BISI, Carlo
Nacque a Brescello (Reggio Emilia) il 18 dic. 1890, da Cesare e da Rita Brindani. A tredici anni si trasferì con la famiglia a Parma, sede assegnata al padre, direttore didattico, e qui si diplomò presso la locale Accademia di belle arti, conseguendo anche il diploma di abilitazione all'insegnamento dei disegno. Nel 1912 esordi come illustratore disegnando le tavole per l'Anatomia plastica di C. Monguidi, edita da Battei (Parma), e due anni più tardi si trasferi a Milano, affrontando le prime esperienze giornalistiche e collaborando dal 1915 al satirico torinese Numero. Nel 1917, ormai iscritto all'Associazione lombarda dei giornalisti, iniziò il lungo sodalizio con il Corriere dei piccoli, che durò oltre quarant'anni e per il quale, nel 1929, creò Sor Pampurio, personaggio destinato a dargli vasta popolarità.
Stralunato eroe da "strapaese", delineato "con una splendida sintesi di tratti veloci e ra pidi contorni …, Sor Pampurio sviluppa, in una impietosa teoria di piccoli fatti, di brevi tragedie domestiche, di lividi "inconvenienti", tutta l'alienata epopea dell'uomo medio italiano" (Faeti, 1972).
Durante la guerra il B. lavorò al Giornale del soldato nel 1917-18 e a La Giberna nel 1918. L'anno successivo le sue vignette, a cui la pratica incisoria conferiva un segno arioso ed elegante, apparvero su Ardita, La Domenica dei fanciulli e sul raffinatissimo Satana beffa, insieme con quelle di A. Bonzagni, M. Bazzi, L. Dudreville e R. Ventura. Nel fervore della ricostruzione, erano nate nuove case editrici come La Modernissima e Caddeo (ambedue di Milano), per le quali, dal 1920, realizzò copertine e illustrazioni. Nel 1920 fondò, con P. Mazzuccato e C. Veneziani, il satirico Barbapedana ispirato ad una popolare macchietta di menestrello meneghino. Dal 1925 intensificò le sue collaborazioni ai periodici: Le Vie d'Italia, La Festa, Il Giornale illustrato dei viaggi, ma soprattutto a Guerin Meschino, di cui fu una delle colonne, insieme con G. Manca, G. Baldo, G. Russo (Qirus), ecc., illustrandone anche i famosi almanacchi umoristici. Nello stesso periodo lavorò per gli editori Ceschina, La Voce, Imperia, Monanni, Istituto editoriale italiano, Elettra, Sonzogno, Bottega di poesia, illustrando oltre una trentina di volumi. Eccellente animalista, nel 1930 fu autore di un libro di Esercizi di ritaglio per le edizioni Paravia, ma le sue illustrazioni più famose sono quelle per le avventure di Tompusse di Mario Buzzichini, pubblicate nella "Scala d'oro" della UTET (Torino) nel 1932-33.
Felice sintesi delle esperienze dei secondo futurismo nella grafica destinata all'infanzia, il loro tratto essenziale, di esplicita povertà, è ironicamente funzionale alla smitizzazione dei riti cari alla "romanità", e "perfino le sue chiaroveggenti sfilate militari, si svolgono con la pompa e la precarietà di una processione di balocchi di latta" (Pallottino, 19792 p. 84).
Come pittore si dedicò prevalentemente al paesaggio, ritraendo aspetti caratteristici del lungo Po e della campagna emiliana e lombarda, come incisore si specializzò nella punta secca, partecipando alle rassegne internazionali di Praga, Varsavia, Budapest, Parigi. Espose alle Sindacali lombarde dal 1932, alle Biennali veneziane dal 1934 - anno in cui vinse anche il concorso per il manifesto della XIX edizione - fino al 1942, alle Quadriennali romane del 1935 e 1939, alla Mostra universale di Parigi del 1937, alle Permanenti di Milano del 1935 (Corriere della sera, 26 febbr. 1935) e del 1938-39 (G. Marangoni, in Il Perseo, 15 dic. 1938), alla III Sindacale romana del 1941, ai premi Marzotto, alla Mostra dell'incisione reggiana del 1961, alle Biennali dell'umorismo nell'arte di Tolentino dove, nel 1975, gli fu allestita una mostra personale. Sue illustrazioni sono state esposte alla bolognese "La Metafisica: gli Anni Venti" (1980) e alla milanese "Gli Annitrenta" (1982). Tra le personali ricordiamo quella della galleria Ranzini di Milano (Corriere della sera, 19 nov. 1957) e le sessantaquattro tele alla galleria Bulzoni di Milano nel 1971, che riscossero un grande successo. Eletto membro effettivo dell'Accademia di belle arti di Parma nel 1952, socio degli Incisori d'Italia, ottenne numerosi riconoscimenti, fra i quali vanno menzionati: il premio Ricci per il paesaggio, 1934; il premio Patriottica, 1950, e Parma, 1951 i nonché l'ex aequo alla mostra "Milano di ieri e di oggi", dei comune di Vimercate nel 1957.
Morì ultranovantenne nella casa di riposo di Reggio Emilia il 27 febbr. 1982. Le sue opere figurano alle Gallerie d'arte moderna di Milano e Firenze, al Gabinetto delle stampe di Milano e all'Accademia di belle arti di Firenze.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate ricordiamo: C. Ratta, Gli adornatori del libro in Italia, VII, Bologna 1927, tav. 233; La Revue moderne (Paris), 15 ott. 1931 e 30 ag. 1933 X. Morro); V. Costantini, La pittura italiana contemporanea, Milano 1934, p. 327; Gec [E. Gianeri], Storia della caricatura, Milano 1959, pp.230 s.; Id., Storia della caricatura europea, Firenze 1967, p. 127; F. Caradec, Iprimi eroi, Milano 1962, pp. 348-354; Bande dessinée et figuration narrative (catal.), Paris 1967, p. 77; G. Bertieri, in A-Z Comics, Genova 1969, p. 136; G. Strazzulla, I fumetti, Firenze 1970, p. 179; Id., Fumetti di ieri e di oggi, Bologna 1977, p. 296; L. Becciu, Il fumetto in Italia, Firenze 1971, pp. 185, n. 306; C. Carabba, Corrierino, Corrierone, Firenze 1971, p. 61; A. Faeti, Guardare le figure, Torino 1972, pp. 295-300; G. Genovesi, La stampa periodica per ragazzi, Torino 1972, p. 57; P. Pallottino, in Conformismo e contestazione nel libro per ragazzi (catal.), Bologna 1979, p. 84; Id., in La Metafisica: gli Anni Venti (catal.), II, Bologna 1980, pp. 272 s., 322 (ill.); M. Chierici, Che fine ha fatto Sor Pampurio?, in Corriere della sera, 9 febbr. 1981; P. Pallottino, in Annitrenta (catal.), Milano 1982, p. 581; A. Mazzucca, Buffo, un po' nevrotico, piccolo borghese…, in Il Giornale, 6 marzo 1982; E. Cassoni, Il cartellonismo e l'illustrazione in Italia dal 1875 al 1950, Roma 1984, p. 100.