Robilant, Carlo Felice Nicolis conte di
Militare, diplomatico e politico (Torino 1826 - Londra 1888). Esponente di una ricca famiglia nobile fu avviato giovanissimo alla carriera militare. Partecipò alla prima guerra di indipendenza segnalandosi per atti di valore a Sommacampagna e a Novara, dove perse un braccio e si guadagnò una medaglia al valore. Prese poi parte alla campagna del 1860, fino alla resa di Gaeta, e alla guerra del 1866, durante la quale fu capo di stato maggiore del terzo corpo d’armata. Promosso generale, fu messo a capo della brigata granatieri di Sardegna e subito dopo destinato a dirigere la Scuola superiore di guerra. Nel 1870 fu inviato a Ravenna come prefetto per reprimere disordini repubblicani e nel 1871 fu mandato a Vienna per sostituire Minghetti come inviato straordinario e ministro plenipotenziario presso la corte austro-ungherese. Rimase a capo di quell’ambasciata fino all’ottobre del 1885. Sebbene favorevole a un’intesa con gli Imperi centrali, consigliò al governo una linea prudente nelle trattative per la stipulazione della Triplice alleanza di cui, nel 1882, fu uno dei firmatari insieme al ministro degli Esteri austriaco e all’ambasciatore tedesco. Nominato senatore del Regno nel 1883, due anni più tardi fu chiamato a dirigere il ministero degli Esteri. Approfittando della mutata situazione europea, nel febbraio 1887 Robilant riuscì a rinnovare il trattato della Triplice alleanza facendo aggiungere in due trattati separati, italo-austriaco e italo-tedesco, clausole a favore dell’Italia per la quale erano ora previsti compensi territoriali in caso di espansione austriaca nei Balcani e l’appoggio tedesco in caso di un conflitto con la Francia su Marocco e Tripolitania. Sempre nel febbraio di quell’anno, per allargare la sfera d’azione dell’Italia e tutelare ulteriormente i suoi interessi nel Mediterraneo, Robilant procedette a stipulare anche un accordo con la Gran Bretagna che impegnava, tra l’altro, i paesi a collaborare per mantenere lo status quo in Africa settentrionale. Costretto a dimettersi in seguito alla sconfitta di Dogali nel 1887, nella quale peraltro non aveva alcuna responsabilità, fu nominato ambasciatore a Londra, dove morì l’anno dopo.