GALLOZZI, Carlo
Nato il 25 (o 26) marzo 1820 a Santa Maria Capua Vetere da Girolamo, medico, studiò chirurgia a Napoli, formandosi alle scuole di G. Galbiati e di N. Ippolito, del quale fu allievo prediletto e che coadiuvò, giovanissimo, dettando le lezioni di osteologia. Conseguita la laurea nel 1841, cominciò subito a praticare la chirurgia nell'ospedale dei Pellegrini: qui ebbe modo di mettersi in evidenza per l'abnegazione dimostrata nel soccorrere i feriti dei disordini del maggio 1848, prodigandosi incessantemente per tre giorni consecutivi e contraendo anche una grave malattia. Ne ebbe in riconoscimento il titolo di chirurgo onorario del nosocomio. Nel 1852 dette inizio nel proprio studio all'insegnamento privato della patologia chirurgica generale e speciale nonché, nell'anfiteatro della clinica, al corso di esercizi pratici di medicina operatoria.
Intanto, cominciava ad acquisire fama di ottimo chirurgo. Nominato per meriti eccezionali assistente nella clinica chirurgica dell'Università di Napoli nel 1857, l'anno successivo ebbe il titolo di professore e fu incaricato di sostituire il titolare, S. Trinchera, nell'insegnamento della chirurgia traumatologica al Collegio medico. Nel 1860 fu chiamato a far parte di una speciale commissione, presieduta da S. Baldacchini, incaricata del riordinamento dell'Università di Napoli e dell'insegnamento superiore della chirurgia, e poté così contribuire al rinnovamento degli studi medici a Napoli. L'Università era allora priva di una cattedra ufficiale di medicina operatoria; quando nel 1862 la legge Matteucci impose l'obbligo per i laureandi in medicina di sostenerne gli esami, il G. fu scelto come primo insegnante ufficiale di tale disciplina. Egli delineò lo svolgimento del suo corso ponendone le basi sull'anatomia e proponendone la nuova denominazione di anatomia chirurgica e corso di operazioni. Con decreto reale del 25 ag. 1866 il G. fu nominato titolare dell'insegnamento di clinica chirurgica nella nuova sede dell'ospedale clinico Gesù e Maria, succedendo a F. Palasciano. All'insegnamento della clinica riunì anche quello della medicina operatoria. Fu anche rettore dell'Università di Napoli.
Il G. operò in un periodo in cui la riuscita degli interventi era affidata essenzialmente alla perfetta conoscenza dell'anatomia normale e patologica e alla rapidità dell'esecuzione, elementi indispensabili per rispettare al massimo l'integrità dei tessuti ed evitare lo shock operatorio in era preanestetica e preasettica. Dotato di tecnica raffinata, fu operatore molto preciso e audace, ma sempre essenziale e misurato. Efficace e razionale nell'insegnamento teorico e pratico, formò validi allievi.
Si distinse in tutti i campi della clinica chirurgica, pubblicando la descrizione dei casi osservati e degli interventi eseguiti in una lunga serie di lavori scientifici: dal 1876 al 1902 l'Accademia medico-chirurgica di Napoli accettò e pubblicò ben quarantacinque sue comunicazioni. Fu un abile e ardito operatore delle ossa e delle articolazioni (Resezione del mascellare superiore sinistro per tumore ad evoluzione cancerigna (Cancro ghiandolare e mucoso), in Il Morgagni, VIII [1866], pp. 374-377; Osservazioni di un caso di resezione tibio-calcanea alla Pirogoff seguita da felice risultato, ibid., XX [1878], pp. 879-885; Sarcoma mielogeno della tibia sinistra; amputazione della coscia; guarigione, ibid., XXIII [1881], pp. 169-183; Osteosarcoma del quarto inferiore del cubito destro; resezione e disarticolazione della metà inferiore dell'osso affetto; guarigione, in Resoconto delle adunanze e dei lavori dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, XXXV [1881] pp. 47-53, e in Il Morgagni, XXIII [1881], pp. 576-581); si distinse nella chirurgia vascolare in modo particolare nello studio e nel trattamento degli aneurismi per la cui cura introdusse per primo il metodo