LORENZETTI, Carlo
Scultore e incisore, nato a Roma il 4 novembre 1934. Frequentato l'Istituto d'arte di Roma, compie, previo concorso, studi artistici presso l'Académie de France a Villa Medici. Dal 1953 insegna discipline plastiche all'Istituto d'arte di Roma. Nel 1959 partecipa alla mostra di giovani artisti nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, vincendo il premio nazionale per la scultura; un premio ottiene inoltre nel 1961 alla Biennale del metallo a Gubbio, ove continuerà, nelle successive edizioni, a ricevere apprezzamenti fino all'antologica del 1986. Con la prima personale alla Galleria Topazia Alliata di Roma (1962) s'impone all'attenzione della critica: G. Carandente lo inviterà come unico scultore giovane accanto a noti artisti internazionali (A. Calder, D. Smith, H. Arp, H. Moore, ecc.) a realizzare un'opera di grande dimensione, Figura spoletina, per la mostra Sculture nella città a Spoleto, del 1962. L'attività espositiva, intensa in Italia con personali e manifestazioni collettive, si estende a rassegne internazionali: Biennale di San Paolo del Brasile (1967; 1975), Biennale di Venezia (1970; 1972, con sala personale; 1976; 1986), Biennale di grafica di Cracovia (1972; 1974, in cui si aggiudica un premio), Esposizione di grafica di Lubiana (1973; 1988), Biennale della piccola scultura di Budapest (1973; 1987), ecc. Tra i riconoscimenti al suo lavoro si segnala il premio Antonio Feltrinelli 1988 per la scultura, conferitogli dall'Accademia Nazionale dei Lincei. Sue opere, oltre che in musei, sono collocate in spazi pubblici.
Attento alla realtà storico-artistica di Roma, scoperta anche tramite l'esercizio del disegno, e sensibile alle novità linguistiche delle avanguardie, dopo un'esperienza pittorica astratta di forte espressività, verso la metà degli anni Cinquanta L. si volge all'ambito plastico. Con perentoria negazione di una scultura intesa come materico peso fisico, L., inserendosi con originalità nel contemporaneo panorama artistico, sceglie la lastra metallica, a volte dipinta a smalto, quale piano dell'invenzione di forme, a parete e a terra, che vivono la terza dimensione; in esse un severo rigore si coniuga con una cura del materiale direttamente sbalzato in una serrata tensione che oltrepassa i limiti dell'informale, allora dominante. Libero da programmatici raggruppamenti ideologici, a metà anni Sessanta, con modalità non assimilabili alla cultura minimalista, L. essenzializza e oggettiva le sue strutture in una più netta valenza costruttiva e ottico-cromatica. Con una ricerca sempre aperta ma coerente, talora permeata da una vena ironica e ludica, con accenti di grande leggerezza, dalla fine degli anni Settanta L. inventa composizioni librate nello spazio-luce e immagini di un mondo ''astroferroso'', pittoricamente velando la superficie modellata con uno strato di grafite, in un poetico dialogo tra le ragioni del fare e la licenza della fantasia. Vedi tav. f.t.
Bibl.: G. Carandente, C. Vivaldi, M. Volpi, Lorenzetti, Galleria La Salita, Roma 1965; M. Volpi Orlandini, C. Vivaldi, Lorenzetti, ivi 1969; G.C. Argan, Lorenzetti, Galleria Tiziana, New York 1970; F. D'Amico, Carlo Lorenzetti, Galleria Giulia, Roma 1984; M. Apa, Forme nel verde, Scultori contemporanei per un giardino del cinquecento, Horti Leonini, San Quirico d'Orcia 1985; F. Menna, Disegni di Lorenzetti, Roma 1987; M. Meneguzzo, Carlo Lorenzetti, Mazzoleni arte, Milano 1987; G. Appella, Carlo Lorenzetti, in AA.VV., Periplo della scultura italiana contemporanea, Chiese rupestri di Matera, Roma 1988; F. Gualdoni, Carlo Lorenzetti. La scultura, il disegno, Casa del Machiavelli, Sant'Andrea in Percussina 1988; F. D'Amico, Lorenzetti, Galleria d'arte Niccoli, Parma 1989; L. Caramel, Carlo Lorenzetti, Centro Mascarella, Bologna 1989; G.M. Accame, F. D'Amico, Carlo Lorenzetti. Tra le pieghe dell'aria, Bergamo 1992; E. Bilardello, Lorenzetti. Tensospazio, Galleria Editalia, Roma 1992.