LABUS, Carlo
Nacque a Milano il 1° nov. 1844 dal noto scultore Giovanni Antonio, figlio dell'archeologo Giovanni, e da Rosa Giovanola, sorella di Antonio, parlamentare e ministro del Regno Sardo. Rimasto orfano di padre, all'età di 13 anni entrò nel collegio Longone, ove completò gli studi classici. Iscrittosi al corso di laurea in medicina e chirurgia dell'Università di Pavia nel 1861, si formò alla scuola di illustri maestri, quali S. Tommasi, A. Cantani, P. Mantegazza, e si laureò a pieni voti il 14 maggio 1866. Ammesso subito nel corpo sanitario militare con il grado di sottotenente, ebbe affidati numerosi incarichi a Palermo, Girgenti, Catania, Napoli e Brescia. Nel 1868 lasciò l'esercito e l'anno seguente fu ammesso come praticante presso l'ospedale Maggiore di Milano: nel grande nosocomio poté assecondare il suo orientamento allo studio delle malattie della laringe e acquisire una vasta esperienza con l'impiego dello specchietto laringeo. Per perfezionarsi nella specialità frequentò per un certo tempo il reparto laringologico di Vienna e, nel 1873, si recò anche a Berlino.
Ormai emergente nella specialità, il L. ottenne che nell'ambito del congresso dell'Associazione medica italiana di Torino del 1876 fosse istituita, per la prima volta, una sezione laringologica, della quale gli fu affidata la presidenza. Nello stesso anno l'amministrazione dell'ospedale milanese gli conferì l'incarico di fondare un ambulatorio per le malattie della gola presso l'istituto di S. Corona, ove il L. dette inizio a un apprezzato e frequentatissimo insegnamento clinico. Conseguita la libera docenza in laringologia nel 1878, l'anno successivo fu nominato libero docente con effetti legali dall'Università di Pavia che, in considerazione della crescente importanza della specialità, aveva introdotto la laringoscopia come insegnamento ufficiale negli studi medici: il L. svolse i corsi specialistici in questo ateneo dal 1879 al 1883. Nel 1880 a Milano organizzò e presiedette il primo congresso internazionale di laringologia, manifestazione che riscosse un notevole successo e alla quale parteciparono numerosi studiosi, in gran parte stranieri; in tale occasione venne sancita la dignità di specialità autonoma, rispetto alle altre branche della medicina, della laringoiatria. Fu nominato nel 1887 presidente onorario della sezione laringologica del congresso medico nazionale di Pavia e nel 1888 presidente della commissione esaminatrice nel concorso per la cattedra di laringologia dell'Università di Napoli.
Il desiderio di allontanarsi dai contrasti che dividevano i colleghi e l'emergere di preoccupazioni familiari orientarono le successive decisioni del L.: lasciata nel 1889 la direzione dell'ambulatorio del S. Corona, che affidò al suo allievo V. Nicolai, trasferì la propria residenza fuori Milano, dapprima presso Monza, poi sul lago di Como, limitando l'attività specialistica alla sola professione privata. Diradò anche la sua partecipazione ai convegni e alle manifestazioni dei cultori della specialità: chiamato, in considerazione dell'autorevole sostegno prestato al progetto dell'unione tra laringoiatria e otoiatria, a far parte del consiglio direttivo del primo congresso della neonata Società italiana di laringologia, otologia e rinologia tenutosi a Roma nel 1892, accettò ancora pochi incarichi onorifici, come la presidenza della IV sezione del congresso musicale didattico di Milano nel dicembre del 1908.
