GATTI, Carlo
Nacque a Firenze il 19 dic. 1876 da Giacomo, maestro di banda, e da Anna Maria Grasso. Dedicatosi sin dall'infanzia allo studio del pianoforte, nel 1889 fu ammesso al conservatorio di Milano, dove studiò contrappunto con M. Saladino e armonia prima con A. Catalani e poi con G. Coronaro.
Ancora studente compose il suo primo lavoro, musicando per coro e orchestra il IV atto dell'Adelchi di A. Manzoni. Il 2 luglio 1894 si diplomò in composizione e, dopo aver arricchito il suo bagaglio tecnico e culturale a Monaco di Baviera e a Berlino, tornò nuovamente a Milano, ove pur non abbandonando la composizione si dedicò prevalentemente alla critica musicale. Dal 1898 al 1937 insegnò nel conservatorio di Milano strumentazione per banda, e pubblicò a Milano in 5 fascicoli, gli Esercizi di riduzione per vari gruppi di strumenti a fiato; fu inoltre titolare della cattedra di armonia e contrappunto complementare dal 1912 al 1941.
Entrato in contatto con i circoli letterari milanesi, e soprattutto, negli anni della prima guerra mondiale, con A. Boito, il G. si dedicò agli studi critici e storici, rivolgendosi in particolare all'opera italiana della seconda metà del XIX secolo. Studioso attento e appassionato delle opere di G. Verdi, offrì un notevolissimo contributo con la biografia in due volumi, Verdi, edita a Milano nel 1931 (riedita, in un solo volume, sempre a Milano nel 1950 e nel 1951). L'opera, tradotta successivamente in lingua inglese e spagnola, e gli altri due studi, Verdi nelle immagini (Milano 1941) e Revisione e rivalutazioni verdiane (Torino 1952), gli valsero la cattedra di studi verdiani al conservatorio di Milano, che il G. che mantenne fino al 1948.
Frattanto nel 1921 aveva fondato, sempre a Milano, il teatro del Popolo, della cui sezione musicale fu direttore per più di trent'anni. A questo teatro dedicò poi lo studio Venti anni di concerti al teatro del Popolo di Milano, 1921-1941, ivi pubblicato dalle edizioni d'arte Emilio Bestetti nel 1941.
Dal 1942 al 1944 ricoprì l'incarico di sovrintendente del teatro alla Scala, cui dedicò Il teatro allaScala nella storia e nell'arte, 1778-1958 (Milano 1964).
Non trascurò frattanto la composizione: nel 1893 era stata eseguita nel conservatorio milanese la suite per orchestra Scene di Maremma, seguita nel 1911 da Introduzione istrumentale per una solennità, eseguita per la prima volta al salone dei concerti dell'Esposizione di Torino, e nel 1912 da Epinicio, poema sinfonico eseguito al teatro alla Scala di Milano.
Negli anni 1931-33, a distanza di quasi vent'anni dalle composizioni per orchestra, in occasione dell'annuale festa delle camelie a Locarno, il G. compose tre poemi sinfonico-corali: Verbania, su libretto di L. Orsini, scenografia di A. Rovescalli, coreografia di La Roche (aprile 1931); Il dono dell'amore, su libretto di Angelo Gatti, fratello del G., scenografia di A. Rovescalli e coreografia di V. Dell'Agostino (aprile 1932); Bella terra del Ticino, su libretto di L. Orsini e A. Gatti (aprile 1933).
Si ricordano inoltre: Piccola cantata augurale per coro e archi (Milano 1935); Cinque canti popolari ticinesi da eseguirsi a 2 o 4 voci con pianoforte (ibid. 1932), e infine Canti fraterni per soprano o mezzosoprano e pianoforte (1943), su poesie del fratello Angelo.
Il G. si dedicò altresì alla revisione, curando l'edizione di musiche di G. Viotti (Sei sonate per violino ebasso), A. Lolli (Sei sonate per violino e basso), L. Leo (Due concerti per violoncello e pianoforte, dalle Sinfonie concertanti), A. Scarlatti (Tre arie per soprano e pianoforte), e G. Paisiello (La Nina pazzaper amore).
Vissuto nel periodo in cui si andava formando in Italia una nuova cultura anche in ambito musicale, si dedicò con impegno alla ricerca storica e all'attività giornalistica. Scrisse sui maggiori periodici, ed esercitò la critica musicale dal 1918 al 1948 sull'Illustrazione italiana e fu direttore della collana I grandi musicisti italiani e stranieri, edito a Milano da Garzanti.
Il G. morì a Milano il 3 marzo 1965.
Tra i suoi scritti (pubblicati a Milano se non altrimenti indicato) si ricordano ancora: Lettere diA. Catalani a G. Depanis (1926); Il teatro allaScala rinnovato (1926); Catalani la vita e leopere (1953); R. Wagner. Appunti commemorativi (1964); Il "Musicista d'ingegno e ingegnoso" nella miscellanea A. Boito. Scritti e documenti nel trentesimo anniversario della morte (1948); La "ragione del Catalani e dell'arte sua" nella miscellanea per il centenario della nascita di A. Catalani (Lucca 1954).
Fonti e Bibl.: Necr. in Corriere della sera, 5 marzo 1965; F. Mompellio, C. G., in Annuario dell'anno accademico 1964-65del conservatorio di musica G. Verdi diMilano, Milano 1965, pp. 247-251; A. De Angelis, L'Italia musicale d'oggi. Diz.dei musicisti, Roma 1922, p. 239; Panorama biografico degli italiani d'oggi, I, Firenze 1956, p. 708; Chi è? Dizionario biografico degli italiani d'oggi, Roma 1961, p. 312; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 602; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, IV, coll. 1454 s.; Enc. dello spettacolo, V, coll. 974 s.; Riemann Musik Lexikon, I, Mainz 1959, p. 591; Enc. della MusicaRizzoli Ricordi, Le biografie, III, Milano 1972, p. 95; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 133; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, p. 184; The New Grove Dict. of opera, II, pp. 359 s.