GAMNA, Carlo
Nato a Torino il 28 ott. 1886 da Casimiro e da Angela Martinazzi, studiò medicina e chirurgia presso l'Università del capoluogo piemontese, ove si laureò a pieni voti il 12 luglio 1911. Allievo interno dell'istituto di anatomia umana normale diretto da R. Fusari negli anni accademici dal 1908-09 al 1911-12, fu poi medico interno nella clinica medica nel 1911-12 e quindi effettivo presso l'istituto di anatomia patologica diretto da P. Foà, con la qualifica di assistente dal 1912 al 1919 e di aiuto dal 1919 al 1922. Nell'Università torinese percorse così tutta la sua carriera: acquisita per titoli la libera docenza in anatomia patologica nel 1916, nell'anno accademico 1918-19 fu incaricato di svolgere un corso di integrazione della stessa disciplina per studenti reduci dal servizio militare, quindi dal 1919-20 al 1922-23, su proposta della facoltà medica accettata dal competente ministero, di supplire nell'insegnamento ufficiale dell'anatomia patologica il Foà. Contemporaneamente, per gli anni 1915-16 e dal 1920-21 al 1922-23, fu incaricato della direzione degli istituti scientifici per ricerche cliniche Baldi e Riberi, annessi all'ospedale Maggiore di Torino, in supplenza del titolare F. Vanzetti.
Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale (dal maggio 1916 al febbraio 1919 fu costantemente in zona di operazioni, meritando una decorazione al valor militare e la croce di guerra), cominciò a frequentare l'istituto di clinica medica torinese, diretto da F. Micheli, del quale divenne allievo e collaboratore. Nominato aiuto nel 1922, nel 1925 conseguì la libera docenza in patologia speciale medica. Incaricato nel 1926 dell'insegnamento della stessa disciplina nell'Università di Siena, nel 1929 fu chiamato dalla facoltà medica di questa Università alla cattedra di clinica medica generale. Nel 1935 il G. successe ad A. Ceconi presso la facoltà medica dell'Università di Torino alla direzione della cattedra di patologia speciale medica e, due anni dopo, alla morte del Micheli, all'insegnamento della clinica medica generale.
All'esemplare impegno didattico e organizzativo (a lui si deve, fra l'altro, la realizzazione della scuola di specializzazione in tisiologia della facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Torino), il G. affiancò una attività di ricerca scientifica di primissimo piano.
Di formazione anatomopatologica, privilegiò gli aspetti morfologici e fisiopatologici delle sue indagini. Autore di circa 200 pubblicazioni scientifiche, si rese noto soprattutto per alcuni fondamentali contributi nel campo della ematologia e della tisiologia. Ai primi lavori di impronta essenzialmente istopatologica (Contributo allo studio delle atipie epiteliali secondo le recenti esperienze sull'epitelio, in Pathologica, III [1910-11], pp. 508-511; Contributo alle proliferazioni epiteliali atipiche da scarlatto, in Atti del Congresso internazionale dei patologi, 1911, I, Torino 1912, pp. 354-357; Sul comportamento delle cellule interstiziali del testicolo negli stati morbosi generali dell'organismo; grassi e lipidi nelle cellule interstiziali, in Archivio per le scienze mediche, XXXVII [1913], pp. 443-479; Sull'iperplasia splenica da lipoidemia e sui suoi rapporti col morbo di Gaucher, in Giornale della R. Acc. di medicina di Torino, s. 4, XX [1914], pp. 200-207), il G. fece seguire alcune segnalazioni che lo imposero all'attenzione della comunità scientifica: la descrizione di due casi di cisti ematiche disseminate nel parenchima epatico (Due casi di cisti ematiche disseminate nel fegato, in Arch. per le scienze mediche, XXXIX [1915-16], pp. 128-152; Über die bei Menschen vorkommenden Fälle von sogennanter Teleangiectasia hepatis disseminata, in Zentralblatt für Herzkrankheiten…, VII [1915], pp. 245-254); lo studio della allora dibattutissima questione della identità di una particolare forma di leucemia mieloide (Sul significato della cosiddetta leucemia mieloblastica, in Arch. per le scienze mediche, XXXIX [1915-16], pp. 362-388) e quello del linfogranuloma primitivo dell'intestino, il secondo caso consegnato alla letteratura medica in tutto il mondo (Linfogranuloma primitivo dell'intestino, ibid., XLII [1919], pp. 232-252); le pazienti e accurate ricerche sulle splenomegalie primitive, che gli consentirono di dimostrare la presenza nella milza iperplastica di aree fibrotiche con accumulo di pigmento emosiderinico, che furono subito conosciute come "aree o noduli del Gamna" e che indussero numerosi autori a isolare una particolare forma di splenomegalia primitiva che denominarono "malattia del Gamna" (Contributo alla conoscenza delle splenomegalie croniche primitive. Splenogranulomatosi siderotica, in Haematologica, IV [1923], pp. 129-181; Sopra una particolare forma di splenomegalia primitiva, in Giorn. di biologia e medicina sperimentale, I [1923-24], pp. 22-26; Su le lesioni siderotiche che si riscontrano nelle splenomegalie croniche, in Pathologica, XVI [1924], pp. 