CARLO II re di Romania
Figlio di re Ferdinando (v.) e della regina Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha e principessa reale d'Inghilterra (v.). Nato il 15 ottobre 1893 nel castello reale di Sinaia, dopo una brillante attività militare durante la guerra mondiale, avendo sposato morganaticamente a Odessa (settembre 1918) la signora Lambrino, rinunciò al trono. Cedendo quindi alle pressioni dei genitori, consentì all'annullamento del matrimonio, dal quale era nato un figlio, Mircea, e dopo un lungo viaggio di studî in Egitto, India e Giappone, sposò (marzo 1921) la principessa Elena di Grecia. Una relazione con la signora Lupescu fu causa di altri dissidî fra il principe e la sua famiglia, ai quali non furono estranee profonde ragioni politiche. Infatti C. fu un deciso avversario della soverchiante influenza esercitata nel paese dai Brătianu (v.) e dal partito liberale, e nella corte, dal principe Barbu Ştirbei. Nel novembre 1925 il dissidio fra C. e Brătianu divenne acutissimo: il principe, inviato da re Ferdinando a Londra ai funerali della Regina Alessandra, non fece ritorno a Bucarest. Il 28 dicembre a un ministro della Real Casa inviatogli a Milano, C. consegna la formale rinuncia al trono, e il giorno 4 gennaio 1926, l'Assemblea Nazionale accoglie la rinuncia di C., e proclama erede del trono il primogenito di lui, Michele, e nomina un Consiglio di Reggenza.
Ma le oscure circostanze nelle quali l'atto di rinuncia fu pronunciato lasciarono supporre pressioni di forze politiche avverse a C., e l'atto non soltanto non fu considerato definitivo, ma non tranquillò l'opinione pubblica, né attenuò le vaste correnti di simpatia per il principe. Alla richiesta d'una nuova esplicita dichiarazione di rinunzia fattagli da re Ferdinando e da Brătianu (luglio 1927), il principe non soltanto non aderì, ma, dopo la morte di re Ferdinando (20 luglio 1927) dichiarò che non avrebbe potuto non rispondere a un appello del paese. Intanto le agitazioni in favore di C. assunsero proporzioni sempre maggiori. L'ex-sottosegretario Manoilescu, accusato d'intesa col principe per facilitare la sua reintegrazione, fu assolto da un tribunale militare. Con la morte di Jonel Brătianu, accaduta pochi giorni dopo quella di re Ferdinando, scomparso il maggiore ostacolo al suo ritorno, C. col tacito appoggio del partito zaranista, cioè dei contadini, salito con Maniu (v.) al potere dopo la disfatta dei liberali, il giorno 7 giugno 1930, per le vie dell'aria, rientra a Bucarest. Il giorno dopo (8 giugno) l'assemblea nazionale, su proposta del Consiglio dei Ministri, vota l'annullamento dell'atto del 4 gennaio 1926 e proclama C. re di Romania.