RATTI, Carlo Giuseppe
RATTI, Carlo Giuseppe. – Nacque a Savona il 27 novembre 1737 dal pittore Giovanni Agostino e da Maria Rosalia Filipponi (Alizeri, 1864, pp. 268 s.). Dopo aver appreso i primi insegnamenti dal padre, si recò a Roma, dove, tra il 1756 e il 1759, fu attivo nella bottega di Placido Costanzi ed ebbe modo di frequentare non soltanto Pompeo Batoni, ma anche Anton Raphael Mengs, con il quale strinse rapporti di duratura amicizia (ibid., p. 276). Nel 1762 portò a compimento la prima stesura del manoscritto dedicato alle biografie degli artisti genovesi con l’intento di dare seguito all’opera storiografica di Raffaele Soprani (1674). L’impresa letteraria, della quale argomentò più volte entro i carteggi intrattenuti con Giovan Pietro Zanotti e Giovanni Bottari (Bottari - Ticozzi, 1822), vide la luce entro la fine del decennio, quando furono pubblicati il volume di aggiornamento alle Vite di Soprani (Genova, per Giuseppe Bottaro e Giovan Battista Tiboldi, 1768) e il volume di prosecuzione Delle vite de’ pittori, scultori, architetti genovesi (Genova, Gravier presso Casamara, 1769). Contestualmente iniziò a redigere la guida artistica di Genova, pubblicata nel 1766 (Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura, scultura e architettura, Genova, Scionico), e poi riproposta con aggiornamenti nel 1780, quando diede alle stampe anche la Descrizione delle pitture, scolture e architetture che trovansi in alcune città, borghi e castelli delle due Riviere dello Stato Ligure (Genova, Gravier).
Nel maggio del 1766 ricevette la nomina di accademico di merito alla ligustica (Alizeri, 1864, p. 278; Staglieno, 1867) e, in quella circostanza, donò il dipinto Tancredi battezza Clorinda (Genova, Pinacoteca dell’Accademia ligustica; F. Sborgi, in Il Museo, 1988, p. 114). Nel 1770 firmò e datò la pala raffigurante la Trinità per la chiesa di S. Maria delle Vigne a Genova (Collu, 1983, p. 202), «l’opera più sincera del discepolo del Costanzi» (Pesenti, 1987, p. 358). Dal gennaio dello stesso anno si intensificò il rapporto epistolare con Mengs, che visitò Genova alla fine di marzo e che coinvolse Carlo Giuseppe nella prosecuzione del suo viaggio. Le mete raggiunte insieme, nel corso del 1770, furono Parma, dove «andarono a inebriarsi del Correggio» (Alizeri, 1864, p. 289), Firenze, dove furono ascritti fra i soci dell’Accademia Fiorentina, e Roma, dove Ratti si intrattenne fino al 1774. Durante questa permanenza trasse svariate copie dai capolavori del Rinascimento, alcune delle quali ordinate da Genova dalla famiglia dogale Cambiaso (Collu, 1983, p. 117). Inoltre dipinse, firmandola e datandola 1771, la pala con Cristo appare a s. Caterina Fieschi per il Conservatorio Fieschi di Genova (ibid., p. 205), il cui bozzetto fu donato all’Accademia romana di S. Luca in occasione dell’elezione, il 2 agosto 1772, ad accademico di merito su proposta dello stesso Mengs (Rossi, 2000).
Nel corso del 1773 Ratti, accolto tra i direttori dell’Accademia Capitolina (Alizeri, 1864, p. 279), si dedicò alla pala, poi dispersa, raffigurante il Presepio per la chiesa dei Mercanti di Barcellona: Mengs, che fornì commissione e bozzetto, informò l’amico di averla veduta in loco nel luglio del 1774 (Mengs, 1787). Durante l’anno Ratti lasciò Roma e si portò a Parma, dove copiò per il marchese Carlo Cambiaso il S. Gerolamo del Correggio (Collu, 1983, p. 207). Una replica autografa, di piccolo formato, della pala per il Conservatorio Fieschi fu eseguita a Genova nel 1775 e destinata al santuario della Madonnetta (ibid., p. 206). Il 21 dicembre 1775, un mese dopo la morte del padre Giovanni Agostino, fu nominato direttore della scuola di pittura dell’Accademia ligustica (Staglieno, 1867; Alizeri, 1864, p. 300), alla quale fornì il disegno per il nuovo diploma (31 dicembre 1776). La data 1775, accanto alla firma, si legge nel Ritratto di Giorgio Spinola di collezione privata (A. Orlando, in El siglo de los Genoveses, 1999, p. 434). Nel luglio del 1776 ricevette la commissione, da parte della Confraternita del Ss. Sacramento con sede nella chiesa di S. Francesco d’Albaro a Genova, del gonfalone processionale raffigurante S. Francesco (Collu, 1983, pp. 210 s.). Nel 1777 concluse le quattro tele con le Storie di s. Zita, per l’omonima chiesa genovese (ibid., pp. 208 s.), dove, inoltre, si occupò di affrescare la volta (entro la sede originaria della chiesa, distrutta, ricostruita in forme moderne). Nello stesso anno è possibile datare la pala con la Crocifissione tra s. Giuseppe da Copertino e il beato Bonaventura da Potenza inviata alla chiesa di S. Francesco a Urbino (Collu, 1983, p. 210, scheda 53). Tra il 1778 e il 1782 dipinse dodici tele con le Storie di s. Antonio Abate su commissione della Confraternita dell’oratorio di Mele (Collu, 2014, pp. 22-31), ove vengono conservati anche cinque bozzetti autografi.
