CARLO IV di Borbone, re di Spagna
Secondogenito di Carlo III e di Amalia di Sassonia, nacque a Napoli nel 1748. Di costituzione robusta, largo di spalle, appassionato per la caccia come tutti quelli della sua famiglia, e gran giocatore di bigliardo, era d'una bontà che confinava con la sciocchezza ed intellettualmente pigrissimo, quasi inerte. All'età di 17 anni (1765) contrasse matrimonio con la cugina, l'infanta Maria Luisa, figlia di don Filippo duca di Parma: donna di carattere imperioso, che per tutta la vita lo tenne sotto il suo dominio. Il 23 dicembre 1788, morto suo padre, egli fu proclamato re di Spagna. Il regno cominciò sotto ottimi auspici, continuando come ministro il conte Floridablanca.
Ma, scoppiata la rivoluzione francese, affollatesi in breve le frontiere spagnole d'emigrati, di fronte al pericolo del contagio rivoluzionario, il re sciolse le Cortes e proibì l'importazione dei periodici francesi. La caduta di Floridablanca nel 1791, sostituito dal conte di Aranda, segnò il principio della fortuna di Manuel Godoy, nominato guardia del corpo, il quale, divenuto vero padrone a corte (secondo le dicerie del tempo, forse non prive di fondamento, per essere l'amante della regina), finì col sostituire l'Aranda, caduto per la sua politica verso la Francia. Da allora rimase in evidenza solo la figura del favorito, che maneggiava il re completamente a sua volontà. Vi fu un momento in cui gli abusi dei Francesi provocarono lo sdegno del re: in un attimo di energia, allontanò ufficialmente dagli affari pubblici il Godoy (1798), per quanto questi continuasse a rimanere a palazzo reale fino al 1801. Ma in quell'anno veniva nominato generalissimo degli eserciti spagnoli: per tal modo C. continuava a subire la volontà della moglie e del favorito. Dopo molte titubanze, il re dichiarò guerra all'Inghilterra (1805): e fu la perdita della flotta spagnola, a Trafalgar. Ma intanto sorgeva l'opposizione contro il Godoy. Lo stesso principe delle Asturie, Ferdinando, resosi consapevole della posizione del favorito a corte, cercava di allontanarlo con l'aiuto del partito "Fernandino" che s'era formato attorno alla sua persona. La congiura fu scoperta il 28 ottobre 1807: il principe fu chiamato in presenza dei suoi genitori ed interrogato; il 30 ottobre il re formulò l'accusa contro suo figlio in un pubblico manifesto. Ma il suo debole carattere si commosse presto dinanzi alle preghiere del figlio, e il 5 novembre 1807 C. fece pubblicare il decreto della assoluzione di Ferdinando. Ma ecco il 1808, l'anno fatale per il re: il 17 marzo scoppiò in Aranjuez il famoso motin contro il Godoy; terrorizzato dall'ammutinamento, dalla caduta del Godoy e dall'entrata di Murat in Madrid C. abdicò a favore del figlio Ferdinando in Aranjuez il 19 marzo 1808, e partì per Bayonne. Ma qui Napoleone si rifiutò di riconoscere l'abdicazione: Ferdinando, chiamato a Bayonne dal Corso, si incontrò - in un colloquio freddissimo - con i genitori; finalmente C. cedé alle pretese napoleoniche e abdicò in favore di Napoleone stesso (6 maggio 1808). Si recò allora a Fontainebleau, poi a Compiègne, in ultimo passò da Marsiglia a Roma, dove visse successivamente nei palazzi Borghese e Barberini, accompagnato sempre dalla regina e dal favorito. La pensione assegnatagli da Napoleone presto mancò; sicché nel gennaio del 1819 egli morì in povertà pochi giorni dopo la sua sposa.
Bibl.: F. de la Vega, Compendio histórico de los reinados de Carlos IV y Ferdinando VII, Madrid 1859; A. Muriel, Historia de Carlos IV, in Memorial Histórico Español, XXIX a XXXIV, Madrid 1893-94; M. Godoy, Memorias críticas y apologéticas para la historia del reinado de Carlo IV, Madrid 1836-1842; J. de Escoiquiz, Memoria (1807-1808), pubbl. da Antonio Paz y Melia, Madrid 1915; J. Pérez de Guzmán, La historia inédita. Estudios de la vida, reinado, proscripción y muerte de Carlos IV y María Luisa, Madrid 1908; Marqués de Villa-Urrutia, Mujeres de antaño. La reina María Luisa esposa de Carlos IV, Madrid 1927.