ODDONE, Carlo Giuseppe
ODDONE, Carlo Giuseppe. – Nacque a Torino il 7 novembre 1866 da Giuseppe e da Felicita Borra.
Non ancora adolescente iniziò a lavorare a Torino, intorno al 1878-79, nella bottega liutaria di Gioffredo Benedetto Rinaldi. L’attività prevalente del suo maestro, essendo ancora attivi in città i liutai Guadagnini, discendenti del celebre Giovanni Battista, era rivolta in particolare alla compravendita e al ripristino degli strumenti; ma fin dagli anni precedenti si conoscono suoi pezzi originali. Qui Carlo Giuseppe avrà dunque imparato a costruire strumenti, dapprima come aiutante di laboratorio.
Con la bottega erano in stretta relazione d’affari gli Chanot, nota famiglia liutaria francese, naturalizzata britannica. Oddone seguì le orme dei rapporti che il maestro teneva con questi e nel 1889 si stabilì a Londra per un paio d’anni, presso Frederick William Chanot: lì apprese una diversa filosofia di lavoro, che si rivelò complementare per l’attività che intraprese dopo essere ritornato a Torino, nel 1892, con laboratorio in via Po, 46.
Durante i primi anni non mancarono contatti con Romano Marengo, successore a quel tempo di Rinaldi; si ipotizzano collaborazioni anche col collega Enrico Marchetti. Oltre alle comuni riparazioni e al restauro, in bottega si assemblavano frequentemente anche chitarre nello stile allora in voga. I primi strumenti firmati da Oddone, probabilmente su commissioni locali, risalgono al 1894. In questi è evidente l’influenza del recente apprendistato straniero, assieme all’uso di modelli derivati da Guarneri del Gesù. Alcuni tratti stilistici specifici presero a caratterizzarsi e consolidarsi già prima della fine dell’Ottocento (in particolare la finitura del riccio e della cassa).
In rapporto con la nota casa londinese di William Ebsworth Hill e figli per il commercio di strumenti antichi, sul finire del secolo fu portato di nuovo a Londra da tali remunerativi commerci per una stretta sebbene effimera collaborazione col raccoglitore italiano Carlo Andreoli. Al ritorno, nel 1901, aprì un nuovo laboratorio in Torino, in via Maria Vittoria, 1.
All’Esposizione universale del 1911 partecipò con più di uno strumento. La sua reputazione di artista serio e preciso nella professione crebbe fino ad assicurargli una buona clientela e una rinomanza internazionale.
Si sposò con Carmela Galuzzi il 23 agosto 1917. L’unico figlio, Armando, non continuò la professione paterna.
Morì a Rivodora di Baldissero Torinese il 23 febbraio 1935.
Dalla metodica numerazione progressiva delle etichette, riportata anche nel suo quaderno di appunti (in collezione privata), sappiamo che costruì 269 strumenti (244 violini, 4 viole, 19 violoncelli e 2 viole d’amore). Il suo stile, sempre presente e caratterizzato, è stato definito ‘classico italiano’ e personale allo stesso tempo. Alcune caratteristiche furono imitate dai suoi allievi, tra i quali va annoverato Evasio Emilio Guerra, e sono state oggetto di una certa moda costruttiva nei primi anni nel primo Novecento. Usò modelli di Amati, Pressenda, Stradivari, Guarneri e anche Guadagnini. Sintetizzando, si può dire che la struttura forse più ‘esile’ dei suoi primi strumenti, influenzati certamente dall’apprendistato straniero, si venne irrobustendo nel periodo maturo (1910-20 circa); e tale tendenza divenne addirittura un po’ esagerata nella fase finale della sua attività. Come costante si trovano l’uso di materiali di prima qualità, con vernici mai troppo sottili, e la grande sapienza esecutiva che gli fruttò un’ottima platea internazionale. Marchiava a fuoco in corrispondenza del bottone e all’interno della cassa.
Fonti e Bibl.: H. Moya - T. Piper, Violin tone and violin makers, London 1916, p. 220; K. Jalovec, Italští houslaři - Italian violin-makers, Praha 1952, p. 352; U. Azzolina, Liuteria italiana dell’Ottocento e del Novecento, Milano 1964, tav. 46; W. Henley, Universal dictionary of violin and bow makers, Brighton 1973, p. 840; R. Vannes, Dictionnaire universel des luthiers, Bruxelles 1981, I, pp. 260; II, Notes biographiques et correctives, p. 40; E. Blot, Liuteria italiana, IV, 1800-1950. 150 anni di liuteria in Piemonte, Cremona 2001, pp. 232-251; T. Drescher, Die Geigen- und Lauten-Macher vom Mittelalter bis zur Gegenwart, Tutzing 1990, p. 446 s.; G. Nicolini, Liutai italiani di ieri e di oggi, Cremona 1991, pp. 333-335; A. Fuchs, Taxe der Streichinstrumente, Hofheim am Taunus 1996, p. 156; G. Negri, O., C.G., in New Grove dictionary of music and musicians (ed. 2001), XVIII, p. 329; G. Nicolini, Liutai in Italia, Cremona 2008, p. 637 s.