La sua produzione matura è esemplata su un classicismo espresso attraverso forme solide e composizioni chiare, pur non disdegnando reminiscenze della tradizione barocca genovese.
Negli anni finali del decennio eseguì alcune grandi tele per la città di Savona, dove ebbe occasione di soggiornare brevemente: la Trinità e i ss. Agostino e Monica per la chiesa delle monache della Ss. Annunziata (oggi oratorio del Cristo Risorto; Collu, 1983, pp. 217 s.); il ciclo, assai suggestionato dai modi di Mengs e Batoni, per l’oratorio dei Ss. Pietro e Caterina, avviato nel 1778 e concluso nel 1782; e l’Approvazione dell’ordine domenicano e S. Domenico brucia i libri eretici per il presbiterio della chiesa di S. Giovanni Battista in S. Domenico. Per la stessa chiesa datò e firmò, rispettivamente nel 1779 e nel 1780, le pale con S. Nicola di Bari e S. Tommaso d’Aquino, mentre nel 1785 dipinse le tele con la Nascita della Vergine e la Morte della Vergine (Collu, 1983, pp. 218-220). Nel 1779, in occasione della morte di Mengs, diede alle stampe l’Epilogo della vita del fu Cavalier Antonio Raffaello Mengs, primo pittor di camera di Sua Maestà Cattolica, socio delle Accademie Romana, Bolognese, Fiorentina, Parmense, Genovese (Genova, Casamara), nel quale anticipava l’imminente pubblicazione delle notizie biografiche del Correggio (Notizie storiche sincere intorno la vita e le opere del celebre pittore Antonio Allegri da Correggio, Finale 1781; Magnani, 2012). Contemporaneamente Ratti gestì importanti cantieri genovesi, in particolare il ciclo di affreschi nel palazzo di Giacomo Serra, in piazza S. Sabina (Collu, 1983, pp. 226 s.), e l’articolata decorazione, con affreschi e tele, del salone del Minor Consiglio in palazzo ducale, avviata nel 1780 (a seguito della perdita dei dipinti di Francesco Solimena nel corso dell’incendio del novembre 1777) e conclusa tre anni dopo (L. Ghio, in El siglo de los Genoveses, 1999, pp. 427-433). Per Anton Giulio III Brignole-Sale decorò, in quest’ultimo anno, un salotto dell’appartamento posto nelle mezzarie superiori di Palazzo Rosso a Genova (si sono conservate soltanto le tele con Ercole e Caco ed Ercole sottentra ad Atlante; Boccardo, in Gerolamo Grimald e la Società Patria, 1990, pp. 64-66). Nel 1785 inviò alla chiesa di Loreto a Lisbona una S. Caterina da Genova (Alizeri, 1864, pp. 347 s.); e nel 1786 firmò la pala con S. Francesco di Sales per la chiesa di S. Marta a Genova. Al biennio 1786-87 datano i dipinti per l’oratorio dell’Immacolata Concezione a Oneglia, raffiguranti l’Annunciazione e l’Assunzione della Vergine (Collu, 1983, p. 124), e, sempre nel 1787, condusse a termine l’Annunciazione per il coro della chiesa genovese di Nostra Signora delle Vigne (Alizeri, 1864, pp. 331 s.) e ricevette un acconto per il Mistero della Trinità richiesto dall’oratorio savonese della Ss. Trinità (Collu, 1983, p. 124). Firmò e datò nel 1788 la pala con Nostra Signora del Rosario per la chiesa di S. Antonino a Genova Multedo (Alizeri, 1864, p. 352). Dal 1788 al 1790 realizzò gli affreschi nella zona presbiterale della chiesa di S. Siro a Genova Nervi (ibid., p. 350), e nel 1791 fornì alla parrocchiale di Sori alcuni affreschi nella cappella delle Grazie e due pale, Gesù presentato a Simeone e la Presentazione al Tempio della Vergine, quest’ultima firmata e datata 1791 (ibid., pp. 351 s.). Nello stesso anno datò I martiri Fermo e Illuminata per la chiesa di S. Martino in Polanesi e la Crocifissione di s. Pietro per la chiesa di S. Pietro alla Foce in Genova (Alizeri, 1864, pp. 351 s.), alla quale, l’anno dopo, fornì anche il S. Pietro guarisce il paralitico. Dal 1791 avviò una corrispondenza epistolare con Luigi Lanzi, intensa fino al 1794 (Nicco Fasola, 1962). Nel 1794 dipinse per la chiesa di S. Stefano a Genova la pala con S. Michele Arcangelo, firmata e datata.