Studioso dei problemi di fisiologia, patologia e clinica della laringe, il L. fu autore di numerosi lavori pubblicati su periodici scientifici italiani e stranieri. Nel primo congresso internazionale di laringologia dette notizia delle sue ricerche su alcune malattie dell'ugola e sulle loro conseguenze (Résumé de ses études sur l'hypermégalie et la paralysie de la luette et leur influence sur la voix, in Congrès international de laryngologie… 1880, Milano 1882, pp. 179-192). Introdusse nella pratica clinica numerosi strumenti, quali l'apparecchio illuminante per la laringoscopia, il portacaustico laringeo, l'insufflatore e il catetere laringei, la pinza per polipi tracheali, e vari altri. Particolare menzione merita il fantoccio che reca il suo nome: rappresentante la metà inferiore di una testa con le cavità orale, faringea e laringea modellate in grandezza naturale e orientabili per simulare ogni possibile conformazione anatomica, divenne in breve tempo famosissimo tra gli specialisti e gli studenti (Apparecchio per addestrarsi alle operazioni di chirurgia laringoscopica, in Arch. italiano di laringologia, I [1881], pp. 25-27; Gli apparecchi per addestrarsi alle operazioni di chirurgia laringoscopica, in Gazz. degli ospitali, II [1881], pp. 1162-1169). Brillante operatore, ideò una metodica per la dilatazione progressiva delle stenosi laringee ed estirpò alcuni tumori delle primissime vie aeree per via laringoscopica (Tumore fibroso-cistoideo della vera corda vocale destra. Asportazione per via laringoscopica; guarigione, in Giorn. internazionale delle scienze mediche, II [1880], pp. 66-72; Removal of a tracheal neoplasm by operation through the natural passages, in Archives of laryngology, I [1880], pp. 220-227; Un polipo tracheale asportato per le vie naturali, in Gazzetta degli ospitali, I [1880], pp. 1021-1029); degno di particolare menzione fu un suo intervento di estirpazione di polipi tracheali, seguito da successo, eseguito in epoca antecedente all'introduzione della anestesia locale con l'ausilio del solo specchietto laringeo e di una speciale pinza da lui stesso ideata (Polipi al 5°, 8°, 9° anello tracheale asportati per le vie naturali, ibid., II [1881], pp. 609-618, e in Arch. italiano di laringologia, I [1881], pp. 9-16). Nell'opera rimasta incompiuta e pubblicata postuma a Milano nel 1912 (Per l'oratore e per il cantante. Principî di fisiologia e fisiologia patologica della voce e di estetica ed igiene vocale), che riscosse un vasto successo nel mondo medico specialistico e artistico, il L. condensò la summa dei suoi studi e delle sue esperienze in laringologia: nozioni fondamentali di anatomia e fisiologia del respiro e dell'origine della vibrazione sonora in riferimento ai caratteri fisici ed estetici della voce e del canto; descrizione delle caratteristiche anatomiche e delle cause delle turbe della funzione dell'apparato di produzione dei suoni; guida a una fisiologica progressione dello studio del canto e a una razionale igiene vocale.
Collaboratore di numerosi periodici scientifici italiani e stranieri, nel 1880 il L. fondò a Milano, con C. Forlanini e A.A. Turati, la rivista Gazzetta degli ospitali. Appartenne a numerose accademie e società scientifiche: dal 1880 alla Società italiana di igiene e alla American laryngological Society, dal 1881 alla Società medico chirurgica di Bologna, dal 1883 alla R. Accademia di medicina di Torino e alla Société de médecine di Gand, dal 1884 alla Société française d'otologie et de laryngologie e alla Società medico chirurgica di Modena, dal 1886 alla R. Accademia delle scienze mediche di Palermo, dal 1889 alla R. Accademia delle scienze di Padova.
Nel 1888 sposò la cugina Maria Giovanola dalla quale, nel 1893, ebbe l'unico figlio Pietro. Rimasto vedovo il 13 febbr. 1906, timoroso per la malferma salute del figlio, cadde in una sorta di depressione e si ritirò in un isolamento quasi completo.
Sofferente di ripetuti attacchi di appendicite, il L. morì a Milano il 1° giugno 1909.
Fonti e Bibl.: Necr., in Arch. italiano di laringologia, XXIX (1909), p. 134; in Boll. delle malattie dell'orecchio, della gola, del naso, XXVII (1909), p. 143; G. Ferreri, Discorso inaugurale, in Atti del XIII Congresso della Società italiana di laringologia, otologia, rinologia, II, Roma 1910, pp. 7-16; V. Nicolai, C. L., in C. Labus, Per l'oratore e per il cantante…, cit., pp. V-XXXIX; G.B. Catalano, Storia della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale, in D. Felisati, I cento anni della otorinolaringoiatria italiana, Milano 1992, pp. 287-334; D. Felisati - R. Orsenigo - A. Scotti, Evoluzione dell'otorinolaringoiatria in ambito ospedaliero. Sedi del Nordest, ibid., pp. 197-248; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte…, II, p. 847; Enc. Italiana, XX, p. 337.