elettrocoagulante noto come "metodo Gallozzi-Vizioli" (Aneurisma spontaneo del tronco brachio-cefalico con partecipazione della origine della carotide primitiva, guarito con la corrente elettro-galvanica, metodo Gallozzi-Vizioli, in Boll. dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, I [1889], pp. 67-74), nella tecnica operatoria messa a punto per la cura delle emorroidi, per la quale perfezionò la pinza del Langenbeck (Nuovo metodo e processo operatorio per le varici e tumori emorroidari mercè rapido schiacciamento lineare ed escissione, in Il Morgagni, XI [1869], pp. 235-249), nelle tecniche di allacciatura dei tronchi arteriosi (Considerazioni su di un caso di legatura dell'arteria iliaca interna eseguita nella clinica chirurgica di Napoli, ibid., pp. 777-792; Due osservazioni d'allacciatura dell'arteria ascellare in basso, e della succlavia, in Resoconto delle adunanze e dei lavori dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, XXXIX [1885], pp. 179-186). Eseguì interventi neurochirurgici sia a livello dei nervi periferici (Della recisione del nervo dentario inferiore col metodo del Parravicini, ibid., XXXVI [1882], pp. 195-199 e in Eco degli ospedali, I [1883], pp. 47-51), sia a livello cerebrale in casi di patologia traumatica (Nota preventiva d'una estrazione di proiettile d'arma da fuoco dalle circonvoluzioni dell'emisfero cerebrale sinistro, mercè trapanazione della calvaria, in Resoconto delle adunanze e dei lavori dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, XXXVI [1882], pp. 81-84, e in Il Morgagni, XXIV [1882], pp. 504-507; Utilità dello specillo elettrico nelle ferite per armi da fuoco del cervello, in Giorn. di neuropatologia, I [1882-83], pp. 145-148; Afasia per entropressione di frammenti del parietale sinistro; trapanazione; guarigione, in Boll. dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, I [1889], pp. 96-101); si cimentò con successo nella chirurgia ginecologica (La prima ovariotomia eseguita nella clinica chirurgica, coronata da felice esito, in Resoconto delle adunanze e dei lavori dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, XXXV [1881], pp. 63-67, e in Il Morgagni, XXIV [1882], pp. 84-87) e addominale (La prima laparotomia eseguita in clinica per ostinata occlusione intestinale; istoria ed osservazioni, ibid., pp. 501-504, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, s. 8, IV [1882], pp. 425-427, e in Resoconto delle adunanze e dei lavori dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, XXXVI [1882], pp. 60-64; Contributo allo studio dei tumori sotto-peritoneali delle pareti addominali, ibid., XLIII [1890], pp. 114-120); fu un ottimo operatore delle vie urinarie (Su di un voluminoso calcolo uretrale, operato nella clinica chirurgica, in Riv. clinica e terapeutica, IV [1882], pp. 55-59).
Il G. appartenne a varie società scientifiche: tra l'altro, nel 1883 aderì all'iniziativa di fondare la Società italiana di chirurgia e nel 1894 fu eletto vicepresidente dell'Accademia medico-chirurgica di Napoli. Prese inoltre parte alla vita pubblica: eletto deputato per il collegio di Santa Maria Capua Vetere nel 1861, rinunziò al mandato nel 1863; il 20 nov. 1891 fu nominato senatore del Regno.
Il G. morì a Napoli l'11 febbr. 1903.
Fonti e Bibl.: Necr. in Annuario della R. Univers. di Napoli, a.a. 1902-03, Napoli 1903, pp. 331-334; ibid., a.a. 1903-04, ibid. 1904, pp. 5 s.; La Riforma medica, XIX (1903), p. 196; Atti dell'Acc. medico-chirurgica di Napoli, LVII (1904), pp. 23 s.; G. Miranda, C. G. e la sua opera scientifica, ibid., LXVII (1913), pp. XIX-XLIII; G. Pascale, La chirurgia moderna e la scuola napoletana (Palasciano - G. - D'Antona), in Annali ital. di chirurgia, VI (1927), 1, pp. 1-63; Enc. biogr. e bibliogr. ital., A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori, II, p. 10; Enc. Italiana, XVI, pp. 335 s.