Morì a Genova il 24 settembre 1795 e trovò sepoltura nella chiesa di S. Stefano (Alizeri, 1864, pp. 353 s.).
Fonti e Bibl.: A.R. Mengs, Opere di Antonio Raffaello Mengs, primo pittore del re cattolico Carlo III, Roma 1787, p. 318; G. Bottari - S. Ticozzi, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da’ più celebri personaggi dei secoli XV, XVI, XVII, VI, Milano 1822, pp. 183, 186, 193, 210; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell’Accademia, I, Genova 1864, pp. 241-356; M. Staglieno, Memorie e documenti sulla Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1867, p. 222; G. Nicco Fasola, Luigi Lanzi, C.G. R. e la pittura genovese, in Miscellanea di storia ligure in onore di Giorgio Falco, Milano 1962, pp. 357-408; F. Sborgi, Pittura e cultura artistica nell’Accademia Ligustica a Genova dal 1751 al 1920, Genova 1974, pp. 26-29, 33 s.; Id., Pittura neoclassica e romantica in Liguria 1770-1860, Genova 1975; R. Collu, C.G. R. Pittore e storiografo d’arte, Savona 1983; P. Lattarulo, Pagine manoscritte dalla ‘Storia de’ Pittori’ di C.G. Ratti, in Labyrinthos, 1984, n. 5-6, pp. 189-217; T.J. Standring, C.G. Ratti’s manuscript for “Le Vite de’ pittori, scultori ed architetti genovesi”, in The Burlington Magazine, 1984, vol. 126, p. 92; F.R. Pesenti, L’Illuminismo e l’età neoclassica, in La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova 1987, pp. 358-361, 374; Il Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti. La pinacoteca, a cura di E. Baccheschi, Genova 1988, pp. 114-116; M. Bartoletti, C.G. R., in La pittura in Italia, II, Milano 1990, p. 848; Gerolamo Grimaldi e la Società Patria. Aspetti della cultura figurativa ligure nell’età dell’Illuminismo (catal., Chiavari), a cura di L. Pessa, Genova 1990; M. Migliorini, Introduzione, in C.G. R. Storia de’ pittori scultori et architetti liguri e de’ forestieri che in Genova operarono secondo il manoscritto del 1762, a cura di M. Migliorini, Genova 1997; El siglo de los Genoveses e una lunga storia di arte e splendori nel palazzo dei Dogi (catal., Genova), a cura di P. Boccardo - C. Di Fabio, Milano 1999; E. Baccheschi, L’Accademia Ligustica di Belle Arti, in E. Gavazza - L. Magnani, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Settecento, Genova 2000, p. 355; M. Migliorini, Tra divulgazione e storiografia artistica, in E. Gavazza - L. Magnani, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Settecento, Genova 2000, pp. 391 s.; L. Rossi, C.G. R., ibid., p. 432; L. Rossi - M. Botta, Tra Accademia e dissenso, ibid., p. 362; P.P. Quieto, Settecento romano a Lisbona: le opere di Pietro Labruzzi, C.G. R., Camillo Sagrestani fiorentino per la chiesa di Nossa Senhora do Loreto a Lisbona ed un cenno per Batoni all’Estrela, in Roma ‘Il tempio del vero gusto’. La pittura del Settecento romano e la sua diffusione a Venezia e a Napoli, a cura di E. Borsellino - V. Casale, Firenze 2001, pp. 81-90; O. Ghiorzo, La guida come ipertesto o progetto multimediale: la realizzazione digitalizzata delle edizioni comparate della Istruzione di C.G. R., in Guide e viaggiatori tra Marche e Liguria dal Sei all’Ottocento, a cura di B. Cleri - G. Perini, Pesaro 2006, pp. 211-224; M. Migliorini, Divulgazione e conoscenza della città di Genova dai Saggi cronologici alle edizioni della Istruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova di C.G. R., in Guide e viaggiatori tra Marche e Liguria dal Sei all’Ottocento, a cura di B. Cleri - G. Perini, Pesaro 2006, pp. 225-242; L. Magnani, Intorno alla fortuna di Correggio a Genova e alle Notizie storiche sincere del Ratti, in Mosaico, I (2012), pp. 307-320; R. Collu, Mele: le storie di Sant’Antonio Abate secondo C.G. R., in Sotto il segno di Antonio Abate. Arte e devozione a Mele (secoli XVI-XX), a cura di I. Galella, Genova 2014, pp. 22-31.