BETTONI, Carlo
Nacque il 27 maggio 1725 a Bogliaco nei pressi di Salò. Tradizioni familiari di grande agiatezza e di mentalità aperta alla cultura e agli interessi d'una moderna educazione gli offrirono l'opportunità di compiere lunghi viaggi per la penisola, dopo il consueto corso di studi nei collegi di Novi e di Bologna. Toccò così, via via, i centri più importanti, da Firenze a Napoli, da Venezia a Roma, ovunque aprendosi la via alla conoscenza delle personalità più in vista del paese, conversatore curioso e attento, giovane intraprendente e avido &ascoltare e d'imparare.
Nel 1768 fondava l'Accademia agraria di Brescia in cui si proponeva di convogliare la sua attività, da tempo iniziata, di sperimentatore e d'imprenditore agricolo, circosta sin da allora alle terre di sua proprietà. Dalle letture della vasta pubblicistica classica o recente agli esperimenti in loco di nuovi ritrovati tecnici, il B. ricopriva con sempre fervido entusiasmo il suo ruolo di riformatore agricolo: trattò, nell'Accademia, della torba, del concime, dei bachi da seta, degli olivi, dell'estrazione dell'olio alimentare da semi sino ad allora non sfruttati; ideò e finanziò concorsi ed esperimenti senza lesinare le spese personali, e intraprese con notevoli sacrifici finanziari esperienze d'un certo rilievo, quali furono una serra di tipo nuovo per gli agrumi, un ritrovato speciale per far riuscire più lucida la seta, alcuni modelli di contro-fondi per i fornelli per limitare il pericolo delle scottature e il consumo del legname.
La mortalità dei gelsi, che si diffuse largamente nelle province venete dopo il 1770 mettendo in pericolo il normale sviluppo dell'industria serica, vide il B. combattere una sua piccola battaglia tecnica, iniziata con la pubblicazione d'una Risposta ai quesiti dell'Ecc. Magistrato dei beni inculti circa l'epidemia dei gelsi bianchi (Venezia 1771). Quando l'abate Giacomo Alberti pubblicò un'operetta Dell'epidemica mortalità dei gelsi e della cura e coltivazione loro (Salò 1773), egli lo accusò di plagio, pubblicando poi un Progetto per preservare i mori dalla corre te epidemia, aumentandone l'entrata, Brescia 1776 e Venezia 1778.
Il B. dette anche il suo contributo alle più minute questioni di tecnica agraria e artigiana, con i Pensieri sui fornelli da seta (Brescia 1777), con le Osservazioni e mezzi atti a rendere generale e vantaggiosa l'industria di nutrire il bestiame sì grosso che minuto colla foglia degli alberi (Brescia 1778), con i Pensieri sul governo de' fiumi (Brescia 1772), ampia trattazione sui mezzi di sistemare gli argini dei corsi d'acqua, per diminuire i pericoli delle inondazioni e aumentame la navigabilità.
Fra il 1777 e il 1786 il B. tentò, in collaborazione con l'abate G. Avanzini, una vasta impresa, che mirava alla realizzazione di una grande carta topografica dell'intera regione del Garda: opera condotta innanzi con vaste e impegnative ricerche, cui mise bruscamente fine la sua morte. Nel 1783, instancabile, egli s'era dato agli studi d'aerostatica, sull'onda dell'entusiasmo sollevato dai Montgolfier, e a preparare piani e progetti per usare i nuovi ritrovati tecnici per viaggi e scambi commerciali: gli uscì così di penna un libro interessante e singolare, L'uomo volante per acqua, per aria e per terra (Venezia 1784), miscuglio piuttosto audace di prosa scientifica e di progetti palesemente utopistici.
