CECCHELLI, Carlo
Nacque in Roma il 13 ott. 1893 da Sante e da Matilde Manzione. Compiuto il corso di studi medi s'iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'università di Roma. Chiamato alle armi il 1º giugno 1915, passò come ufficiale quattro anni nei settori di Gorizia, sul Carso, nel Trentino e sul Piave, fino al definitivo congedo col grado di capitano. Durante il periodo di guerra si rivelò la sua vocazione per lo studio dei monumenti, ma senza un chiaro orientamento. Aveva pubblicato fra il 1912 e il 1913 brevi note su chiese e memorie varie (per es., I sepolcri della famiglia Savelli…, in Romana Tellus, I[1912], pp. 287-292; Scoperte di affreschi nella basilica costantintana di S. Croce in Gerusalemme, in XVI cent. della pace della Chiesa..., Roma 1913, pp. 39-46). Fra il 1914 e il 1915 si era interessato alla storia dei SS. Quattro Coronati e di S. Francesca Romana, alla decorazione di S. Giovanni a Porta Latina, e, per la prima volta, alle manifestazioni del culto mariano (La chiesa dei SS. Quattro Coronati..., in Arte cristiana, II[1914], pp. 52-58; La decorazione... di S. Giovanni a Porta Latina, ibid., III [1915], pp. 344-347; S. Francesca..., in Ann. di N. S. del S. Cuore, XLIV[1915], pp. 77-80; Il culto della Vergine nel Medioevo romano, ibid., pp. 138-143). Incoraggiato da Luigi Suttina, durante gli anni del conflitto, studiò i monumenti del Friuli, pubblicò ricerche su monumenti della Arte barbarica cividalese (Mem. stor. forogiuliesi, XIII [1917], pp. 1-28), e riunì il materiale che nel1943 verrà parzialmente raccolto nel primo volume pubblicato a Milano dei Monumenti del Friuli dal IV all'XI secolo.
Cessata la guerra, conseguì la laurea in giurisprudenza (1919) e vinse il concorso per cui fu assunto come segretario in prova al ministero della Giustizia (1920). Nel 1926 divenne primo segretario. Nel 1933 passò come consigliere al Fondo Culto nel ministero dell'Interno e nel 1938 raggiunse il grado di caposezione.
Lo stabile tenore di vita che si era assicurato lo spinse a dedicare il tempo disponibile alla sua formazione scientifica: ai lavori di orientamento e di formazione seguirono ricerche sistematiche sui monumenti dell'antichità cristiana e dell'alto Medioevo. Nel 1925 fece parte del comitato direttivo di Capitolium e del primo gruppo costitutivo dell'Istituto di studi romani. Assiduo di S. Pesarini, di C. Hülsen, di A. Muñoz, di G. Giovannoni, fu segretario dell'Associazione artistica dei cultori di architettura. Nel 1928 entrò a far parte dell'ufficio artistico dell'Enciclopedia Italiana, diretto da V. Grassi, e nel 1932 del comitato direttivo dell'Archivio della Società romana di storia patria.
Una molteplicità d'interessi, solo apparentemente frantumati in settori di ricerca ora generali ora specifici (arte cristiana antica, arte barbarica, arte bizantina, iconografia, topografia, e via dicendo), segna la produzione scientifica del C. e si accompagna con l'esigenza di avere una visione d'insieme per ogni settore, che veniva realizzando attraverso rassegne bibliografiche, riepiloghi, puntualizzazioni di problemi. Nel 1924 ottenne la libera docenza in archeologia cristiana antica e medioevale; ed ebbe un corso pareggiato nell'università di Roma dal 1924 al 1928, allorché successe a O. Marucchi nell'incarico di antichità cristiane, che tenne fino al 1942. Fece parte delle commissioni per il Museo di topografia romana (1925), per il restauro dell'Ara Pacis (1926), per la Mostra augustea della romanità (1936).
Il periodo fra le due guerre fu di intensa attività in campo scientifico sia nella divulgazione sia nella pubblicistica. In un ventennio si registrano oltre quattrocento titoli, buona parte dei quali spetta ad enciclopedie, recensioni ed articoli su quotidiani, ma non mancano contributi di rilievo e succose "noterelle" su chiese romane con spunti talora nuovi. Si segnalano, fra l'altro, nel 1926 la prima stesura di quello che sarà lo studio forse più originale sull'ipogeo degli Aureli a Roma (L'ipogeo eretico degli Aurelii, in Roma, IV, pp. 73-85, 166-177, 289-297, 385-396, 433-453) e il catalogo degli oggetti del tesoro del Laterano (Il tesoro del Laterano, in Dedalo, VII, pp. 139-166, 231-256, 269-319, 419-437). Nel 1928 fupubblicato a Roma il I fascicolo di una Archeologia della prima età cristiana e del medio evo prevista in quattro volumi con un'appendice, ma rimasta senza esito.
Nel dibattito sulla natura e sul metodo dell'archeologia cristiana il C. propone di spostare il limite terminale della disciplinafino a comprendervi il Medioevo, e dunque i monumenti dei popoli cosiddetti barbarici, e l'Oriente con la civiltà bizantina: soprattutto il mondo barbarico, i cui apporti di linguaggi autonomi al contatto della tradizione classica contribuirono alla formazione della civiltà artistica dell'Occidente medievale.
In questo programma di lavoro egli raccolse negli anni successivi note di architettura di chiese, di iconografia dei papi, di storia di famiglie romane, oltre alle solite rassegne. Un primo volume miscellaneo, frutto di lavori minuti e di schede continuamente arricchite, apparve a Roma nel 1938 sotto il titolo Studi e documenti sulla Roma sacra (un secondo vedrà la luce solo nel 1951) e costituì in realtà l'antefatto per la riedizione in due volumi delle Chiese di Roma dal IV al XIX secolo di M. Armellini (Roma 1942), la cui parte ancora valida è costituita appunto dal ricchissimo aggiornamento dato in appendice.
