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BONAVIA, Carlo

di William George Constable - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)
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BONAVIA, Carlo

William George Constable

Mancano notizie biografiche di questo pittore di marine e paesaggi, attivo a Napoli nel XVIII sec.; se ne conoscono opere datate tra il 1755 e il 1788. È probabile che non sia nato a Napoli dal momento che nessuna fonte napoletana lo nomina (De Rinaldis). Lo Zani, giudicandolo "bravissimo", lo qualificava sia come "pittor di vedute" sia come "pittor di storia" (da intendersi nel senso che nelle sue opere il B. introduceva anche personaggi in azione).

Sono stati identificati quarantun quadri del B. (diciassette firmati e datati, due solo firmati, dieci soltanto datati e dodici né firmati né datati). Cinque disegni già nella collezione Schiff (vendita Christie's, 24 giugno 1938, nn. 1-5) sono ora dispersi. Rappresentavano vedute dei dintorni di Napoli: il fatto che fossero tutti della stessa misura e che l'unico disegno riprodotto nel catalogo presenti una piegatura nel mezzo fa supporre che si tratti di fogli di un album di appunti; un sesto disegno, firmato per esteso, è nella collezione di Francis Watson a Londra e rappresenta delle rovine non identificate. I quadri raffigurano per la maggior parte la costa o - dodici di essi - la campagna nei dintorni di Napoli. Solo quattordici dei soggetti sono stati identificati; nelle due tele col Sepolcro aPozzuoli e in altre due con il cosiddetto Tempio di Diana a Baia i monumenti sono posti in paesaggi non corrispondenti alla realtà, il che fa ritenere che anche altri paesaggi del B. possano essere "capricci" o "vedute ideate". Fuori dall'ordinario, in quanto rappresenta una scena con figure, è l'Erminiache si rifugia tra ipastori (coll. Agnew, Londra).

La prima opera datata conosciuta è un Paesaggio con cascata (Napoli, Museo di Capodimonte, 1755); tra le altre ricordiamo: il Vesuvio in eruzione (1757, coll. Lord Montagu of Beaulieu), Chiaro di luna su un'insenatura rocciosa (nel 1889 nella coll. Harrach), Naufragio su una costa rocciosa (1757, mercato antiquario di Londra), che hanno in comune la caratteristica di una luce drammatica, mentre negli altri quadri prevale una serena luce mattinale o pomeridiana. Ultima opera datata (1788) è il Castel dell'Ovo (Honolulu, Academy of Arts). Il fatto che quattro delle sette opere datate 1757 fossero in collezioni inglesi già nel sec. XVIII e che altre due datate 1756 siano anch'esse in Inghilterra fa pensare che il B. avesse in quegli anni protettori stranieri. Non si conoscono altrimenti acquirenti di sue opere.

Lo stile dei quadri del B. è costante: dalle prime alle ultime opere, il colore, i toni e la pennellata denotano un linguaggio maturo. In tutte le opere è evidente l'influsso, anche nei soggetti, di Salvator Rosa, tanto che qualche volta opere del B. sono state attribuite al Rosa. Ma più diretto e specifico è l'influsso, sia per lo stile sia per i soggetti, di Joseph Vernet, a cui anche sono state spesso attribuite opere del Bonavia. Il Vernet fu a Roma dal 1734 al 1752, anno in cui fece un breve viaggio a Napoli; fatto che fa supporre che il B. avesse frequentato il Vernet a Roma prima della sua attività napoletana.

Fonti e Bibl.: P. Zani, Encicl. metodica... di Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 168; G. K. Nagler, Neues allgemeines Künstler-Lexikon, II, München 1835, p. 33; Catalog der ErlauchtGräflich Harrachischen Bildergalerie, Wien 1889, pp. 55, 95 s. (non compare nelle ediz. posteriori); A. De Rinaldis, Pinacoteca delMuseo Naz. di Napoli (catal.), Napoli 1928, pp. 30 s.; C. Lorenzetti, Pittura napoletana..., in Mostra della pitt. napol. deisecc. XVII-XVIII-XIX, Napoli 1938, pp. 183 s.; W. G. Constable, C. B. and some paintersof vedute..., in Beiträge fürGeorg Swarzenski..., Berlin-Chicago 1951, pp. 198-204; Id., C. B., in Art Quarterly, XXII (1959), pp. 19-44; T. J. McCormick-W. G. Constable, Notes on some furtherattributions to B., ibid., XXIII (1960), pp. 371 s.; W. G. Constable, C. B., an Addendum,ibid., XXV (1962), pp. 123-127; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 276.

Vedi anche
Jòli, Antonio Jòli ‹i̯ò-›, Antonio. - Pittore (Modena 1700 circa - Napoli 1777), uno dei più celebri scenografi e quadraturisti del suo tempo, attivo anche in Inghilterra (1744-50) e in Spagna (1750, nominato al teatro del Buen Retiro). A Venezia fu tra i fondatori dell'Accademia e a Napoli (1772-77) lavorò al teatro ... Hackert, Jakob Philipp, detto Hackert d'Italia Hackert ‹hàkërt›, Jakob Philipp, detto Hackert d'Italia. - Pittore (Prenzlau 1737 - San Piero di Careggi, Firenze, 1807). Recatosi nel 1768 a Roma insieme al fratello Johann Gottlieb (1744-1773), dipinse con la sua collaborazione molte vedute dei dintorni della città. A Napoli, chiamato da re Ferdinando ... Pannini, Giovanni Paolo Pannini (o Panini), Giovanni Paolo. - Pittore e architetto (Piacenza 1691 circa - Roma 1765). Cresciuto nell'ambiente dei Bibbiena, fu poi allievo (1711-18) di B. Luti a Roma, dove scoprì il paesaggio classico; fu suggestionato anche da Pannini, Giovanni Paolo van Wittel, G. Ghisolfi e V. Codazzi. Protetto ... Gérard, François-Pascal-Simon Gérard, François-Pascal-Simon. - Pittore e illustratore (Roma 1770 - Parigi 1837). A Parigi frequentò gli studî di A. Pajou e di N.-G. Brenet e, nel 1786, fu allievo di J.-L. David. Vincitore (1789) del Prix de Rome, nel 1794 fu nuovamente a Parigi dove illustrò, per l'editore Didot, opere di Virgilio, ...
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carlo
carlo s. m. – Denominazione generica di monete emesse da sovrani di nome Carlo; fu data allo scudo (filippo) di Carlo II re di Spagna e dell’imperatore Carlo VI, e a una moneta d’oro del valore di 5 talleri di Carlo duca di Brunswick....
san Carlo
san Carlo locuz. usata come s. m. (pl. san Carli). – Moneta d’argento con il tipo di s. Carlo emessa da Carlo Emanuele I duca di Savoia nel 1614, del valore di 9 fiorini, aumentato via via negli anni seguenti (nel 1630 era superiore di...
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