AIROLDI, Carlo Francesco
Nacque a Milano nel 1637. Laureatosi in utroque iure, fu creato abate di S. Abbondio nella diocesi di Cremona; nel 1668 fu nominato da Clemente IX internunzio nelle Fiandre, avendo contemporaneamente l'incarico di ottenere aiuti presso i principi italiani e quelli tedeschi cattolici per l'isola di Candia assediata dai Turchi. Perciò nel suo viaggio verso Bruxelles egli visitò, dal giugno 1668, le corti di Firenze, Modena, Parma, Mantova, il governatore di Milano, l'elettore di Baviera, il conte palatino di Neuburg, gli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia. Ma dalla relazione che Clemente IX fece in concistoro il 9 luglio non risulta che la sua missione raggiungesse tutti quei risultati sperati.
Preso possesso della nunziatura di Bruxelles il 16 novembre, l'A. esplicò una notevole attività, specie nei confronti dell'università di Lovanio, contro la diffusione del giansenismo. Nel 1670 col permesso del re d'Inghilterra compì in incognito un viaggio a Londra, per studiare la situazione religiosa del paese, e indirizzò alla Congregazione di Propaganda Fide una sua relazione Dello stato della Religione in Londra, e della stima ed opinione in cui si trova la Corte di Roma (cfr. L. v. Pastor, XIV, 2, p. 366 n. 2).
Lasciata la nunziatura nel 1673, fu consacrato arcivescovo in partibus di Edessa (26 giugno) e nominato vescovo assistente al soglio pontificio. Il 5 nov. 1673 venne inviato nunzio a Firenze; il 29 nov. 1675 passava a Venezia in un momento assai difficile per i rapporti tra la S. Sede e la Serenissima data l'insistente richiesta degli ambasciatori veneziani a Roma, prima A. Barbaro e poi C. Zeno, di un'ulteriore estensione delle prerogative e franchigie diplomatiche tali da limitare considerevolmente la giurisdizione pontificia nella città. Dopo il ritiro dell'ambasciatore, l'A., nell'inverno del 1678, lasciò Venezia trasferendosi a Milano, da dove seguitò a dirigere gli affari della nunziatura per mezzo dei suoi segretari A. Borghi e L. Giacobelli. A Milano rivolse la sua attenzione ai traffici commerciali tra la provincia spagnola di Lombardia e gli Stati pontifici.
Morì a Milano il 7 apr. 1683, mentre perdurava la rottura tra Innocenzo XI e Venezia, e fu sepolto in duomo.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'italia, I, I, Brescia 1753, D. 231; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium I, 2, Mediolani 1745, coll. 10-11; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese... di Milano, I, Milano 1889, nn. 61 e 67; L. Karttunen, Les nonciatures apostoliques permanentes de 1650 à 1800, Genève 1912, tavv. 26, 34, 37, 41, 49 e p. 229; L. v. Pastor, Storia dei Papi, XIV, 1, Roma 1932, p. 619; XIV, 2, ibid. 1932, pp. 141-143, 366; R. Quazza, Preponderanze straniere, Milano 1938, p. 233; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia. carholica..., V, Patavii 1952, D. 191; Dict. d'Hist. a de Géogr. Ecclés., I, col. 1218.