FEA, Carlo
Archeologo, nato a Pigna presso Oneglia il 4 giugno 1753, morto a Roma il 17 marzo 1836. Recatosi a Roma giovinetto, studiò diritto civile e canonico alla Sapienza e fu ordinato sacerdote. Presto però abbandonò l'esercizio dell'avvocatura, e si diede agli studî di archeologia, scrivendo una dissertazione sulle rovine di Roma che aggiunse al terzo volume della Storia dell'arte del Winckelmann, della cui traduzione curò una ristampa (Roma 1783-84). Fu dal principe Chigi nominato suo bibliotecario, e da Pio VII Commissario delle antichità di Roma.
Oltre a molte notizie intorno ai risultati degli scavi eseguiti sotto la sua direzione, si debbono a lui numerosi lavori (tutti editi a Roma) ancora oggi utilmente consultati. Segnaliamo di essi: Progetto di una nuova edizione di Vitruvio; L'integrità del Panteone di Marco Agrippa (1801); Relazione d'un viaggio a Ostia, e alla villa di Plinio (1802); Conclusioni per l'integrità del Panteone (1807); Della statua di Pompeo Magno del Palazzo Spada (1812); Notizie degli scavi nell'anfiteatro Flavio (1813); Iscrizioni di monumenti pubblici trovate nell'attuali escavazioni (1813); Frammenti di fasti consolari e trionfali (1820); Descrizione di Roma e dei contorni con vedute, voll. 3 (1822; 2ª ed., 1824); La fossa Traiana (1824); Miscellanea antiquario-idraulica (1827).
Il F. curò anche un'edizione di Orazio (1811, voll. 2) e dell'opera di G. L. Bianconi: Dei circhi romani (1789).
Bibl.: A. Coffi, Cenni biografici di C. Fea, Roma s. a.