DRUCKER, Carlo
Nacque il 13 apr. 1842 a Verona, in una famiglia israelitica d'origine tedesca proveniente dall'Ungheria, figlio di Sigismondo (1807-1869), il quale aveva costituito con il cognato Donato Tedeschi una società per fondare e gestire la libreria Alla Minerva. Il D. fu allevato con il fratello minore Enrico, che sempre gli fu associato nella sua attività di libraio. L'ambiente nel quale crebbero era colto e poliglotta ed essi fecero pratica di commercio a Milano e in Sassonia.
La libreria ebbe un modesto sviluppo nella generale depressione culturale dell'ultimo periodo di dominazione austriaca nel Veneto; anzi, dopo la morte di Sigismondo, i rapporti dei suoi figli ed eredi con lo zio Tedeschi in più d'una occasione si fecero tesi.Nel 1874 si offerse ai Drucker un'occasione favorevole. Era venuta a cessare nel 1872 l'attività della più importante libreria padovana, quella di Francesco Sacchetto, che intendeva dedicarsi all'editoria e al giornalismo. Gli era così subentrata per qualche tempo la società Valentinier e Cuno Mues, che ne avevano fatto una filiale della loro libreria milanese. Fallita nel maggio del '74 questa ditta, la libreria venne acquistata dai Drucker e dal Tedeschi, i quali la denominarono libreria All'università. Essa aveva infatti sede nell'antico palazzo del Bo e fu affidata, come filiale della libreria veronese, ad Enrico Drucker, che vi si dedicò con competenza e passione. La libreria assuirse le prime iniziative editoriali, pubblicando volumi di carattere storico e risorgimentale, poi testi scientifici, dovuti per la maggior parte a docenti universitari, che nella libreria stessa trovavano un accogliente luogo d'incontro e di discussioni. La larga competenza bibliografica, unita alle relazioni d'affari e di diffusione libraria in Italia e all'estero, facevano di Enrico un collaboratore prezioso per la ricerca di pubblicazioni rare, per la possibilità di avere traduzioni e la fiducia che egli suscitava col suo garbo e la sua cultura negli interlocutori.
I più autorevoli personaggi padovani dell'epoca divennero frequentatori abituali della libreria, dai fratelli Tamassia al chirurgo E. Bassini, dal sanscritista E. Teza allo storico del diritto F. Schupfer. La libreria editrice pubblicò i due volumi di G. Cittadella, L'Italia nelle sue discordie (1878), e all'indomani della sua morte l'Epistolario di A. Aleardi (1879), poi il noto discorso di G. Trezza su G. Garibaldi (1882).
Intanto, morto il Tedeschi, il D. si associò al cognato Vittorio Senigaglia in una società che durò dal 1886 al '90, poi le librerie veronese e padovana restarono soltanto ai due fratelli. Essi pubblicarono parecchi profili commemorativi, come pure le opere storiche dello Schupfer e di L. A. Ferrai e quelle filosofiche di R. Ardigò; a Lipsia gestivano un deposito ben fornito di libri italiani e a Padova aprirono una sezione d'antiquariato in via Spirito Santo.
Con il crescente sviluppo assunto dalla libreria di Padova, si concentrò qui l'attività dei fratelli, i quali svolsero un importante ruolo nella vita intellettuale cittadina, impegnandosi in pubblicazioni di buon livello, senza avere mai una propria tipografia né alcuna parte in iniziative giornalistiche. La loro vita privata era molto riservata; il D. rimase vedovo dopo pochi anni di matrimonio, Enrico non prese mai moglie; dediti con assiduità al loro lavoro, contavano amicizie e soprattutto relazioni d'affari con altre famiglie israelitiche: i Forti, i Dalla Torre, gli Zuckermann, i Calabi, i Coen a Verona e a Padova, i Treves triestini e poi milanesi. Per i suoi cordiali rapporti di collaborazione con professori dell'università, Enrico acquistò vasta notorietà e meritò pure la nomina a cavaliere della Corona d'Italia. Egli diede alle stampe nel 1902 il grosso volume di G. G. Felissent, Il generale Pianell e il suo tempo.
Il D. lasciò nel 1911 la natia Verona per trasferirsi anch'egli a Padova, dove morì durante la prima guerra mondiale, improvvisamente, il 26 marzo 1916.
Il fratello Enrico, nato a Verona il 4 nov. 1848, gestì ancora per pochi anni la libreria padovana, finché, sentendosi vecchio e malato, dovette decidersi a cedere la sua attività ai fratelli Treves (1920), che assunsero la ditta col nome di Società libraria italiana. Erano gli anni della crisi e delle trasformazioni del dopoguerra, in cui Enrico si sentiva ormai un sopravvissuto; lasciati gli affari, dedicava ancora qualche attenzione a pratiche di beneficenza. Infine, assistito da lontani parenti e da pochi affezionati amici, si spense a Padova il 2 ag. 1923.
Fonti e Bibl.: Necrologi, in La Provincia di Padova, 27 marzo 1916 e 3 ag. 1923, Il Veneto (Padova), 27 marzo 1916; G. Solitro, La Società di cultura e d'incoraggiamento in Padova nel suo primo centenario ..., Padova 1930, pp. 248 s. (dà notizia anche d'un interessante manoscritto di Enrico, il Journal, redatto in francese fra il 1869 e il '71 con memorie giornaliere attinenti a fatti personali ed editoriali); E. Cavallini, La stampa a Padova nei secoli XIX e XX, in Libri e stampatori in Padova, Padova 1959, pp. 50, 66; L. Gaudenzio, Una libreria a Padova, Padova 1966, p. 25; G. Toffanin ir., Piccolo schedario padovano (Quad. d. rivista "Padova"), Padova 1967, pp. 49 s.; Id., Cent'anni in una città (schedario padovano), Cittadella 1973, pp. 103, 206; Id., E. Drucker, in Padova, XXVIII (1982), 2, pp. 8 s.; Id., Per una storia della libreria padovana, Padova 1982, pp. 17 s.