BERIO, Carlo Giuseppe Vespasiano
Nacque a Genova nel 1712 da illustre famiglia genovese; abbracciata la carriera ecclesiastica e divenuto dottore in teologia, entrò a far parte, nel 1736, ad appena ventiquattro anni, del collegio teologico di S. Tommato, di cui nel 1746 fu fatto rettore.
Dotto studioso di matematica e di fisica e appassionato bibliofilo, il B. rappresentò una parte di primo piano nel rinnovamento della cultura genovese del suo tempo e nella divulgazione delle più recenti scoperte scientifiche. Raccolta nella sua abitazione in palazzo Raggi una vasta biblioteca, ricca di incunaboli e di rari cimeli, ma soprattutto specializzata in materie scientifiche e in studi colombiani, l'aprì al pubblico fra il 1770 e il 1775, non badando a spese per il mantenimento e l'accrescimento del patrimonio librario. Nella stessa sede diede vita a un cenacolo scientifico, nel cui ambito tenne numerose sedute pubbliche dedicate all'illustrazione di esperimenti di fisica e di scienze naturali, fra i quali alcuni sulla respirazione umana e sull'uso dei parafulmini. Per questi esperimenti si avvaleva di strumenti appositamente costruiti sotto la sua guida dal meccanico genovese G. Ferrini, nel 1784 donati dal B. alla cattedra di fisica sperimentale allora istituta presso l'università cittadina. Contemporaneamente esperimentava in una sua villa posta alla periferia di Genova nuove tecniche di coltivazione, di cui diede pubblica notizia.
Divenuta col tempo sempre più vasta la biblioteca e complessa la sua amministrazione, il B. pensò di affidarne la direzione a un bibliotecario. Primo ad occupare tale carica fu, avanti il 1790, S. De Gregori; poi, per brevissimo periodo, E. Degola. Nel 1792 la biblioteca fu dal B. ormai ottantenne trasferita in piazza Campetto e affidata a G. B. Galletti, Due anni dopo, il 26 nov. 1794, il B. moriva affidando per testamento la proprietà e la cura della biblioteca al nipote Francesco Maria Berio marchese di Salza, con l'esplicita condizione che la raccolta libraria fosse lasciata a disposizione del pubblico degli studiosi. Nel 1817 l'erede di Francesco Maria, Vincenzo Berio, donò la biblioteca al re di Sardegna Vittorio Emanuele I, che a sua volta la offrì al Comune di Genova, che tuttora la possiede ed amministra.
Bibl.: Necrologio, in Avvisi di Genova, n. 48, 29 nov. 1794; C. V. B. fondatore della Bibl. Civ. di Genova, in Giorn. delle Biblioteche, I (1867), p. 105 (riproduce il necrol. sopracitato); Nuovi cenni sulla Civ. Bibl. Berio, ibid., I(1867), pp. 29 s.; S. F. Bignone, L'abate B. e il suo tempo, in Caffaro, 14 marzo 1925, pp. 21-26; 26 marzo 1925, p. 4; C. Frati, Diz. biobibl. dei bibliotecari…, Firenze 1933, p. 72.