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CARASI, Carlo

di Ferdinando Arisi - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 19 (1976)
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CARASI, Carlo

Ferdinando Arisi

Nato a Castelnuovo Val Tidone (Piacenza) il 14 nov. 1734, primogenito del conte Raffaele e di Barbara Dal Pozzo Farnese, dopo aver compiuto, sotto la guida di precettori privati, gli studi umanistici a Piacenza, dove i genitori risiedevano abitualmente, entrò nella Compagnia di Gesù (30 maggio 1756). Consacrato sacerdote, insegnò lettere a Bologna e a Brescia, fino all'8 febbr. 1767, quando per una crisi di coscienza lasciò la Compagnia e tornò in famiglia; ma non abbandonò la vita ecclesiastica, anzi fu dopo qualche tempo nominato canonico della cattedrale di Piacenza e coadiutore del parroco di S. Maria in Gariverto, al quale successe il 29 nov. 1782.

La sua produzione letteraria iniziò piuttosto tardi: del 1779 è la cantata Imeneo sulle Alpi (pubbl. a Piacenza); dell'anno successivo l'Orazione funebre in morte del m.se e duca don Giovanni Sforza d'Aragona,Malvicini Fontana (ibid.), e quella che è la sua opera più nota, Le pubbliche pitture di Piacenza (ibid.), dedicate a C. Poggiali, famoso in patria per aver pubblicato tra il 1757 e il 1766 i dodici volumi delle Memorie storiche per la città di Piacenza. Del 1784, pubblicati sempre a Piacenza, sono gli sciolti dedicati a Luigia Lando sposa di Giuseppe Radini Tedeschi, un epitalamio come le Rime pubblicate a Piacenza nel 1795 "per le faustissime nozze di Alessandro Ragazzoni con la N.D. Virginia Bossi e il Tempio della Felicità (ibid. 1800) per le nozze di Don Annibale Bellisomi e Donna Girolama Lando".

Epitalami, traduzioni dal latino e dal greco sono anche i "doni nuziali" per le nozze Barattieri-Capece e Le virtù delle donne (quest'ultimo in collaborazione con altri), per le nozze del conte Luigi Dal Verme con la contessa Lucrezia Anguissola (ibid. 1794). Diresse e ospitò nella sua casa la Società storica e letteraria (1784; in origine Società privata di filosofia e belle lettere), cui erano associati i migliori ingegni della città, tra i quali Gian Domenico Romagnosi, che il 22 giugno 1789 vi lesse la sua opera prima: Sull'amore delle donne considerato come motore precipuo della legislazione.

Il C. fu instancabile fino agli ultimi anni, non solo negli studi ma anche nell'attività pastorale. Nel 1787 in una pubblica lettura sostenne la necessità della istituzione di scuole pubbliche per i ragazzi del popolo dai cinque ai dodici anni.

Morì il 16 apr. 1802 a Piacenza e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Gariverto.

Più che con i componimenti letterari, il C. acquistò fama con Le pubbliche pitture di Piacenza, una guida snella ma ricca di dati e di osservazioni, scritta "per secondare le ricerche dei forestieri", nel genere di quella del Ruta per Parma (1752).

Si tratta in realtà di un lavoro di équipe, poiché si valse della collaborazione del Poggiali per la parte storica e del pittore piacentino Antonio Peracchi per le attribuzioni e i giudizi di valore. L'opera non si limita a fornire un arido elenco; biografie e giudizi sono sintetici ma motivati; sono segnati con un asterisco i pezzi di maggiore rilievo, pur notando prudentemente che "niente avvi di più facile a sentirsi nelle cose umane quanto la varietà delle opinioni"; e aggiungendo che, per non suscitare le reazioni degli interessati, nessuna opera di artista vivente sarebbe stata segnata con asterisco. Lo scrupolo nella ricerca, specialmente per l'esattezza delle attribuzioni e delle date, è esemplare. La guida del C. è ancora oggi una valida fonte d'informazione non soltanto per gli artisti locali, ma anche per i forestieri; fu subito utilizzata dal Lanzi e nell'Ottocento dallo Zani e dalle guide locali dello Scarabelli (1841) e del Buttafuoco (1842).

Purtroppo, secondo l'uso del tempo, manca di un preciso corredo bibliografico; tra le opere ricordate, sono le Vite del Vasari e del Bellori, l'Idea del tempio della pittura del Lomazzo, Felsina pittrice del Malvasia, l'Abbecedario pittorico dell'Orlandi, l'Accademia Clementina dello Zanotti e scritti del Girupeno, di Antonio Campi, del Baldinucci, di A. Lamo, del Masini, del Crespi, del Bottari, del Boschini, del Torre e dell'Algarotti. Sono anche usate le Vite dei pittori.. genovesi del Soprani e del Ratti, le Notizie storiche di pittori.. cremonesi dello Zaist, e la Guida... delle pitture della città di Parma del Ruta.

Fonti e Bibl.: Piacenza, parrocchia di Castelnuovo Val Tidone, Registro dei nati, 14 nov. 1734; Ibid., parrocchia di S. Maria in Gariverto, Registro dei morti, 16 apr. 1802; Piacenza, Bibl. comunale, ms. Pallastrelli 124: G. F. Bugoni, Cronaca, f. 11; L. Cicognara, Catal. di libri d'arte e d'antichità, II, Pisa 1821, p. 281; A. D. Rossi, Ristretto di storia patria ad uso dei piacentini, V, Piacenza 1833, p. 271; P. Salvatico, Le patrie glorie, in Strenna piacentina, 1843, p. 21; L. Ambiveri, Date faste e nefaste per l'arte piacentina,ibid., 1886, p. 118; F. Giarelli, Storiadi Piacenza, II, Piacenza 1890, p. 143; L. Mensi, Diz. biografico piacentino, Piacenza 1899, p. 106; L. Cerri, C. C., in Indicatore Ziliani, X (1899), p. VIII; G. Nasalli Rocca, Per le vie di Piacenza, Piacenza 1909, pp. 171 s.; Corrispondenti piacentini di G. B. Bodoni, in Boll. stor. piac., IX (1914), 3, pp. 126 s.; G. Aurini, Il pittore G. B. Tagliasacchi e la pittura barocca in Piacenza, in ArsNova, 31 marzo 1923, p. 7; Corrispondenti piacentini del poeta A. Mazza, in Boll. stor. piac., XXVII (1932), 3, p. 141; A. Levi, G. D. Romagnosi e la Società letter. di Piacenza,ibid., XXIX (1934), pp. 97-107, 152-168; XXX (1935), pp. 3-17; J. Schlosser-Magnino, La letteratura artistica, Firenze 1935, p. 498; E. Nasalli Rocca, La storiogr. piacentina nell'età muratoriana, Modena 1955, pp. 234 ss.; G. Fiori, La prima guidaartistica di Piacenza, in Libertà (Piacenza), 8 genn. 1969.

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