DOTTORI, Carlo
Nato a Padova nel 1618 da una delle più nobili e antiche famiglie della città, nella prima giovinezza, più che agli studî (di cui non seguì un corso regolare), si diede volentieri alla vita spensierata e spesso turbolenta degli zerbinotti. Egli stesso si confessa d'animo altero, pronto di lingua e di mano, uso a uscir di notte con gli amici per far le schioppettate e di giorno a passeggiare con la corazza sotto la veste e la pistola alla mano. Con alcuni amici aveva costituito una specie di società che si radunava in un "canovino" e che si chiamava la Fraglia dei Padrani. Per una pasquinata contro le dame padovane fu carcerato nel 1641 con Ciro Anselmi e Alessandro Zacco, ma dopo tre mesi prosciolto.
Ma intanto non aveva mancato di farsi conoscere come scrittore e poeta, dimostrandosi avverso al cattivo gusto dominante e portato alla grave musa eroico-morale classicheggiante; così entrò in relazione col principe Leopoldo de' Medici, fu al servizio del card. Rinaldo d'Este a Roma, e, appassionato com'era degli studî scientifici non meno che di quelli letterarî, strinse amicizia con Francesco Redi. Tornato a Padova coprì molte cariche pubbliche, godé i favori della casa d'Austria, alla quale consacrò gl'incensi della sua poesia panegirica ed epitalamica e a Padova morì nel 1685.
Le opere che gli assicurano un posto onorevole nella letteratura nazionale sono: l'Asino, poema eroicomico (1652), e l'Aristodemo tragedia (1675). Il primo, sullo sfondo storico delle lotte tra Padovani e Vicentini per la rotta subita da quelli a Longare nel 1198 e per la perdita dell'asino (loro insegna) subita da questi in altra guerra, mette in ridicolo molto spiritosamente uomini e cose delle due città con indovinati travestimenti burleschi della realtà storica locale. La seconda ci offre una robusta figurazione tragica della lotta tra l'affetto di padre e la cupidigia di regno in Aristodemo, e del dramma d'un'anima combattuta fra l'amore e la devozione alla patria in Merope, figlia di Aristodemo. Scrisse anche La Galatea, poemetto idillico mitologico; i drammi Bianca de' Rossi e Zenobia di Radamisto, i melodrammi Ippolita e David pentito, rime satiriche e burlesche; l'Alfenore, romanzo giovanile, orazioni, ecc.
Bibl.: N. Busetto, Carlo de' Dottori, letterato padovano del secolo XVIII, Città di Castello 1902.