GIUSSANI, Carlo
Nacque a Milano il 6 nov. 1840 da Giovanni e da Angela Carrera. Compiuti i primi studi a Milano presso il liceo ginnasio S. Alessandro (poi Beccaria), prese parte come volontario alla guerra del 1859 combattendo a Palestro. Terminata la guerra tornò agli studi, frequentando - prima all'Università di Torino, poi presso l'Accademia scientifico-letteraria di Milano, dove era stato ammesso dopo una dura selezione - i corsi di filologia che completò laureandosi nel 1863 alla Normale di Pisa. In quell'occasione ottenne anche un sussidio per un soggiorno di studio all'estero che utilizzò seguendo i corsi di studiosi quali A. Weber a Berlino, R. Roth a Tubinga, F. von Spiegel a Erlangen.
Al ritorno in patria il G., forte di "un dovizioso corredo di squisita erudizione" (Scherillo, p. 116), iniziò a collaborare alla Rivista orientale fondata nel 1867 da A. De Gubernatis, pubblicandovi tra il 1867 e il 1868, oltre a varie recensioni, la versione annotata dell'Asht·àvakragìtà (Asht·àvakragìtà ossia Le sentenze filosofiche di Asht·àvakra, I [1867-68], pp. 912-922, 1032-1055, 1132-1149, 1252-1264, poi in volume, Firenze 1868). Gliene derivò un primo riconoscimento della propria perizia che gli valse l'affidamento di un corso libero di lingua e letteratura dello Zendavesta presso l'Istituto di studi superiori di Firenze (1868-69), concluso il quale passò a insegnare lettere classiche in un liceo cremonese, prima come reggente della cattedra e dal 1870 al 1874 come titolare: convertendolo dalla sanscritistica allo studio della filologia classica, quest'esperienza gli procurò la nomina, il 12 genn. 1874, a incaricato di lingua e letteratura latina nell'Accademia scientifico-letteraria di Milano, conferitagli con decreto ministeriale dopo che invano si era prodigato a suo favore G.I. Ascoli il quale, come preside dell'Accademia, aveva visto annullare per mancanza di titoli dal Consiglio superiore della Pubblica Istruzione la già decisa chiamata del G. come professore straordinario di letteratura latina (1873).
Già sofferente di disturbi alla vista, destinati ad aggravarsi con gli anni, il G. ebbe subito bisogno, per lo svolgimento del suo corso, dell'ausilio di P. Rajna. Perdurava tuttavia - e se ne trova un'eco in una lettera di R. Bonghi, ministro della Pubblica Istruzione - il rilievo sulla scarsa produzione scientifica del G. filologo e "scrittore di latino", tanto che P. Ferrari, preside dell'Accademia, nella risposta che inviava al ministro l'8 dic. 1875 lo giustificava "considerando l'età sua e lo scarsissimo tempo che n'ebbe nel 73-4 per la grave infermità degli occhi, e nel 74-5 pel gravoso orario d'insegnamento (ore 12 ½!)" (Decleva). In seguito M. Scherillo e l'Ascoli avrebbero ingaggiato una fiera polemica appunto sulla corretta interpretazione della sterilità del G., che il primo avrebbe ricondotto a "un tal quale sgomento nel trovarsi così inopinatamente trasportato in un campo di studio tanto più arduo perché più battuto" (Scherillo, p. 117), per di più in un ambiente, come quello milanese, frequentato da arrivisti di ogni risma.
Ma, come ricordava il Ferrari nella risposta al Bonghi citata sopra, restava a prova non solo dell'operosità del G. ma anche della sua maturità di filologo la sua versione di Das Leben der Griechen und Römer di E. Guhl - W. Koner (Berlin 1862) con il titolo La vita dei Greci e dei Romani ricavata dagli antichi monumenti (Roma-Torino-Firenze 1875, poi Torino 1887-89), recante una prefazione in cui egli, proprio sull'esempio della Germania, proponeva la conciliazione tra i fautori d'un insegnamento classico aperto alle "considerazioni estetiche" e i sostenitori di uno studio più decisamente scientifico, che si aprisse a una conoscenza delle lingue classiche "non solamente pratica, ma storica" (pp. VIII s.).
Finalmente nel 1885 l'editore Rebeschini di Milano diede alle stampe due sue "dissertazioncelle in latino": Quaestiones Lucilianae, garbata esposizione di temi inerenti al poeta satirico, e De Horatii epistula ad Pisones, scritta, in polemica con le tesi di Th. Fritsch, Die Komposition von Horaz' Ars poetica (1885), come prefazione a un esame minuto dell'Ars che non vide mai la luce. Nello stesso anno il G. pubblicò, presso la Hoepli di Milano, il volume Studi di letteratura romana, costituito da un'ampia "Introduzione a una storia della letteratura romana", pp. 1-44, e da cinque capitoli monografici ("La lirica e Catullo", "Virgilio nel suo XIX centenario", "Seneca", "Tacito", "Frontone e Apuleio"), destinati a confluire nella Letteratura romana, Milano [1899], con la quale l'editore Vallardi avrebbe aperto "la sua rinnovata Storia letteraria d'Italia".
Malgrado la modestia della presentazione fattane dallo stesso G. e l'ampia, dichiarata dipendenza da opere precedenti, particolarmente "le magistrali opere del Teuffel e dello Schanz", questa Storia, più volte ristampata, è stata giudicata da E. Paratore il "primo notevole tentativo di un originale ripensamento dei problemi della letteratura latina, compiuto da un intelletto per tanti riguardi in anticipo sui tempi". Nel quadro della polemica fra ciceronianismo e anticiceronianismo nella cultura italiana del tempo, i Romani vi erano definiti come "i successori e continuatori dei Greci", anziché come "gli imitatori" della letteratura dell'Ellade.
