BASSI, Carlo Francesco (Charles)
Figlio di Stefano, scudiero di corte a Modena, e di Angela Ballino, nacque a Torino il 22 nov. 1772.
Sua sorella Giovanna Marcherita (Margareta), nata a Parigi il 13 giugno 1765, fu scritturata nel 1783 come prima ballerina dal Teatro Reale dell'Opera di Stoccolma dove rimase, sempre molto apprezzata, sino al 1794. Sposò quindi P. H. Schöne.
Il B., appena undicenne, si recò nel 1783 a Stoccolma insieme con la sorella: per desiderio del re Gustavo III, entrò l'anno seguente nell'Accademia di Belle Arti dove iniziò gli studi di architettura dapprima con O. Tempelman e poi sotto la guida di Jean Louis Desprez, geniale architetto, pittore e scenografo francese alla corte svedese. Nel 1790 ebbe un premio dell'Accademia e lo stesso anno partì per l'Italia, iniziando un viaggio di studi durato otto anni che doveva dargli, tra l'altro, l'occasione di frequentare Thorvaldsen. Quattro anni più tardi lo raggiunse il suo compagno d'accademia C. C. Gjörwell. Tornato a Stoccolma, cominciò ad esercitare la professione assieme a Gjörwell, divenuto frattanto architetto capo del Comune. Per K. G. Sehmann progettò, nel 1802, una palazzina a Aske (Uppland). p. questa l'unica opera, in Svezia, che gli si possa attribuire con certezza, sebbene alcuni autori facciano anche il nome del B. fra i possibili autori di Broby, un palazzetto nel Södermanland, che la tradizione assegna alla scuola del Desprez. Nello stesso anno il B. si trasferì Åbo, allora capitale della Finlandia, per sovrintendere alla ricostruzione dell'Accademia su progetto di Gjörwell. Questi lavori si protrassero oltre il previsto, sia a causa di una ricorrente scarsezza di fondi, sia per il sopraggiungere della guerra e della successiva occupazione russa. Il B., stabilitosi oramai definitivamente ad Åbo, ebbe così l'occasione di dedicarsi anche a numerosi incarichi privati. Il suo arrivo in Finlandia segna una tappa determinante nella storia dell'architettura di quel paese, dove la necessità di edifici in muratura si manifestava sempre più chiaramente e dove si andava affermando un più moderno gusto neoclassico. Il B. è il primo architetto, con preparazione accademica, che operi in Finlandia, e per oltre vent'anni l'attività edilizia locale sarà dominata dalla sua personalità. Dopo l'annessione della Finlandia alla Russia e il suo distacco dalla Svezia, egli fu posto a capo di un ufficio di intendenza per gli edifici pubblici. Quando, nel 1820, l'ufficio fu trasferito a Helsingfors, da poco divenuta capitale, il B. lo seguì, ma dopo solo due anni si dimise e rientrò ad Åbo con incarichi di controllo sui lavori concessi in appalto dallo stato. Al suo posto subentrò l'architetto tedesco C. L. Engel, già dal 1816 operoso in Finlandia.
Nei giorni 4 e 5 sett. 1827 divampò a Åbo un violento incendio che distrusse in breve quasi due terzi della vecchia città, cioè oltre 2.500 case, in gran parte di legno.
