D'ADAMO, Carlo
Nipote del maestro stuccatore G. Battista (attivo 1668-1700) e figlio di Costantino (attivo 1700-1736), anch'egli stuccatore di raffinata qualità esecutiva ed inventiva, fu, tra il 1725 e il 1751, tra i più prestigiosi manifatturieri di marmo lavorato di gusto rococò a Napoli.
I primi documenti attestano che già nel 1731 egli operava, sopra i disegni dell'architetto Ferdinando Sanfelice, ai marmi commessi nella chiesa di S. Francesco di Paola detta di S. Maria della Stella, in Napoli, in cui eseguì anche due altari; e, nel 1734, ad un lavamano per la chiesa degli Incurabili. Nel 1735 fu autore, su disegni fornitigli da Domenico Antonio Vaccaro, di uno squisito altarino in stile rococò per il succorpo della cattedrale di Napoli, opera che, attualmente, è visibile nella chiesa di S. Restituta nel medesimo duomo. Nel 1735 eseguì varie opere per chiese dell'entroterra napoletano e pugliese, come l'altare dedicato a S. Michelangelo per il duomo di Barletta e, l'anno successivo, due altari in marmo per la chiesa dei monastero di Regina Coeli in Airola, nel Sannio. Ma le opere che eseguì in questo periodo, e che non sono ancora documentate, dovettero sicuramente essere decine e decine.
Successivamente, nel 1737, ancora nella chiesa di S. Francesco di Paola, eseguì un altarino "per divozione di S. Francesco di Paola" e altro altare lavorò per la chiesa dei teatini di Toledo, nello stesso anno. Il suo rapporto di lavoro con D. A. Vaccaro fu continuo: infatti, nel 1737, il D. realizzò i quattro altari "secondo il disegno appositamente fattone dal Regio Ingegnero D. A. Vaccaro" nella chiesa del monastero di S. Maria della Consolazione delle Monache, a Napoli, presso porta S. Gennaro e ancora esistenti. La sua fama fu tale che nel 1738, in occasione delle nozze del re Carlo di Borbone con Maria Amalia di Sassonia, fu lui ad essere incaricato dall'impresario Angelo Carasale non solo di lavorare "la Porta grande del Real Teatro di S. Carlo", che proprio allora si inaugurava, ma anche di fare "34 mostre di broccatello di Spagna e verde di Calabria con zoccoli di bardiglio e foglie di marmo bianco per l'Alcova del Real Quarto della Maestà della Regina Nostra Signora e pezzi di bardiglio lavorati e pietre di Genova occorse nel Real Gabinetto del Re Nostro Signore..." (Napoli, Arch. stor. Banco di Napoli, Banco dello Spirito Santo, mat. 1346, pol. di 500 ducati emessa il 28 maggio 1738, a compimento di 4.500 ducati).
Le opere del D. sin qui citate sono ancora quasi tutte esistenti, come anche i quattro altari per la chiesa di S. Nicola a Nido, a S. Biagio dei Librai (1739). quattro piedistalli, finissimi per intaglio, per l'altare maggiore di S. Maria Donnaregina (1740), un altare nella chiesa di S. Pietro, della terra di Caivano (1742), l'altare maggiore per la cattedrale di Napoli, con fregi e marmi commessi (1742), in cui si cimentò anche come scultore, poiché nel 1744 venne pagato, a compimento di 950 ducati, per alcuni mezzi busti dei Santi vescovi patroni, che decorano l'intera navata, opere corrette ma affatto eccezionali. Nello stesso 1744 lavorò due acquasantiere per la cattedrale di Otranto, e decorò la cappella Minutolo nel duomo di Napoli con statuette di Angeli su disegni fornitigli dall'architetto Mario Gioffredo, e su progetto del quale realizzò la sua opera più bella, l'altare maggiore di marmi rari e colorati, per l'Augustissima Arciconfraternita della SS. Trinità dei Pellegrini, splendido per le fusioni di colori e decorazioni in ottone dorato, di sapiente e capriccioso gusto rococò e arricchito di una elegante urna al posto del paliotto. Altro suo intervento notevole furono le squisite balaustratine rococò, capricciose per lingue e riccioli di marmi a mo' di piccole onde marine che, su disegno dell'architetto Niccolò Tagliacozzi Canale, il D. eseguì, dal 1745 al 1746, per le cappelle dell'Annunciata e della Nascita del Signore in S. Gregorio Armeno a Napoli. Il suo raffinato magistero fu trasmesso al figlio Vincenzo, che ne ereditò le notevoli capacità cromatiche e inventive.