Si aprì poi la grande stagione degli studi lucreziani del G., culminante nell'edizione commentata del De rerum natura (T. Lucretius Carus, De rerum natura libri sex…, I-IV, Torino 1896-98), accompagnata e seguita da un'ampia messe di contributi sul pensiero epicureo, alcuni dei quali formano il primo volume, Studi lucreziani, dell'edizione stessa, che si apre con due ampi saggi introduttivi su Lucrezio ed Epicuro. Nata su richiesta dell'editore Loescher, che la incluse nella sua "Collezione di classici greci e latini", l'edizione, accompagnata da un commento "di carattere piuttosto popolare", fu, nell'intento del G., destinata a un "pubblico colto e studioso in generale".
In realtà, F. Tocco la salutò subito come "edizione, che […] non sta indietro a nessuna delle più celebrate straniere" ed E. Romagnoli come "veramente degna delle gloriose tradizioni nostre umanistiche"; a sua volta Scherillo la giudicò "eminentemente conservatrice" quanto alla costituzione del testo; più tardi V. D'Agostino ne avrebbe sottolineato il criterio "audacemente innovatore" rispetto alla successiva edizione teubneriana di J. Martin (1934). Per quel che riguarda il commento, agli apprezzamenti dello Stampini si aggiunse quello di S. Timpanaro che nel 1972 ne auspicava la ripubblicazione dopo la ristampa del 1923-26, "senza aggiornamenti, come un "classico"": un desiderio realizzatosi con l'edizione anastatica New York-London 1980 (ne erano state comunque pubblicate alcune edizioni parziali, con aggiornamenti di E. Stampini, 1923, e di V. D'Agostino, 1959).
"Uomo di parte per antichi e saldi convincimenti", animato da una passione politica "gagliarda" (Scherillo, p. 112), il G. fu consigliere comunale a Milano dal 1895 al 1899 e assessore all'Istruzione dal 1897 al 1899. Morì a Milano il 21 apr. 1900.
Tra le altre opere, i Principii della grammatica sanscrita, Torino 1868; articoli e recensioni pubblicate in La Perseveranza, La Cultura, Rivista orientale, Bollettino di filologia classica, Rivista di filologia e d'istruzione classica.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Personale, I versamento (1860-80), b. 1031, f. G. C.; Ibid., Professori univ., II versamento, I serie, b. 70; Ibid., Istruz. Sup., b. 57, f. 8; R. Accademia scientifico-letteraria. Facoltà di lettere e filosofia in Milano, Programmi e orari per l'anno scolastico 1888-89, Milano 1889; Necr. in La Perseveranza, 22 apr. 1900 (G. Negri); La Biblioteca delle scuole italiane, s. 2, IX (1900), p. 64 (F. Novati); Rivista di filologia e di istruzione classica, XXVIII (1900), pp. 633-636 (E. Stampini); M. Scherillo, Commemoraz. di C. G., in Rendiconti dell'Istituto lombardo, s. 2, XXXIV (1901), pp. 111-121, 359-361; G.I. Ascoli, Intorno alla commemoraz. di C. G., ibid., pp. 355-359; A. De Gubernatis, Diz. biogr. degli scrittori contemporanei…, Firenze 1879, p. 512; Id., Piccolo diz. dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 463; E. Romagnoli, Rassegna classica, in Rivista d'Italia, I (1898), pp. 545-549 (poi in Id., Vigilie italiche, Milano [1917], pp. 39 ss.); F. Tocco, Sugli studi lucreziani del prof. G., in Rendiconti della R. Accademia dei Lincei, classe scienze morali, s. 5, VII (1898), pp. 227-234; E. Bignone, L'Aristotele perduto e la formazione filosofica di Epicuro, Firenze 1936, passim; Id., Storia della letteratura latina, II, Firenze 1945, passim; E. Paratore, Le storie della letteratura latina in Italia dall'inizio del secolo ad oggi, in Paideia, III (1948), p. 3; P. Treves, Ciceronianismo e anticiceronianismo nella cultura italiana del sec. XIX, in Rendiconti dell'Istituto lombardo, XCII (1958), pp. 457-464; Lucretii De rerum natura, locos praecipue notabiles collegit et illustravit Hector Paratore. Commentario instruxit Hucbaldus Pizzani, Romae 1960, pp. 6 s.; T. Lodi, Nota bibliografica, in G. Vitelli, Filologia classica… e romantica, Firenze 1962, p. 134; F. Catalano, Vita politica e questioni sociali (1859-1900), in Storia di Milano, XV, Milano 1962, pp. 35-316 (cfr. Indice); P. Treves, Lo studio dell'antichità classica nell'Ottocento, Milano-Napoli 1962, pp. XXXVI s. e passim; M. Raicich, Le polemiche sugli studi classici intorno al 1870 e l'inchiesta Scialoja, in Belfagor, XVIII (1963), pp. 261 s.; F. Fonzi, Crispi e lo "Stato di Milano", Milano 1965, ad indicem; S. Timpanaro, Il primo cinquantennio della Rivista di filologia e d'istruzione classica, in Rivista di filologia e di istruzione classica, s. 3, C (1972), pp. 435-456; Id., Aspetti e figure della cultura ottocentesca, Pisa 1980, pp. 379 s.; G.F. Gianotti, Per una storia delle storie della letteratura latina, in Aufidus, V (1988), pp. 65-72; ibid., XIV (1991), pp. 72-74; S. Timpanaro, Nuovi studi sul nostro Ottocento, Pisa 1995, ad indicem. Si ringrazia E. Decleva per aver permesso la consultazione del suo lavoro sulla Facoltà di lettere dell'Accademia scientifico-letteraria di Milano, in corso di stampa.