203-207; Sopra la forma granulomatosa di splenomegalia primitiva (splenogranuloma), in Arch. per le scienze mediche, L [1927], pp. 109-118; Sur la clinique et l'étiologie de la splénomégalie granulomatose sidérosique, in Sang, I [1927], pp. 610-633; Sopra le splenomegalie croniche a lesioni sclerosiderotiche. Lo stato attuale della questione nella clinica e nell'anatomiapatologica, in Arch. di patologia e clinica medica, VIII [1929], pp. 231-256); le importanti acquisizioni di ordine anatomo-clinico e sperimentale sulle caratteristiche e sulle cause della linfogranulomatosi inguinale (Sulla granulomatosi inguinale a focolai multipli suppurativi, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, s. 4, XXIX [1923], pp. 34-38; Sulla linfogranulomatosi inguinale. Ricerche cliniche ed etiologiche, in Arch. per le scienze mediche, XLVI [1923], pp. 31-62; Nuove ricerche sull'etiologia della linfogranulomatosi inguinale subacuta, in Giorn. di biologia e medicina sperimentale, I [1923-24], pp. 336-340; Sull'etiologia del linfogranuloma inguinale. (Nuove osservazioni cliniche e ricerche sperimentali), in Arch. di patologia e clinica medica, III [1924], pp. 305-316); la messa a punto di un sistema di valutazione del diametro eritrocitario medio mediante la costruzione, su un sistema di assi cartesiani, della curva delle frequenze dei singoli valori rilevati (La formula eritrocitometrica nello studiodelle malattie del sangue, in Minerva medica, V [1925], pp. 737-749). Notevole fu il contributo dato dal G. alla conoscenza dell'evoluzione patologica e delle manifestazioni cliniche della tubercolosi polmonare postprimaria, mirabilmente esposto al XXXVII congresso della Società italiana di medicina interna e pubblicato in forma monografica con il titolo Le modalità di origine e di evoluzione clinica della tubercolosi polmonare (Roma 1931): oltre a delineare e inquadrare le varie fasi del processo morboso in modo meno rigido e schematico di quanto era stato fino ad allora codificato ma più aderente alla realtà clinica e ai reperti radiologici, introdusse il termine di "infiltrato tisiogeno" che più si adatta alle caratteristiche evolutive della forma morbosa (Infiltrati polmonari tisiogeni, in Atti della R. Acc. dei fisiocritici in Siena, IV [1929], pp. 70-86) e si occupò di prevenzione e di terapia (Immunoterapia della tubercolosi polmonare, in La tubercolosi polmonare. Punto di vista clinico e sociale, per cura di U. Carpi - G. Ronzoni, II, Milano 1926, pp. 117-149; Indicazioni di durata del pneumotorace terapeutico, in Lotta contro la tubercolosi, IX [1938], pp. 827-848, in collab. con U. De Michelis e altri).
Il G. fu inoltre autore di vari capitoli in trattati specialistici: Anatomia patologica dell'apparato digerente, Torino 1920, parte quarta del vol. I del Trattato di anatomia patologica per medici e studenti…, a cura di P. Foà; Malattie del fegato, in Medicina interna. Manuale…, diretto da A. Ceconi, II, ibid. 1931, pp. 627-707; Terapia delle malattie del fegato, delle vie biliari e del pancreas, in Terapia medica. Manuale…, diretto da F. Galdi, II, ibid. 1944, pp. 455-476; Anatomia patologica del sangue, in Trattato italiano di anatomia patologica, I, ibid. 1949, pp. 253-290 (in collab. con L. Crosetti). Del G. sono ancora da ricordare Diagnosi e terapia specifica delle malattie infettive e parassitarie, ibid. 1929; Sintesi di diagnostica medica, ibid. 1940; nonché il ponderoso trattato Medicina interna, in collab. con F. Ceresa e A. Galeone, I-V, ibid. 1949-50 (2ª ed. riveduta e ampliata a cura di S. Battistini, ibid. 1959). Il G. diresse inoltre (in collab. con F. Micheli) la traduzione dei volumi La clinica moderna, di G. e F. Klemperer, ibid. 1933-35, e Terapia medica attuale, I-III, ibid. 1947-48 (2ª ed. rinnovata e ampliata a cura di C. Giordano, I-IV, ibid. 1959).
Vincitore del premio Reviglio per lavori scientifici assegnato dall'Accademia di medicina di Torino nel 1916, il G., nel 1920, divenne socio ordinario della stessa Accademia, della quale fu poi eletto presidente. Membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, fu condirettore del periodico Minerva medica dal 1935.
Il G. morì a Torino il 4 luglio 1950.
Fonti e Bibl.: Necrologi: in Archivio di tisiologia, V (1950), parte varia, pp. 276-279; in Lotta contro la tubercolosi, XX (1950), pp. 825 s.; in Minerva ginecologica, II (1950), parte varia, pp. 318 s.; in La Riforma medica, LXIV (1950), p. 975; in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, CXIII (1950), pp. V s.; in Rivista di patologia e clinica della tubercolosi, XXIII (1950), p. 328; in Arch. "E. Maragliano" di patologia e clinica, VI (1951), n. 1. Inoltre: Titoli del dott. C. G. libero docente di anatomia patologica, aiuto nella clinica medica generale della R. Università di Torino. Marzo 1925, Torino 1925; A. Ferrannini, Medicina italica. Priorità di fatti e di direttive, Milano 1935, pp. 99 s.; Enc. Italiana, App. II, I, p. 1018; App. III, I, p. 698.