Fonti e Bibl.: Napoli, Arch. storico del Banco di Napoli, Banco di S. Giacomo, Giornale di cassa, matr. 779. a maggio 1731, p. 1038; Banco del SS. Salvatore, Giornale di cassa, matr. 886, 9 ott. 1731, p. 171; Banco di S. Maria del Popolo, Giornale di cassa, matr. 1064, 9 sett. 1734, p. 117; Banco dello Spirito Santo, Giornale di cassa, matr. 1290, 2 marzo 1735, p. 264; 9 ag. 1735, p. 22; Banco della Pietà, Giornale di cassa, matr. 1724, 9 maggio 1736, pp. non num.; Banco dei poveri, Giornale di cassa, matr. 1213, 21 ag. 1737, pp. non num.; Banco del SS. Salvatore, Giornale di cassa, matr. 1000, 21 ag. 1737. p. 20; Banco di S. Maria del Popolo, Giornale di cassa, matr. 1113, 25 sett. 1737. p. 201; Banco dello Spirito Santo, Giornale di cassa, matr. 1346, 28 maggio 1738, pp. non num.; Banco di S. Maria del Popolo, Giornale di cassa. matr. 1126, 10 dic. 1738, p. 509; Banco dello Spirito Santo, Giornale di cassa, matr. 1363, 3 nov. 1739. p. 557; Banco della Pietà, Giornale di cassa, matr. 1794, 18 magg. 1740, pp. non num.; Banco dei poveri, Giornale di cassa, matr. 1284, 25 sett. 1742, pp. non num.; Banco del SS. Salvatore, Giornale di cassa, matr. 1120, 20 ott. 1744, p. 167; Banco dei Poveri, Giornale di cassa, matr. 1316, 3 dic. 1744, pp. non num.; 17 dic. 1744, pp. non num.; Banco di S. Maria del Popolo, Giorn. di cassa, matr. 1242, 22 sett. 1745, p. 197; 1265, 18 ag. 1746, p. 17; Banco dello Spirito Santo, Giorn. di cassa, matr. 1493, 29 nov. 1746, p. 475; Banco di S. Giacomo, Giornale di cassa, matr. 1169, 1° sett. 1751, p. 102; F. Strazzullo, La chiesa dei SS. Apostoli, Napoli 1959, p. 44; Id., La real cappella del tesoro di S. Gennaro, Documenti inediti, Napoli 1978, pp. 23. 37, 53; G. Borrelli, in Le arti figurative a Napoli nel Settecento, Napoli 1979, p. 32; F. Strazzullo, Saggi storici sul duomo di Napoli, Napoli 1959, pp. 261 s.; V. Rizzo, in Le arti figurative a Napoli nel Settecento, Napoli 1979, pp. 245, 266; Id., N. Tagliacozzi Canale o il trionfo dell'ornato nel Settecento napoletano, in Settecento napoletano. Documenti, I, Napoli 1982, p. 167, doc. n. 86; D. Pasculli Ferrara-E. Nappi, Arte napoletana in Puglia dal XVI al XVIII secolo, 1983, pp. 66, 75, 86, 94, 123 s., 154, 181, 197, 209 s.; 218, 251 s.