia - e per l'incarico di capo di Stato Maggiore della a squadra navale, che tenne fino al 12 nov. 1940.
Passato sulla corazzata "Vittorio Veneto ", prese parte allo scontro di capo Teulada (27 nov. 1940) e ad altre importanti azioni navali nel Mediterraneo centrale, per le quali gli fu conferita la decorazione di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia e una seconda medaglia d'argento al valor militare. Dal dicembre 1940 al luglio 1941 tornò al ministero come ispettore per l'allestimento di nuove unità e membro ordinario del Comitato superiore di coordinamento per i progetti tecnici.
Promosso ammiraglio di squadra, tornò nel luglio 1941 sulla "Vittorio Veneto" quale comandante in 2a della la squadra navale e, al tempo stesso, della IX divisione. L'8 dic. 1941, conservando l'incarico di comandante in 2a della 1a squadra navale, assunse il comando della V divisione, alzando l'insegna sulla "Duilio ", una delle vecchie navi da battaglia rimodernate.
In questo periodo effettuò numerose missioni nel Mediterraneo centrale per scorta di convogli in direzione di Tripoli e il 13-16 febbr. 1942, per contrastare il tentativo britannico di rifornire Malta da Alessandria.
Il 5 apr. 1943 assunse il comando in capo della 1a squadra navale, con insegna di volta in volta sul "Littorio" - poi "Italia" sulla "Vittorio Veneto" e sulla "Roma". Il precipitare della situazione militare dell'Asse determinò lo spostamento delle unità maggiori a La Spezia, dove il B. curò a fondo, con ottimi risultati, la preparazione della squadra in previsione della battaglia navale che si aveva intendimento di ingaggiare al momento dell'attacco avversario ai centri maggiori della penisola. L'azione del B. fu rilevante in questo senso e il mattino del 7 sett. 1943 egli poteva comunicare al capo di Stato Maggiore della marina che la flotta era pronta ad affrontare il nemico ed a combattere fino alle estreme possibilità. Ma gli accordi nel frattempo ìntervenuti tra il governo italiano e gli Alleati per l'armistizio modificarono radicalmente i piani. In ossequio alle istruzioni, il B. ordinò alle forze dipendenti di prendere il mare per sfuggire alla prevedibile occupazione tedesca della base di La Spezia e rispettare gli impegni presi con la firma dell'armisfizio. Egli sottolineò nobilmente agli ammiragli ed ai comandantiin sottordine, in due riunioni la sera dell'8 settembre sulla corazzata "Roma", il supremo dovere dell'obbedienza, e sebbene non potessecontare assolutamente sulla difesa aerea - il gruppo da caccia della Sardegna era stato trasferito il 7 settembre alla difesa di Roma - prese il mare all'alba del 9 settembre con la squadra da battaglia e le navi dislocate a La Spezia e Genova, diretto alla base di La Maddalena. Informato che la base era in mano tedesca, il B. ordinò l'inversione della rotta, e la manovra era appena stata compiuta quando cinque velivoli tedeschi attaccarono la flotta; mancando ilcontrasto della caccia, gli attaccanti potevano sganciare ad alta quota e guidare col radiocomando le bombe sugli obbiettivi. Nelle acque dell'Asinara la corazzata "Roma", colpita da due bombe perforanti, affondò rapidamente travolgendo con sé il B. e la quasi totalità dello Stato Maggiore e dell'equipaggio.
Alla memoria dell'ammiraglio B. fu decretata la medaglia d'oro. Il 3 genn. 1944 gli fu anche conferita, alla memoria, con decorrenza dall'8 sett. 1943, la promozione ad ammiraglio d'armata per merito di guerra.
Fonti e Bibl.: Roma, ministero Difesa-Marina, Arch. dell'Uff. stor. della marina milit., busta 1340, fasc. 367; F. Garofalo, Pennello nero, Roma 1946, pp. 20-24; A. Jachino, Le due Sirti, Milano 1953, pp. 71-164; G. Santoro, L'Aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, II, Milano-Roma 1957, p. 569; M. Vacca Torelli, L'affondamento della "Roma", in Riv. maritt., XCII(1959), 8, pp. 17-37; R. Bernotti, Storia della guerra nel Mediterraneo (1940-43), Roma 1960, pp. 192, 280, 312-20; G. Fioravanzo, Le azioni navali dal 1° apr. 1941 all'8 sett. 1943, Roma 1960, pp. 119-29, 134-51; A. Cocchia, La difesa del traffico con l'Africa sett. dal 1° ott. 1941 al 30 sett. 1942, Roma 1962, pp. 185-239, 245-49; G. Moravanzo, La Marina dall'8 sett. 1943 alla fine del conflitto, Roma 1962, pp. 3-42.