ROSIGNOLI (Rossignoli, Rossignolo, Rossignola), Carlo Gregorio
ROSIGNOLI (Rossignoli, Rossignolo, Rossignola), Carlo Gregorio. – Nacque a Borgomanero (oggi in provincia di Novara), feudo della famiglia Este, il 4 novembre 1631, figlio di Guglielmo di Spirito (1599) e di Barbara Buzia di Giuseppe; fu battezzato il 5 novembre nella parrocchiale di S. Bartolomeo. Alla sorella maggiore Angela Franca (1628) e a lui, seguirono i gemelli Spirito Francesco e Giuseppe Maria (1633), Spirito Francesco (1636), Giovanni Battista (1638; v. la voce in questo Dizionario) e Giovanni Giacomo (1640).
Entrò nella Compagnia di Gesù il 7 febbraio 1651, seguito dal fratello Spirito Francesco (morto nel 1713), poi rettore del collegio milanese di Brera e provinciale della Mediolanensis.
Destinato inizialmente all’insegnamento, diede lezioni di retorica nei collegi di Novara, Cremona e Milano, di filosofia a Genova e Milano, di sacra scrittura, teologia scolastica e morale a Torino, Genova e Milano. Ma ricoprì diversi altri uffici: fu prefetto degli studi, padre spirituale, responsabile delle congregazioni, confessore, consultore del provinciale, ammonitore del superiore, esaminatore dei professi, rettore del collegio di Como (1678-81), preposito della casa professa di S. Fedele in Milano (1687-90) e del noviziato e casa di probazione a Milano (1694-98).
Come ricorda Lazzaro Agostino Cotta (1701), «non impiegò la penna che per stimolare i cuori alla pietà» (p. 93), diventando autore fecondo di scritti teologici, spirituali e morali di larga fortuna, più volte riediti e tradotti in altre lingue (il classico repertorio di Carlos Sommervogel ne elenca 22, riportandone le varie traduzioni in tedesco, inglese, olandese, francese e latino).
Il suo primo libro, La saggia elettione (Bologna 1670), indirizzato alla Congregazione della Ss. Annunziata nel collegio di Brera, edito fino agli inizi dell’Ottocento e tradotto in francese, tedesco e inglese (Baltimora 1873), era incentrato su temi vocazionali, confermati da esempi edificanti.
Si rese noto proponendo la pratica degli esercizi spirituali ignaziani, a cui dedicò anche qualche scritto (Notizie memorabili degli esercizj spirituali di S. Ignazio, Como 1680; Verità eterne esposte in lettioni, Milano 1688). Nella predicazione valorizzò le figure dei santi, di cui si serviva come esempi edificanti, tanto che, per promuoverne il culto, compose l’opera in quattro volumi Meraviglie di Dio ne’ suoi Santi (Milano 1691), una raccolta di storie sacre realizzata anche grazie alla collaborazione dei giovani studenti. Tra i testi moraleggianti dati alle stampe per emendare i «cattivi costumi» si distinsero: La lingua purgata (Milano 1694), contro il ricorso a frasi oscene, blasfeme o irriverenti; La pittura in giudicio (Milano 1697), che si scagliava contro le «immagini lascive».
Dall’esperienza di guidare comunità di formazione religiosa e dettare cicli di esercizi sulla «buona morte» scaturirono alcuni testi che sollecitavano i giovani a compiere una corretta scelta vocazionale in vista del riscatto eterno (L’elettione della morte, Milano 1693), a discernere con cura le amicizie (L’elettione dell’amico, Bologna 1698) e a evitare il vizio del gioco d’azzardo (Il giuoco di fortuna, Milano 1700). Allo stesso modo, non mancò di puntare a una corretta pratica devozionale (La pietà ossequiosa alle feste principali dell’anno, Milano 1684) e liturgica (Meraviglie di Dio nel divinissimo Sacramento e nel Santissimo sacrificio, Milano 1701) per tutti i fedeli.
Scrisse biografie edificanti, come quella della monaca comasca Nicolina Rezzonico (Vita e virtù della M. Nicolina Rezzonica, Como 1682), quella della nobildonna Ludovica Torelli, benefattrice delle angeliche, religiose non claustrali vicine ai barnabiti, e fondatrice del Collegio per nobili fanciulle prive di mezzi, detto della Guastalla (Vita e virtù della contessa di Guastalla Lodovica Torella, Milano 1685), e quelle di due notabili cinesi, Paolo Siu e Candida Hiu, convertiti al cristianesimo e poi diventati protettori dei missionari gesuiti (Vite e virtù di D. Paolo Siu Colao della Cina e di D. Candida Hiu, Milano 1700).
Uomo profondamente religioso e dai modi signorili, noto per la sua umiltà, che lo motivò a cesellare la lingua nell’esposizione orale e scritta, esercitò i diversi ministeri con grande prudenza, dimostrando giovialità e stabilità di carattere, «d’une bonté antique» (De Guilhermy, 1893, p. 31). Morì in casa professa a Milano il 5 gennaio 1707 per un’invincibile cancrena che, curata con le scarnificazioni dei cerusici, come voleva la medicina del tempo, lo portò rapidamente alla tomba.
Opere. Il dettaglio delle opere a stampa (edite in maggioranza per i tipi Malatesta di Milano e Longhi di Bologna) e le relative traduzioni è offerto da C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, VII, Bruxelles-Paris 18962, pp. 146-161.
Fonti e Bibl.: Borgomanero, Archivio della parrocchia di S. Bartolomeo, Registri dei battesimi, 5: Liber quartus baptizorum; Archivum Romanum Sociatatis Iesu, Hist. Soc., 50, c. 71r; Provincia Mediolanensis, 2-5, 7; Gallarate, Archivio dei Gesuiti dell’Italia settentrionale, Manoscritti, 19, 229.
L.A. Cotta, Museo novarese, Milano 1701, pp. 93 s.; Ristretto della vita, in apertura di C.G. Rosignoli, Opere spirituali e morali, I, Venezia 1713, pp. n.n.; G.A. Patrignani, Menologio di pie memorie d’alcuni religiosi della Compagnia di Gesù, Venezia 1730, p. 76 (nell’ed. proseguita a cura di G. Boero, I, Roma 1859, pp. 101 s.); Nuovo dizionario istorico ovvero Storia in compendio, XVII, Bassano 1796, p. 208; V. De Vit, Memorie di Borgomanero e del suo mandato, Milano 1859, p. 163; E. De Guilhermy, Menologie de la Compagnie de Jésus, Paris 1893, pp. 31 s.; A. Lizier, Le scuole di Novara e il Liceo-Convitto, Novara 1908, pp. 70-72; W. von Hinten, Wundererzählungen als Exempel bei dem Jesuiten C.G. R., in Jahrbuch für Volkskunde, III (1980), pp. 65-74; A. Papale, La Casa di probazione di Arona, in La Compagnia di Gesù e la società piemontese, a cura di B. Signorelli - P. Uscello, Vercelli 1995, pp. 249-267; P.D. Guenzi, Inter ipsos graviores antiprobabilistas. L’opera di Paolo Rulfi (1731ca.-1811) nello specchio delle dispute teologico-morali del secolo XVIII, Cantalupa 2013, p. 147.