GERVASONI, Carlo
Nacque a Milano il 4 nov. 1762, figlio di Antonio. Appartenente a un'agiata famiglia di gioiellieri, sin dalla prima giovinezza mostrò una forte inclinazione per la musica e incominciò a studiare cembalo, organo, violino e composizione. Contemporaneamente, affrontò con successo gli studi di retorica e filosofia.
Abbandonato l'iniziale proposito di prendere i voti, decise di dedicarsi professionalmente alla musica, incontrando però la ferma opposizione del padre, che lo convinse a recarsi a studiare ingegneria alla Scuola di Brera. Nel 1781, alla morte del genitore, il G. pensò nuovamente di dedicarsi alla musica e di trasferirsi a Napoli, ma le necessità economiche lo spinsero a ripiegare su una più concreta e remunerativa attività commerciale, impiegandosi come contabile.
Parallelamente a tale attività, si occupò sempre più assiduamente di musica: diede lezioni private, frequentò teatri, curò l'organizzazione musicale di numerose funzioni solenni; soprattutto, studiò tutti i migliori trattati di musica vocale e strumentale allora disponibili. Tali letture, oltre a consentirgli di approfondire la propria cultura musicale, influenzarono in maniera decisiva il suo pensiero e la sua successiva produzione: il G. ebbe infatti modo di verificare come, a fronte di un gran numero di opere riguardanti un singolo argomento (il canto, la composizione, la tecnica relativa ai differenti strumenti), non ve ne fosse una in grado di offrire nozioni relative a tutte le discipline musicali. Pensò così di scrivere egli stesso un'opera che soddisfacesse le esigenze di chiunque volesse apprendere la musica, a qualsiasi livello.
La realizzazione di un progetto tanto ambizioso fu tuttavia possibile solamente diversi anni più tardi. Nell'agosto del 1789 ottenne il posto di maestro di cappella presso la chiesa matrice di Borgo Val di Taro, in provincia di Parma; tale impiego gli diede finalmente l'opportunità di dedicarsi a tempo pieno alla musica, e soprattutto di poter attendere alla stesura delle sue opere teoriche, la prima delle quali, Lascuola della musica in tre parti divisa, fu edita a Piacenza nel 1800, e richiese al suo autore quasi dieci anni di lavoro. Con essa il G. realizzò il suo progetto di un'opera chiara ed esauriente, accessibile a un vasto numero di persone, studenti di musica o semplici dilettanti. La scuola dellamusica, corredata nel 1801 da un volume di semplicissimi Esempj musicali, ebbe un notevole successo, ma fu anche molto criticata, a causa della semplificazione, giudicata eccessiva, operata dal G. nel trattare una materia di per sé tanto difficile e complessa. Oggetto di aspre critiche fu anche il metodo da lui suggerito per l'apprendimento del contrappunto: secondo il G., l'allievo non deve basarsi sulle antiche melodie del canto fermo, ma su melodie nuove, appositamente composte. In tal modo, egli si poneva in netto contrasto con i più illustri maestri, soprattutto con G.B. Martini, autore del celeberrimo Saggio fondamentale di contrappunto sopra il canto fermo (1774). Per ribattere le accuse mosse alla sua opera, il G. pubblicò nel 1804, prima a Parma, quindi a Milano, il Carteggio musicale di C. Gervasoni con diversi suoi amici professori, e maestri di cappella, un estratto della sua nutrita corrispondenza tenuta, fra gli altri, con F. Fortunati, A. Minoja e A. Marsand.
Nel 1807 fu fondata a Livorno la Società italiana di scienze ed arti, e il G. ne divenne membro. Redigendo una dissertazione scritta nel 1810 per tale Società, egli realizzò un'altra importante opera teorica, la Nuova teoria di musicaricavata dall'odierna pratica (Parma 1812).
In essa il G. si richiama esplicitamente ai lavori di A.-É. Choron ed E.L. Gerber, proponendosi di realizzare anche in Italia un'opera di carattere storico-biografico, capace di fornire notizie dettagliate circa il panorama musicale passato e coevo. Nonostante il titolo, l'opera è infatti per lo più di carattere storico: si apre con le Notizie storico-musicali, corredate di numerose e ricche annotazioni, in pratica una breve storia della musica, cui segue la Descrizione generale dei virtuosi filarmonici italiani, vero e proprio lessico biografico comprendente numerosissimi compositori, strumentisti e cantanti.
In questa, come nelle precedenti opere del G., è evidentissima l'influenza del pensiero illuminista, con le sue istanze di diffusione della cultura a ogni livello, con relativa semplificazione dei testi a tale diffusione preposti, e le tendenze enciclopediche, cui si dovette la diffusione di lessici come quello di E.L. Gerber, al quale il G. si richiamò.
Morì a Borgo Val di Taro il 4 giugno 1819.
Fonti e Bibl.: M. Sutter, Aspetti della prassi organistica in Italia nel Settecento e nel primo Ottocento, in L'organo, IX (1973), p. 139; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, pp. 467 s.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker…, IV, pp. 213 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VII, p. 310; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 173.