Lo stile del B. nelle opere che precedono l'incendio è imparentato con le forme neoclassiche, quali si andavano affermando in Svezia all'inizio del secolo XIX. Senza sentirsi legato all'imitazione di esempi dell'antichità, egli si serve di elementi semplici, a tenue rilievo, per creare un'architettura di andamento più lineare che plastico, priva di effetti gratuiti e che si risolve tutta, nell'eleganza delle proporzioni e nel misurato aggetto degli avancorpi. La palazzina di Aske, a circa 50 km da Stoccolma, può definirsi un casino all'italiana, a pianta pressoché quadrata e sormontata da una cupola che dà luce alla zona centrale dove si sviluppa la scala. Verso il giardino si, apre con una loggia ad archi tondi, sormontata da una terrazza e fiancheggiata da due ali sporgenti. Questa prima opera del B., assai più vicina al neoclassico italiano che non le successive, ci mostra, con il felice equilibrio dei volumi ed il tranquillo andamento della facciata, a quali altezze egli potesse giungere. Nell'Accademia di Åbo il B. si attiene fedelmente ai disegni di Gjörwell, ma l'aula magna, quadrata, divisa in tre navate da due coppie di colonne ioniche in granito rosso e chiusa da un'ampia abside, viene generalmente considerata come una sua personale creazione, di classica bellezza. Delle ulteriori opere del B. precedenti all'incendio è dffficile farsi un quadro completo giacché molte andarono distrutte e solo in pochi casi se ne conservano i disegni. Esistono tuttora alcune ville nei dintorni di Åbo, la più antica delle quali è Korpo (1802), a due piani, con dieci finestre sulla facciata e solo due sui lati corti, e un avancorpo centrale sormontato da timpano triangolare. Viurila (1804), una delle opere meglio conservate, ripete lo stesso schema, peraltro con qualche maggiore eleganza. Fiskars (1816circa) è simile alle precedenti, ma i suoi tre piani e lo, stretto avancorpo a soli tre interassí si risolvono in un infelice verticalismo che il terreno scosceso accentua ancor più. Il più importante progetto, del B. in questo periodo, il nuovo municipio di Åbo, al quale egli lavorò, in varie riprese, fra il 1807 e il 1816, non fu realizzato. I disegni ce lo mostrano a tre piani, con una facciata di tipo palladiano. Sul bugnato del piano terreno si innalzano, limitatamente all'avancorpo centrale, sei pilastri di Ordine toscano, con fregio a triglifi e timpano. Egualmente non realizzati rimasero i disegni di un palazzo vescovile (1803), mentre a un suo progetto per l'osservatorio (1816), con corpo centrale ottagono, fu preferito quello di Engel.
All'incendio seguì a Åbo un'intensa attività edilizia, caratterizzata dalla circostanza che, mentre i numerosi cittadini abbienti desideravano rifarsi la casa in muratura e con le aggraziate forme dello stile impero, gli architetti qualificati erano pochi e quasi tutti impegnati ad edificare la nuova Helsingfors. Il B. partecipò naturalmente alla ricostruzione di Åbo, ma con poche opere, segno evidente ch'egli aveva ormai passato l'apogeo del successo. Delle varie centinaia di edifici progettati in quegli anni, suoi sono poco più di una decina.
Fra questi va ricordato un gruppo di tre case presso il ponte sull'Aura, costruite negli anni 1828-29. Nella sede per la Svenska Bildningens Vánner (1829) il suo linguaggio si arricchisce di qualche preziosità negli stucchi della cornice marcapiano e delle lunette sulle finestre. Dec, grazioni a stucco si trovano anche nella scuola Heurlinska (1829), assieme ad un più generoso uso del bugnato e ad una certa varietà relle cornici delle finestre. In sostituzione della vecchia Accademia, gravemente danneggiata dall'incendio (che risparmiò tuttavia Paula magna) e poi adibita ad altra sede, il B. progettò la Nuova Accademia (1831). Qui si nota, nelle sei colonne toscane dell'avancorpo centrale, nel basso attico dal profilo a gradoni e nelle finestre a timpano, una nuova e più variata ricchezza espressiva. Le due case gemelle a Tavastgatan (1832), in legno e tutt'ora conservate, sorgono al due estremi opposti dell'isolato, ed un semplice assito, delimitando il giardino, le unisce in un unico prospetto. L'ultima opera del B. fu, con tutta probabilità, la casa d'angolo fra Braliegatan. e Slottsgatan, progettatanel 1836, ma costruita, con notevoli alterazioni, tre anni dopo la morte dell'architetto.
Anche le opere di questo secondo periodo sono caratterizzate dalla semplicità con cui il B. compone lo spartito murario e dalla parsimonia nell'uso di comici e di elementi verticali. E se pure egli dimostra ora di partecipare agli sviluppi più recenti dell'architettura in Svezia e di non essere talvolta insensibile a certe eleganze proprie dello stile impero in Russia (conosciuto forse attraverso le opere di Engel a Helsingfors), rimane tuttavia ancora legato alle forme sobrie e lineari delle sue prime opere. Questo spiega forse perché il B. non incontrasse più' negli ultimi anni, il favore del pubblico. I suoi contemporanei, infatti, cercavano nello stile impero, divenuto stile di rappresentanza per eccellenza, soprattutto l'appagamento delle proprie ambizioni, mentre l'architettura del B., un po, in sordina e basata su presupposti ben diversi, troppo si allontanava dai loro ideali di monumentalità.
Il B. sposò il 9 apr. 1816la propria governante, Helena Wetterbrun, dalla quale aveva già avuto tre figli; altri tre ne ebbe dopo il matrimonio. Rimasto vedovo, si risposò con Jolianna (Jeannette) Lundgren.
Morì ad Åbo l'11 genn. 1840 e ivi fu sepolto nel cimitero, vecchio.
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