FOLLINI, Carlo
Nacque a Domodossola il 24 ag. 1848 da Giorgio, colonnello dell'esercito, e da Teresa Portis. Studiò matematica a Torino, dedicandosi da autodidatta alla pittura e alla scultura. Lavorò come impiegato presso l'intendenza militare e come assicuratore (Stella, 1893, p. 499). Deluso da queste esperienze, decise di seguire la propria vocazione artistica e nel 1873 si iscrisse all'Accademia Albertina seguendo i corsi di paesaggio tenuti da A. Fontanesi.
Lo stesso anno esordi con Casolare dei pescatori e Un angolo di giardino alla Promotrice torinese. Nel 1874 fu presente per la prima volta a Milano all'Esposizione di Brera, alla quale prese parte, saltuariamente, fino al 1916. Ottenne quindi un primo importante riconoscimento all'Accademia Albertina, aggiudicandosi nel 1874 una menzione d'onore e un assegno d'incoraggiamento; al concorso annuale della scuola del 1875 fu premiato con una medaglia d'argento per un piccolo paesaggio; a quello del 1876 con una medaglia d'oro.
Nel 1877 si stabilì a Bologna, insieme con uno dei fratelli che aveva intrapreso la carriera militare, rimanendovi per quattro anni. Viaggiò nelle principali città italiane: Firenze, dove entrò in contatto con l'ambiente dei pittori macchiaioli, Venezia e Milano. Nel 1880 soggiornò a San Giorgio a Cremano, vicino Napoli. In questo periodo dipinse numerosi paesaggi, spesso abbozzati en plain air e portati poi a termine nello studio, nei quali è evidente l'ispirazione ai modi della scuola di Rivara e di L. Delleani.
Rientrato a Torino l'anno seguente, il F. iniziò a partecipare alle mostre organizzate dal Circolo degli artisti, dove espose, ogni anno, fino al 1937. Nel 1883 inviò un gruppo di disegni dal vero, ed una tela intitolata Una nube, all'Esposizione di belle arti di Roma.
Nel 1888 la Galleria civica di Torino acquistò alla Promotrice La siesta (1888). L'opera, estranea alle suggestioni luministiche tipiche della pittura del Fontanesi, rivela l'interesse del F. per la rappresentazione immediata del vero e per le tematiche segantiniane del lavoro e del riposo nei campi: soggetti che ritornano anche in tele successive come Acqua stagnante (1893) e Abbeveraggio alpino (Roma, Camera dei deputati), comprata per la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma alla Triennale di Milano del 1897. Nella Galleria Sabauda sono conservati anche Parco del Valentino, Radura e boschi con bestiame (1880), una Natura morta e Fosco tramonto-Viareggio del 1902, quadro esposto nello stesso anno nella personale allestita nell'ambito della Quadriennale torinese.
Nel 1892 il F. fu nominato socio onorario dell'Accademia Albertina. Tale riconoscimento coincise con la fase di maggior successo dal momento che egli era ormai considerato uno "dei più forti e produttivi paesaggisti piemontesi specialmente nel trattare con ampiezza di gusto e di tavolozza la grande poesia delle Alpi e del mare" (Stella, 1893, p. 501). Tra i suoi ammiratori vi furono anche Umberto I, che nel 1890 acquistò Le Dent du Géant (Torino, Palazzo reale), e Vittorio Emanuele II. Nel 1895 partecipò con Bassa marea (impressioni dal vero) alla prima Esposizione internazionale di Venezia; fu presente anche alle edizioni del 1897 e del 1910 della Biennale veneziana.
Nel 1906 partecipò all'Esposizione di Milano con Nubi d'oro e Intra Siestri e Chiaveri s'adima una fiumana..., quadro ispirato ai versi 100-101 del XIX canto del Purgatorio di Dante. L'anno seguente inviò due tele, Fiume Entella presso Chiavari e Dopo un acquazzone, alla I-XXVIII Esposizione di belle arti della Società degli amatori e cultori di Roma, rassegna alla quale partecipò anche nel 1909 con Campagna romana. Nell'autunno del 1908 l'Associazione degli artisti di Firenze diede inizio ad un ciclo di mostre individuali, a carattere permanente, dedicandogli una personale.
In questo periodo il F. prese parte ad importanti eventi espositivi internazionalì, come la mostra del Glasspalast di Monaco del 1909 e l'International Exhibition di San Francisco del 1915. Nel 1911 espose alla Esposizione fiorentina di primavera il dipinto Quando calan le ombre che G. Caprin (1911, p. 386) definì "paesaggio solenne e taciturno di uno dei migliori fontanesiani". Due anni dopo, sempre a Firenze, presentò cinque opere alla VIII Esposizione dell'Associazione degli artisti, che si tenne a palazzo Strozzi. Sempre nel 1913 le sue Rammendatrici di reti furono acquistate per la collezione del Quirinale. L'anno seguente inviò alcune tele alla Esposizione della Società di belle arti di Genova.
