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CARLO I DʼANGIO, RE DI SICILIA

Federiciana (2005)
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CARLO I D'ANGIÒ, RE DI SICILIA


Nacque nel 1226, ultimo dei sette figli di Luigi VIII di Francia e Bianca di Castiglia. Destinato inizialmente alla carriera ecclesiastica, la morte del padre in quello stesso anno e poi, nel 1232, quella di due fratelli lo lasciarono erede di vasti possedimenti nella Francia centrale, fra cui l'Angiò e il Maine. Nel 1246 sposò Beatrice, figlia di Raimondo Berengario IV ed erede della Provenza, gettando così le basi della sua futura potenza. Tale unione fu appoggiata anche da papa Innocenzo IV, che temeva un possibile matrimonio tra Beatrice e Corrado, figlio di Federico II. Alla morte dell'imperatore, il pontefice cominciò a cercare un nuovo sovrano per il Regno di Sicilia e, quando nel 1252 Corrado IV pretese sia la dignità imperiale sia la corona di Sicilia, egli si rivolse a Riccardo di Cornovaglia e all'Angiò. Le trattative però fallirono con entrambi. Nel 1261 divenne papa Urbano IV, legato alla casa regnante francese cui si rivolse per cacciare Manfredi e gli Svevi dall'isola. Anche in questo caso i negoziati durarono a lungo, proseguendo anche sotto il pontificato di Clemente IV, per concludersi il 30 aprile 1265. Il 6 gennaio 1266 C. fu incoronato in Laterano re di Sicilia e in quello stesso mese partì con l'esercito verso il Sud. Il 26 febbraio ebbe luogo la battaglia di Benevento nella quale trovò la morte Manfredi. Facendo valere la sua influenza come vicario in nome del papa e come capo del guelfismo in Piemonte, Lombardia, Toscana e Umbria (v. Ghibellini e guelfi in Italia), il 23 agosto 1268 C. riconfermò il possesso del Regno battendo a Tagliacozzo Corradino, da lui fatto decapitare a Napoli il 29 ottobre dello stesso anno. Seguì quindi il fratello Luigi IX nelle crociate contro Tunisi acquisendo nuovi territori e i titoli di re d'Albania (1272), re di Gerusalemme (1277) e principe di Acaia (1267-1277). La sua politica dispendiosa provocò nel 1282 i Vespri siciliani e il passaggio dell'isola nelle mani degli Aragonesi, nella figura di Pietro, figlio di Giacomo I d'Aragona e genero di Manfredi. Fra i due antagonisti la guerra infuriava violentissima quando il 7 gennaio 1285 C. morì a Foggia, seguito a distanza di alcuni mesi dal suo avversario.

Vedi anche
Ghibellini Sostenitori della fazione tedesca capeggiata dagli Hohenstaufen, signori di Waibling (da cui il nome) e duchi di Svevia, in contrapposizione ai Guelfi. Federico II imperatore Figlio (Iesi 1194 - Castel Fiorentino, presso San Severo, Puglia, 1250) dell'imperatore Enrico VI e di Costanza d'Altavilla, fu posto, dopo la morte del padre e poi della madre, nel 1198, in seguito alle disposizioni testamentarie di quest'ultima, sotto la tutela di papa Innocenzo III. Incoronato re ... Trinacria Antico nome della Sicilia presso i Greci (comp. di τρεῖς «tre» e ἄκρα «promontorio»). Gli antichi ritenevano che fosse l’isola chiamata da Omero Θρινακίη; più tardi se ne inventò un eponimo in Trinaco, eroe leggendario o primo re dell’isola. ● Recava sul rovescio la figurazione simbolica della Trinacria ... imperatore Nome con cui si indicarono i successori di Augusto nel governo di Roma e che fu ripreso più volte nella storia per designare la somma autorità politica. ● Il titolo imperiale, cessato in Occidente dopo il 476, continuò in riferimento al basileus di Bisanzio finché, nell’800, fu ripreso da Carlomagno ...
Vocabolario
reale³
reale3 reale3 s. m. [uso sostantivato dell’agg. reale1; nel sign. 1, propr. «moneta fatta coniare dal re» (in alcuni casi dallo spagn. real)]. – 1. Nome di una moneta d’oro fatta coniare da Carlo I d’Angiò (1266-1285) a Barletta e poi a...
saluto
saluto s. m. [der. di salutare2]. – 1. a. Atto, costituito da un cenno, da un gesto, accompagnato per lo più da parole, e talora consistente anche di sole parole, che si scambia con una persona nel momento in cui la si incontra, o quando...
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