L'età matura orientò decisamente lo spirito d'iniziativa e il dinamico desiderio di migliori condizioni civili del B. verso un umanitarismo sempre più paternalistico, impegnato a modellare sulla propria aspirazione al bene il piccolo mondo della sua casa e della sua campagna. L'iniziativa più signfflcativa fu l'istituzione nel 1776 di un premio di 100 zecchini per promuovere la composizione di "novelle morali, in cui le primarie virtù, e tra esse l'amore de' nostri simili, si proponessero e istillassero per racconti di fatti e di esempii". Nacquero da questa iniziativa le celebri Novelle morali del padre Francesco Soave, e quelle d'ugual titolo di Girolamo Padovani, cui fu assegnata una metà del premio; a proprie spese il B. curò nel 1782 la stampa dei racconti del Soave, ai quali volle aggiungere altri d'ugual materia scritti da lui.
Quando morì, il 31 luglio del 1786 a Brescia, il B. lasciò erede della maggior parte dei propri beni l'Accademia patavina, nella quale fu commemorato dal Cesarotti.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Venezia, Provveditori sopra i beni inculti, Deputati all'agricoltura. Memorie agrarie, busta 21(sull'uso di nutrire il bestiame con foglie degli alberi); busta 14 (risposta ai quesiti circa l'epidemia dei gelsi bianchi). Una sua lettera è nell'Epistolario di M. Cesarotti, II, Venezia 1796, pp. 156-159; Un'altra inedita, del 177 da Petronio Zannarini, nella Bibl. Civica di Bassano dei Grappa, Epistolario Gamba, XIII c. App. I; cedola testamentaria nella Bibl. del Civico Museo Correr di Venezia, Cod. Cicogna, n. 3162/XXIX. Per la sua attività anche a favore dell'Accademia di Verona cfr. Atti e mem. dell'Acc. d'agricoltura scienze lettere arti e commercio di Verona. Indici dei volumi I-LXXV…, a cura di G. Biadego, Verona 1903, ad Indices; parlarono delle sue opere le Novelle letterarie di Firenze, 19 sett. 1778, coll. 603-607; 20 giugno 1783, col. 393; 9 gennaio e 7 maggio 1784, coll. 22-24 0 290-293; 18 maggio 1787, coll. 318-319, che pubblica il bando per le "povelle morali". Vedi ancora: Progressi dello spirito umano nelle scienze e nelle arti (Venezia), 24 febbr. 1783, pp. 57-58; Nuovo giornale enciclopedico (Vicenza), aprile -1783, pp. 21-36; maggio 1783, pp. 15-26; Magazzino georgico (Firenze), 30 apr. 1784, col. 275-77; Nuovo giornale enciclopedico (Vicenza), giugno 1789, pp. 103-104. Cfr. inoltre Saggi scientifici e letterari dell'Accademia di Padova, II, Padova 1789, pp. XXXII-XXXIV, XXXVIII; F. Re. Diz. ragionato di libri d'agricoltura, I, Venezia 1808, pp. 308-309; G. B. Brocchi, Discorso preliminare, in Commentari della Acc. di scienze, lettere, agricoltura ed arti del Dipartimento del Mella, I(1808), pp. 31-34; F. Soave, Memorie intorno alla vita del conte C. B., in Raccolta delle opere complete, XI, Novelle morali, Milano 1815, pp. 299-320 (e spesso ristampate nelle moltissime edizioni delle Novelle); V. Peroni, Biblioteca bresciana, I, Brescia 1816, pp. 127-128; G. Brunati, Dizionarietto degli uomini illustri della Riviera di Salò, Milano 1837, pp. 35-38 e passim; lo stesso contributo figura ristampato nella Biografia di E. De Tipaldo, V, Venezia 1837. pp. 285-289; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia ed i suoi ultimi cinquant'anni, App., Venezia 1857, pp. 158-9; Memorie dell'L R. Acc. di scienze lettere ed arti degli Agiati di Rovereto Pubbl. Per commemorare il suo centocinquantesimo anno di vita, Rovereto 1903, pp. 489-90; P. Pecchiai, La "Società Patriottica" istituita in Milano dall'Imperatrice M. Teresa, in Archivio storico lombardo, XLIV(1917), pp. 128-29 (dà notizie sul concorso delle "novelle morali"); G. Boffito, Il più antico progetto italiano di dirigibile moderno (1784) del salodiano C.B., in Rivista aeronautica, V (1929), pp. 197-201.