DALLA ZORZA, Carlo
Nacque a Venezia il 7 dic. 1903 da Alessandro e da Caterina Miani. Dal 1921 al '26 frequentò i corsi di decorazione pittorica e decorazione del libro di V. Bressanin e L. Sormani all'istituto d'arte di Venezia. Nel 1922 espose un disegno alla mostra annuale Bevilacqua La Masa, l'anno successivo vinse il primo premio ex aequo al concorso per le copertine della rivista argentina El Hegar e nel 1924, ventunenne, espose un disegno alla XIV Biennale veneziana a cui fu sempre presente (con una mostra personale nel 1940) fino al 1954, anno nel quale P. Nardi gli introdusse in catalogo i ventuno paesaggi esposti in una sala personale.
I suoi esordi come disegnatore, litografo e illustratore, lo videro attivo e presente nella sezione bianco e nero delle principali rassegne nazionali, come la citata Bevilacqua La Masa, gli Amatori e cultori, le Sindacali di Ca' Pesaro, le Biennali d'arte sacra e le collettive di incisione a Los Angeles, Honolulu, Buenos Aires, Varsavia, Praga, Budapest, Sofia, ecc., mentre iniziava la collaborazione ai periodici Le Tre Venezie e Lidel (1925), Emporium (1926), La Lettura (1931), Bertoldo (1936) e L'Illustrazione del medico (1939). Contemporaneamente illustrò Gil Blas di A. R. Lesage (1926), Soreghina di D. Valeri (Venezia, Fantoni, 1928) e una serie di romanzi di L. Foscari (Segreti di Venezia, Venezia, Le tre Venezie, 1941), C. Linati (Arrivi, Milano, Rizzoli, 1944), A. Daudet (Lettere dal mio mulino, ibid., Rizzoli, 1945).
Nel 1927 tenne la sua prima personale di bianco e nero alle Botteghe d'arte di Venezia, dove, tre anni più tardi, allestì la sua prima mostra di pittura che da questo momento alternò al bianco e nero, abbandonato poi, intorno al 1937, a favore della pittura di paesaggio. "Per far opera di poesia dando forma al colore, egli va chiedendo piuttosto incentivi a momenti di paesaggio tanto più a lui congeniali quanto più duttili all'elaborazione fantastica. È il fondamento dalla sua estetica la quale si è lasciata alle spalle l'Impressionismo senza arrivare al divorzio della realtà" (Nardi, 1954); e saranno prima gli incanti del soggiorno a Burano e in seguito gli amati paesaggi di Teolo ed Asolo. "E se i quadri buranelli degli anni Quaranta ci seducono per la purissima freschezza del canto elegiaco, così quelli più maturi degli anni Sessanta ci mostrano il superamento della fenomenicità attraverso la rielaborazione fantastica" (Rizzi, 1978).
Accanto alle numerose collettive come le Quadriennali romane negli anni dal 1943 al 1965, agli Artisti d'Italia e i premi Suzzara, Michetti, Cortina, Bagutta, Spotorno, ricordiamo tra le personali: Padova, 1937, galleria ignota; e ancora alla Chiocciola nel 1951 e 1955;Venezia, Botteghe d'arte, 1927, 1930-, 1941, 1942, 1944 e gall. Venezia nel 1946; Trieste, gall. Trieste, 1946 (presentaz. al catal. di F. De Pisis); Milano, galleria Gianferrari, 1949 e 1970; Trento e Treviso, 1954; Firenze, 1955; Verona, 1956, e Ferrara, 1961.
Fu attivo anche come cartellonista e decoratore: premio manifesto Abano Terme, 1934, e XX Biennale, 1936; per Venezia, affreschi con Il ritorno di Marco Polo alCaffè dell'Angelo, 1938, e Via Crucis a S. Giacomo di Rialto, 1944; cartoni per il mosaico alla Biennale del 1948 e a S. Michele in Isola nel 1949. "Il pittore si qualificava presto uno dei più rappresentativi artisti di Venezia dell'epoca moderna... . La lunga meditazione sul disegno... serviva ad ottenere una maggiore purezza timbrica, quel tocco vigilato e casto, quel timore di prevaricare, che caratterizza la sua opera e ne conferisce il fascino più alto" (Perocco, 1978). Oltre al prestigioso premio Burano vinto nel 1946, anno in cui sposò la scrittrice Teresa Sensi, ricordiamo il premio Volpi del 1950, il Michetti del 1951 e '61, il Suzzara del 1953, il Morgan's Paints del 1958, le medaglie d'oro alla Biennale d'arte sacra di Bologna e agli Artisti milanesi nel 1964, quella del comune di Saronno e il premio Cortese nel 1966. Insegnò arti grafiche all'Istituto d'arte di Venezia dal 1928 e al liceo artistico industriale "P. Selvatico" di Padova dal 1929 al 1941.
Il D. morì a Venezia il 12 genn. 1977. Sue opere sono conservate nelle gallerie d'arte moderna di Roma, Venezia, Udine, Budapest oltre che in collezioni private.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate all'interno della voce si v.: C. Ratta, L'arte della litografia, Bologna 1929, tavv. XXIII-XXVI; Id., Quad. Ratta, 10/11, Bologna 1936; U. Nebbia, La pittura del Novecento, Milano 1946, p. 243; E. Padovano, Diz. degli art. contemp., Milano 1951, p. 99; C. Saleggio, Un secolo di pittura, Milano 1952, P. 86; P. Nardi, in XXVII Biennale (catal.), Venezia 1954, pp. 172 ss., ill. 45; L. Servolini, Diz. ill. degli incisori..., Milano 1955, pp. 234, 236; Gec [E. Gianeri], Storia della caricatura, Milano 1959, p. 253; Id., Storia della caric. europea, Firenze 1967, p. 152; C. Manzoni, Gli anni verdi del Bertoldo, Milano 1964, p. 117 e passim; P. Rizzi, in Il Gazzettino (Venezia), 26 genn. 1966; A. Pica, C. D., Milano 1969; T. Sensi, in Il Gazzettino (Venezia), 13 dic. 1977; R. Pallucchini-G. Perocco-A. Rizzi, C. D., Treviso 1978; R. Biason, C. D. (catal. della mostra), Gall. Michaud, Firenze 1979; Fondaz. Cini, C. D. (catal. della mostra), Venezia 1981; T. Sensi, Itinerari della memoria, Milano 1982; P. Pallottino, in Gli Annitrenta (catal. della mostra), Milano 1982, pp. 446 (ill. n. 6), 585 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXXVI, p. 559 (sub voce Zorza, Carlo della).