Fra il 1936 e 1944 furono pubblicati a Roma i fascicoli sulla Cattedra di Massimiano ed altri avori romano-orientali, i quali con il volume sui Monumenti cristiano-eretici di Roma (Roma 1944), chiudono il primo e più ampio ciclo dell'attività del Cecchelli.
Nel 1921 il C. era stato tra i fondatori di Architettura e arti decorative, il periodico che dal 1932 sarebbe stato la "rivista del sindacato fascista architetti". Dopo la marcia su Roma aveva aderito pienamente al nuovo regime, ed era stato sempre intimo di Pietro Fedele. Negli anni immediatamente precedenti il secondo conflitto mondiale il suo impegno politico - come quello scientifico - s'intensificò.
Il C., che nei suoi contributi (fra gli altri, La metropoli dell'Agro Pontino: Littoria, in Emporium, XXXIX[1933], pp. 249-262) aveva sempre tenuto un tono francamente celebrativo, cedette ora a tentazioni di più vuota retorica (esemplari le pagine conclusive di Itinerario imperiale, in Capitolium, XIII[1938], pp. 187-196). Intervenne più volte nel dibattito sulla razza e sulla questione ebraica (Origini e omogeneità della razza, in Inchiesta sulla razza, Roma 19395 pp. 71-80; La questione ebraica e il sionismo, Sancasciano Val di Pesa 1939; Roma segnacolo di reazione della stirpe..., Roma 1939).
Vincitore di concorso, nel 1942 fu nominato straordinario di archeologia cristiana presso l'università di Roma. Ma a conclusione della guerra, specie per i male ispirati atteggiamenti assunti sul problema della razza fu allontanato dalla cattedra per la legge sull'epurazione. Restituito alla facoltà di lettere in seguito alla revisione del provvedimento adottato, fu nominato ordinario nel 1948 con decorrenza retroattiva dal 1945.
Si era venuta intanto delineando una svolta nelle ricerche e nella vita del C.: il superamento delle sue precedenti posizioni politiche era avvenuto attraverso una "meditazione" che aveva "assunto forme angosciose" ed aveva condotto al riesame di "tutte le posizioni spirituali" (comprese le sue), di cui è testimonianza il volume sul Mistero del Cristo (Roma 1943). Il Mistero del Cristo è l'opera con la quale si apre l'ultimo periodo della vita del C.: ad essa fecero seguito i Fondamenti della società cristiana (Roma 1948) ed i quattro volumi della Mater Christi (Roma 1946-1954), in cui l'autore tentava di fondere "organicamente" archeologia cristiana e speculazione teologica (I, pp. XII-XVI).
Tra i contributi più recenti del C. meritano di essere ricordate ancora le rassegne per il mondo barbarico, in Memorie storiche forogiuliesi (XXXIX[1943-51], pp. 122-198; XLI [1955], pp. 181-198) da completare con le Osservazioni sull'arte barbarica in Italia negli Atti del I Congr. int. di studi longobardi (Spoleto 1952, pp. 137-152), e quelle per l'archeologia e l'arte cristiana antica e medievale, in Doxa (III[1950], pp. 67-160; IV [1951], pp. 5-58), l'esposizione delle varie teorie sulle origini dell'arte bizantina (Corsi di cultura nell'arte ravennate..., I, Ravenna 1957, pp. 51-55), e le monografie sulla Basilica di S. Lorenzo Maggiore in Milano (Milano 1951), sui Mosaici della basilica di S. Maria Maggiore (Torino 1956) e sulle miniature dell'evangelario siriaco della Laurenziana (Evangelarii Syriaci… ornamenta..., Olten-Lausanne 1959), nonché la memoria sul segno della croce (Il trionfo della Croce..., Roma 1954).
Una parte cospicua dell'attività del C. fu sempre dedicata, come s'è detto, ai monumenti di Roma, alla città sparita e alla superstite, della quale divenne indagatore attraverso ogni genere di testimonianze, fossero essi monumenti, istituzioni, tradizioni di popolo, fasto liturgico, memorie di protagonisti. Alla Vita di Roma nel Medioevo doveva essere dedicato l'ultimo suo grosso lavoro che cominciò ad essere pubblicato in fascicoli nel 1952, a Roma, e nel 1960 raggiunse la mole di un primo volume in due parti riservato alle arti minori e al costume (con supplemento ed indici). Il titolo rivela appena il programma rimasto incompiuto: doveva e sarebbe stata una documentazione della vita privata dell'urbe e del suo territorio dal IV al XIV secolo, fondato su ampia base documentaria costituita in buona parte di oggetti ignoti o mal noti, che erano dispersi in raccolte minori o private.
Il C. morì a Roma l'8 dic. 1960.
Bibl.: La rass. più completa degli scritti del C. è pubblicata insieme con la commemor. di P. Testini, in Arch. della Soc. rom. di storia patria, LXXXIII (1960), pp. 14-49. Fra le altre commemor. meritano di essere segnalate quelle di M. Cagiano De Azevedo, in Boll. del Centro di studi per la storia dell'archit., XV(1960), pp. 3-13; L. De Bruyne, in Rend. della Pont. Accad. rom. di archeologia, XXXIII (1960-61), pp. 39-59; S. Bettini, Ricordo di C. C., in Settimane di studio del Centro ital. di studi sull'alto Medioevo, IX, Il passaggio dall'antichità al medioevo in Occidente ... 1961, Spoleto 1962, pp. 41-53.