CAPASSO, Carlo
Nacque a Bergamo il 1º luglio del 1879 da Gaetano e da Elena Gegger. Il padre era cultore di studi storici ed autore, tra gli altri di due saggi dedicati a Paolo Sarpi e all'abate calabrese Jerocades, aderente alla massoneria. Laureatosi in discipline umanistiche nel 1900, l'anno seguente il C. entrò nell'insegnamento medio e fu destinato in varie sedi, compiendo però l'esperienza più significativa a Noto (Siracusa). A questo primo periodo appartiene uno scritto di argomento pedagogico, Il problema educativo e la necessità dei convitti (Noto 1895).
Maturava intanto nel C. un'altra profonda vocazione per gli studi storici che cominciò a dare i suoi frutti sin dal 1901 e che l'avrebbe condotto al conseguimento della libera docenza nel 1913.
Temi di ricerca e meditazione storica nell'ambito del dominio medievale e relativi all'area bergamasca il C. affronta in Nuove notizie storiche su Armaciotto dei Ramazzotti, Camerino 1901; Il Pergaminus e la prima età comunale a Bergamo, Milano 1906, in cui parte dall'analisi di un poemetto in lode di Bergamo, appunto il Pergaminus, fissandone la data al terzo decennio del secolo XII e stabilendone l'autore in Mosè Brolio, un maestro bergamasco vissuto anche a Costantinopoli, per soffermarsi poi ad illustrare la nascita del Comune a Bergamo e le dimensioni sociali e politiche del fenomeno; a cui seguirono il Referendario e l'amministrazione viscontea a Bergamo, Pavia 1907, e I "Provvisionati" di Bernabò Visconti, Milano 1911.
Ad altri studi sullo stesso tema, La Signoria viscontea e la lotta politico-religiosa col Papato, in Boll. d. Soc. pavese di st. patria, VIII (1908), si alternano indagini che si situano nella prima età moderna. Tra queste La politica di Paolo III e l'Italia, Parma 1901, premiata (1902) dall'università di Bologna e recensita da L. Staffetti (Archivio storico italiano, s. 5, XXXIII [1910], pp. 53-95). Essa racchiude i primi risultati delle ricerche sul pontefice di casa Farnese, fondate su una base documentaria eccezionalmente vasta e rigorosamente vagliata. In particolare, viene esaminata la sua attività politica in relazione all'Italia, l'intensa attività diplomatica dispiegata e tesa ad assicurarsi un ruolo di arbitro ed una consistente libertà di movimento. Sullo stesso tema verte Firenze,Filippo Strozzi,i fuorusciti alla corte pontificia, Camerino 1901, saggio di mediocre rilievo.
Accanto a questa produzione scientifica di qualche valore sono anche le sue testimonianze come uomo di scuola, sensibile alle esigenze della didattica ed ai problemi dell'insegnamento (Riforma dell'amministrazione scolastica provinciale, Noto 1906; Corso di storia generale ad uso dei licei, Napoli 1907).Durante la parentesi della guerra 1915-1918 - cui prese parte - ebbe modo di svolgere la sua attività e di produrre opere riguardanti quasi esclusivamente l'ambito della scuola (L'ora che volge: per l'anniversario della nostra guerra, Noto 1916; Unione generale degli insegnanti italiani,sezione di Noto. Relazione dell'opera svolta nel primo anno di vita, Noto 1918; in coll. con C. Barbagallo, Letture letterario-storiche, 2 voll., Roma 1916-19).
Dopo la guerra il C. vinse il concorso bandito il 24 marzo 1926 presso la scuola di storia moderna in Roma, allora istituita accanto alla preesistente sezione di storia medievale e diretta da G. Volpe, rimanendovi alunno dal 1º ott. 1926 al 31 ott. 1928; quindi divenne professore di storia moderna nella facoltà di scienze politiche a Perugia. In questi anni maturò il suo approdo al fascismo che ne influenzo l'attività pratica e quella scientifica orientata, a parte l'edizione del Chronicon Bergomense guelpho-ghibellinum nella ristampa muratoriana (XVI, 2, dei Rer. Ital. Script., in coll. con G. Locatelli), sempre più verso la storia moderna e contemporanea.
Del 1923 e del 1925 sono due successivi ampliamenti e rifacimenti del Paolo III (Messina-Roma), frutto di circa un ventennio di ricerche in archivi e biblioteche di tutta Europa, a cui va collegato il più tardo saggio su Barbarossa e Carlo V, in Riv. stor. ital. (s. 4, II [1932], pp. 162-209, 304-348). Del 1927 è lo studio su La Polonia e la guerra mondiale (Roma) a cui seguiva nel 1932 (Firenze) L'Unione Europea e la Grande Alleanza del 1814-15, che doveva essere la premessa di un'opera monumentale sulla Restaurazione.
Un qualche interesse, come esempio di politica, culturale del regime fascista, ha la pubblicistica scolastica e l'opera di divulgazione a fini didattici a cui, in questi anni, il C. continuò a dedicarsi accentuandosi i motivi di ispirazione propagandistica: Scuola e patria: discorso, Ragusa 1923; Cenni di storia delle scienze, Messina-Roma 1924; Le scoperte geografiche e i viaggi di esplorazione, Messina-Roma 1924; La nazione italiana dall'età moderna all'era fascista (con prefazione di L. Federzoni e A. Rocco) Milano 1930; Le nazioni moderne dall'età napoleonica all'era fascista (con prefazione di A. Rocco), Milano 1930; Nazioni e imperi dell'età moderna (prefazione di L. Federzoni), Milano 1930; Italia e Oriente, Firenze 1932.Nel 1932, avendo vinto un nuovo concorso entrando con Silva e col Pontieri nella terna per la cattedra di storia medievale e moderna della facoltà di lettere presso l'università di Napoli, resasi vacante per la morte di Michelangelo Schipa, fu chiamato a ricoprirla, per rinunzia del Silva, nel novembre dello stesso anno.
Ma, stroncato da un male contratto in guerra, moriva di lì a poco a Napoli il 2 maggio 1933.
Bibl.: C.C., in Riv. stor. it., IV (1933), pp. 364 s.; S. Pontieri, C.C., in Arch. della R. Soc. romana di st. patria, LVI-LVII (1933-34), nn.1-8; C. C., in Ann. del R. Ist. di st. it. per l'età moderna e contemporanea, II-III, (1936-37), pp. XXX; F. Chabod, L'età del Rinascimento, in Cinquant'anni di vita intellett. italiana, Napoli 1966, I, pp. 209, 233; W. Maturi, Gli studi di storia moderna e contemp.,ibid., p. 298; E. Sestan, L'erudizione stor. in Italia,ibid., II, p. 505; G. Volpe, Storici e maestri, Firenze 1967, pp. 462 s., 474; Enc. Ital., App. I, p. 355.