Negli anni Venti e Trenta il F. partecipò con continuità alle mostre della Promotrice di Torino, dall'esordio del 1873 sino al 1928, e poi ancora nel 1936 e nel 1938. Morì a Pegli (Genova) il 6 marzo 1939; tre anni dopo alcuni suoi dipinti vennero esposti alla Mostra del centenario della Promotrice torinese.
Nel 1935 la Galleria Ricci Oddi di Piacenza, dove dal 1916 era conservato un olio intitolato Traghetto (1899), entrò in possesso di altri due dipinti dell'artista: Porto (1890), un quadro di stampo impressionista, dipinto con pennellate rapide e vibranti, e Greto di torrente (1909). Sue opere si trovano anche al Museo Francesco Borgogna di Vercelli, una Strada sui campi, al Museo di arte italiana di Lima - dove dagli anni Venti si conserva la veduta veneziana di Piazza S. Marco -, presso la Raccolta Rosso di Torino e in numerose collezioni private.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate nella biografia, cfr. Torino, Accademia Albertina, Giudizi delle Commissioni per la distribuzione dei premi, anno scolastico 1875-76, Nomi dei concorrenti e dei premiati nei concorsi annuali 1876 (ms.); Atti della R.Accademia Albertina. Concorsi annuali e triennali. Commissioni e giudizi, anno 1874, Torino 1874, pp. 18 s.; ... 1875, ibid. 1875, pp. 19 s.; ... 1876, ibid. 1876, p. 18; A. De Gubematis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1889, p. 204; Atti della R. Accademia Albertina di belle arti. Anno 1892, Torino 1893, pp. 8, 50; L. Chirtani, Dell'Esposizione della Permanente in Milano, in Natura ed arte, II (1893), 16, p. 319; A. Stella, Pittura e scultura in Piemonte. 1842-1891. Catal. cianografico illustrato dell'Esposizione retrospettiva 1892, Torino 1893, pp. 499-502; G. Martinelli, All'Esposizione di Torino, in Emporium, III (1896), 18, p. 454; E. Aitelli, L'Esposizione quadriennale di belle arti di Torino, ibid., XV (1902), 94, p. 262; L. Callari, Storia dell'arte contemporanea ital., Roma 1909, p. 330; P. de Luca, La rinascita dell'Esposizione nazionale di Brera, in Emporium, XXXII (1910), 190, p. 284; G. Caprin, Arte contemporanea all'Esposizione fiorentina di Primavera, ibid., XXXIII (1911), 197, pp. 383 s., 386; Esposizione di belle arti di Genova, in Pagine d'arte, II (1914), 14, p. 196; Torino. L'annuale Esposizione al Circolo degli artisti, ibid., 2 I, p. 275; R. Buscaroli, La pittura di paesaggio in Italia, Bologna 1935, p. 494; Raccolta di un complesso di studi del pittore C. F. (catal.: Galleria Bottisio), Torino 1957 (con bibl.); M. Biancale, Arte italiana. Ottocento-Novecento, II, Roma 1961, p. 324; Catalogo Bolaffi della pittura ital. dell'Ottocento, Torino 1964, pp. 177 s. (e successive edizioni); A. Griseri, Il paesaggio nella pittura piemontese dell'Ottocento. Milano 1967, pp. 82, 93, tav. LVI; Civico Museo Francesco Borgogna. I dipinti, a cura di V. Viale, Vercelli 1969, p. 103, tav. 195; La pittura a Torino all'inizio del secolo (1897-1918), Torino 1978, p. 55; Arte moderna a Firenze. Cataloghi di esposizioni 1900-1933 (catal.), a cura di A. Calcagni Adami - L. Chimirri, Firenze 1988, pp. 12, 63, Il patrimonio artistico del Quirinale. La quadreria e le sculture, a cura di A.M. Damigella - B. Mantura - M. Quesada, Roma 1991, I, p. 197; G. Martinelli Bragaglia, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, II, pp. 828 s.; La pittura in Italia. Il Novecento, I, 1900-1945, Milano 1994, 1, pp. 53, 56, tav. 65; F. Fergonzi, ibid., II, pp. 891 s.; A. Ponente, in Museo d'arte ital. di Lima, a cura di M. Quesada, Venezia 1994, pp. 114 s.; L. Mallè, Le arti figurative in Piemonte dal secolo XVIII al secolo XIX, Torino s.d., pp. 233, 237; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, pp. 154 s.